Il prezzo del latte alla stalla riconosciuto agli allevatori è al di sotto dei costi di produzione, su valori che spesso non consentono neanche di dare da mangiare agli animali e costringono alla chiusura, con effetti irreversibili sull'occupazione, sull'economia, sull'ambiente e sulla qualità dei prodotti. La vita o la morte delle stalle italiane dipendono da pochi centesimi al litro di latte prodotto.
Ad avvantaggiarsene sono le importazioni di bassa qualità che vengono spacciate per 'Made in Italy' per la mancanza di un sistema trasparente di etichettatura. Anche gli allevatori pugliesi si ribellano e prendono d'assedio con un vero blitz obiettivi sensibili e significativi.
Domani, sabato 7 novembre 2015, dalle prime ore del giorno migliaia di allevatori della Coldiretti cingeranno d'assedio il centro di distribuzione dei prodotti della multinazionale del latte francese Lactalis, che dopo aver conquistato i grandi marchi nazionaliParmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli è diventata il primo gruppo del settore. L'appuntamento è in via Guglielmo Marconi 10 a Ospedaletto Lodigiano (Lodi) a meno di un chilometro dall'uscita "Casalpusterlengo" dell'autostrada A1, proseguendo sulla ex strada statale 234 Mantovana.
Gli allevatori pugliesi chiedono il rispetto della legge 91 del luglio 2015 che, in esecuzione dei principi comunitari, impone che il prezzo del latte alla stalla debba commisurarsi ai costi medi di produzione come emerge dal Dossier "L'attacco al latte italiano, fatti e misfatti" che sarà presentato nell'occasione alle ore 9,30.