un carico di melloni dal campo di un'azienda agricola di Mesagne e stavano per fuggire quando sono stati individuati e bloccati dai proprietari. I ladri, nella speranza di farla franca, prima hanno fatto finta di avere delle pistole in tasca e poi hanno detto di appartenere alla Sacra corona unita. Infine, hanno cercato di avventarsi sui proprietari ma ne hanno avuto la peggio poiché sono dovuti fuggire in ritirata lasciando la refurtiva per terra. L'episodio si è verificato lungo la provinciale che da Mesagne conduce alla stazione ferroviaria di San Vito scalo e alle marine adriatiche frequentate dai mesagnesi. Lungo la provinciale, a cavallo degli agri di Mesagne e Brindisi, c'è una nota azienda agricola, con terreni investiti a varie colture tra cui un campo seminato a melloni. Peraltro ancora acerbi poiché arriveranno a maturazione nella prima settimana di agosto e, pertanto, sottoposti ancora a trattamenti colturali. Martedì pomeriggio, intorno alle ore 17, un'auto si è fermata nella contrada, in agro di Brindisi, ne sono scesi due giovani venticinquenni mesagnesi che, senza nessuna inibizione, hanno iniziato a tagliare melloni dal campo e depositarli in auto. Uno dopo l'altro fino a riempire tutto il mezzo. L'azione truffaldina dei due è stata notata, da lontano, da uno dei proprietari che si è immediatamente recato sul posto. Arrivato nel campo ha chiesto spiegazioni ai due ladri. Questi, con aria spavalda, prima hanno fatto finta di avere nei pantaloni le pistole che hanno puntato in direzione del proprietario e poi hanno detto di appartenere alla Scu. Nel frattempo sul posto è giunto anche l'altro proprietario dell'azienda. I due giovani ladri, quindi, con aria spavalda hanno cercato di aggredirli fisicamente e fuggire con il bottino. Ma non hanno fatto bene i conti poiché i proprietari li hanno immobilizzati e costretti a scaricare per terra i melloni rubati. Infine, dopo averli identificati, li hanno lasciati andare consigliandoli, però, di tenersi lontani dalla loro azienda. Un episodio come tanti che in questo periodo si verificano nelle aziende agricole dove molte volte i proprietari non denunciano i fatti poiché stressati e umiliati dalle scorribande "di individui che anche se consegnati alla giustizia si beccano al massimo una denuncia e continuano a delinquere", ha spiegato uno dei proprietari. E' la solita storia di imprenditori che sentendosi soli si organizzano anche in ronde per vigilare sui propri raccolti.
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