L'arrestato si è reso responsabile dei reati di favoreggiamento alla permanenza sul territorio italiano di numerosi stranieri e falso in atto pubblico. Lo stesso, al fine di procurare una situazione alloggiativi agli extracomunitari valida per richiedere il rilascio del permesso di soggiorno, ha fornito falsi contratti di affitto, in cambio di denaro. Con questa condotta ha consentito che gli stranieri, utilizzando i falsi contratti di locazione, traessero in inganno la pubblica amministrazione nel rilascio dei titoli di soggiorno.
L'attività di indagine ha avuto origine da controlli effettuati dall'ufficio immigrazione della questura di Brindisi, a partire dai primi mesi dell'anno, in ordine ad alcuni "contratti di affitto" consegnati da extracomunitari a corredo delle istanze di rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno, per attestare la loro situazione alloggiativa.
A seguito di verifiche incrociate e sopralluoghi presso le abitazioni si accertava che, l'arrestato, aveva posto in essere un "modus operandi" ben collaudato. I contratti di locazione venivano redatti in ciclostile con le modalità del "copia-incolla" o con l'uso dello scanner riproducendo così contratti di affitto con stessi indirizzi ed estremi catastali di immobili che, a volte, erano corrispondenti a quelli realmente registrati presso il servizio catastale oppure totalmente inesistenti riferiti a diverse abitazioni per lo più dislocate nel comune di Carovigno (Br) ma anche a San Michele Salentino, Ceglie Messapica (Br), San Vito Dei Normanni(Br) ed altri comuni limitrofi.
Veniva appurato che l'arrestato, nonostante non risultasse intestatario di alcun immobile, aveva registrato effettivamente presso l'agenzia delle entrate di Oostuni molteplici "contratti di affitto", utilizzando generalità, dati e documenti di terze persone perfino defunte da tempo oppure di soggetti che non sono proprietari di case dei quali erano stati utilizzati, a loro insaputa, i documenti personali. In molte circostanze sono stati usati documenti contraffatti anche in maniera grossolana, addirittura esibendo, per la registrazione del contratto, una carta di identità in cui vi erano riportate le generalità di un anziano italiano e la foto corrispondeva ad un giovane di colore.
L'attività criminosa era stata anche diversificata denunciando false assunzioni di domestici all'Inps per poi comunicarne l'immediata cessazione appena gli stranieri ritiravano il permesso di soggiorno.
La persona arrestata che come riferito dalle persone sentite durante l'attività investigativa, veniva definita "il padrone dei neri", contattava gli stranieri vicino ai centri di accoglienza presenti soprattutto nell'agro di Carovigno, chiedendo di cosa avessero bisogno e gli forniva contratti di affitto falsi o altra documentazione facendosi pagare anticipatamente dalle 100 alle 800 euro.
Ggli stranieri ascoltati spesso non sapevano neanche dove si trovassero le abitazioni nè conoscevano il vero nome della persona che si presentava sempre con nomi o soprannomi diversi, ma tutti avevano il suo numero di cellulare e lo descrivevano in maniera precisa ed univoca per le sue caratteristiche fisiche.
La vicenda è particolarmente grave, oltre che per l'aspetto penale, soprattutto per i risvolti umani in quanto, gli stranieri, nonostante la minima disponibilità di denaro ricavato da lavori saltuari nei campi, si vedevano costretti a subire le richieste dell'arrestato che ha sfruttato il loro stato di necessità e bisogno per regolarizzarsi sul territorio italiano.
Nell'abitazione del V.I. e di altro soggetto, titolare di una agenzia immobiliare, la cui posizione è ancora al vaglio, il personale dell'ufficio immigrazione ha effettuato perquisizioni ed il sequestro di materiale che sarà oggetto di ulteriori approfondimenti investigativi.