alla pista di collaudo Prototipo di Nardò, un circuito progettato per testare le vetture, anche a velocità elevate, su una pista ad anello lunga 12,6 chilometri, potrebbe nascondere, come già anticipato, un intrigo internazionale che ha come obiettivo lo spionaggio industriale. In questo senso stanno lavorando sia la polizia italiana sia l’Interpol. Intanto, i poliziotti mesagnesi hanno rinvenuto nelle campagne a cavallo tra Mesagne e Latiano il camion “bisarca” utilizzato per trasportare le Audi rubate dalle “spie”. Dopo il furto i poliziotti avevano una sola pista certa da seguire: la traccia lasciata dal dispositivo satellitare. Gli esperti della scientifica hanno lavorato diverse ore fino a restringere a tre chilometri quadrati l’area in cui era stata fermata la bisarca. L’area era piuttosto estesa per cui il commissario Cotardo l’ha divisa in quadranti e per ognuno di esso ha inviato delle volanti a monitorare la zona. Il lavoro ha impiegato diversi agenti e diversi giorni. Finalmente il 25 giugno, intorno alle ore 18 del pomeriggio, una pattuglia in ricognizione ha notato in un oliveto di contrada “Cazzato” una macchia gialla. Si sono insospettiti e hanno deciso di addentrarsi per verificare. Quando hanno percorso alcune decine di metri si sono accorti che si trattava della bisarca di colore giallo rubata lo scorso 20 giugno da un commando di 5 malviventi. Il camion è di marca Mercedes, modello Actros, con relativo rimorchio, d’ingentissimo valore economico e di proprietà di una società di autotrasporto tedesca, l’Automobillogistik GmbH con sede in Raubling, in Germania. Naturalmente a bordo non c’erano le quattro Audi rubate che sono state trasbordate e trasferite altrove. Il camion è stato setacciato palmo a palmo dalla polizia scientifica alla ricerca sia d’impronte digitali sia di tracce biologiche che i malviventi potrebbero aver lasciato sul camion. Il mezzo è stato restituito all’azienda tedesca proprietaria. Intanto il giallo ha preso la pista internazionale dello spionaggio industriale. I quattro prototipi, infatti, potrebbero celare delle tecnologie ancora sconosciute ad altre aziende automobilistiche che vorrebbero impossessarsene. Oppure, da non sottovalutare, c’è una seconda pista. Quella del furto internazionale per poi chiedere un riscatto per riavere indietro non solo le Audi ma, soprattutto, le tecnologie che in esse sono assemblate. In entrambi i casi, alla luce della dinamica dei fatti, è chiaro che si è di fronte a un intrigo internazionale che ha visto la genesi dell’operazione in Germania e il suo epilogo a Mesagne, a soli trenta chilometri dalla meta. I fatti si sono verificati poco dopo la mezzanotte del 20 giugno quando la “bisarca”, giunta all’altezza della zona industriale di Mesagne, nei pressi del centro Leroy Merlin, si è vista sorpassare da un’Audi A4 sw che gli ha tagliato la strada e si è messa di traverso. L’autista ungherese ha frenato per evitare una collisione. In un lampo dall’Audi sono scesi cinque individui completamente travisati, con guanti di lattice, che, armati di mazza da baseball o pistola, hanno strattonato l’autista facendolo scendere dal camion. Due dei malviventi si sono messi alla guida e sono ripartiti in direzione Latiano seguiti a ruota dall’Audi. L’autista, intanto, si è incamminato a piedi alla volta di Mesagne, dove ha lanciato l’allarme.
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