fa i conti con i danni subiti. Si poteva fare qualcosa per mitigare i danni? Difficile dirlo anche se i bollettini emessi dalla Protezione civile regionale il 19 e 20 settembre portavano l'allerta per il Salento. Il bollettino del 19 avvisava, "per le prossime 36 ore". Nonostante ciò l'unità di crisi della Protezione civile del Comune non si è insediata. In strada ci sono stati solo i vigili urbani, in normale servizio festivo, e i volontari della Protezione civile-Ser. In tilt è andato anche il pluviometro del Comune. Inoltre, ieri mattina era ancora senza corrente una zona della città a causa di un albero caduto sulla rete elettrica. Guasto immediatamente riparato dalle squadre dell'Enel. Gravi danni al settore agricolo. Il nubifragio che domenica pomeriggio ha colpito la città di Mesagne ha lasciato dei segni indelebili. L'officina metalmeccanica di Franco Leuci, lungo la provinciale per San Pietro Vernotico, è andata completamente distrutta. I danni ammonterebbero, secondo una prima stima del proprietario, a circa 80 mila euro. Le lamiere che fungevano da copertura sono volate via e ritrovate a diverse decine di metri. Rovinati anche i macchinari elettrici che sono rimasti sotto la tempesta di acqua e grandine. Il racconto di Franco Leuci è concitato e gli occhi, umidi, sono pieni di paura: "Ho visto da lontano due trombe d'aria che dalla direzione di Latiano si avvicinavano paurosamente verso di noi. Non ho potuto fare altro che sperare che non ci prendessero in pieno. Invece dopo qualche minuto hanno investito in pieno l'officina". Le stesse trombe d'aria hanno divelto circa cinquanta metri di ringhiera della cantina sociale. Il ferro è stato piegato come un fuscello. Non è andata bene neanche al canile comunale dove le coperture di alcuni box dei cani sono saltate e un black out ha fatto restare la struttura senza energia elettrica. In via Damiano Chiesa un pezzo di balcone si è staccato ed è caduto su un'auto in sosta danneggiandola. Anche in altre zone residenziali la corrente è mancata a intermittenza. In città non è andata meglio poiché molte strade si sono trasformate in fiumi in piena. L'acqua ha tracimato e le abitazioni sono state allagate, tra questa anche la chiesa di San Pio da Pietrelcina. Il parroco ha inviato un sms ai parrocchiani comunicando i fatti e chiedendo un aiuto per far uscire fuori dalla chiesa l'acqua e il fango. La grandine, poi, ha distrutto molte tapparelle e punzonato le auto posteggiate in strada. Lo stadio di calcio ha mostrato tutta la sua fragilità trattenendo al suo interno, nel fango, diverse auto dei tifosi. Il presidente del Mesagne calcio, Vincenzo Todisco, ha chiesto scusa su Facebook sia ai tifosi locali sia del Casarano per un'accoglienza così appiccicosa. "Il sottoscritto ha coordinato per tutta la durata dell’incontro di calcio ogni operazione di ordine pubblico e sicurezza in costante comunicazione con il commissariato ed ha lasciato lo stadio solo quando quasi tutto il pubblico era defluito", ha detto il sindaco Pompeo Molfetta, presente domenica allo stadio. "Molte sono le criticità da affrontare, ereditate ed attuali sulla struttura sportiva - ha continuato - ma era dovuta questa precisazione perché la volontà, l’impegno e la presenza delle istituzioni, e degli uomini che le rappresentano, non vengano travolte anch’esse nella fiumana della polemica". Infine molti agricoltori hanno subito ingenti danni ai vigneti e agli oliveti. La grandine, il vento e la pioggia sferzante hanno gettato a terra i grappoli di uva e le olive. Sradicati alberi secolari e spezzato interi rami di olivo. Ovunque negli oliveti e nei vigneti si è formato un panno verde e nero con il prodotto andato completamente distrutto.
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