è iniziato il nostro viaggio dalla contrada "Ospedale", di Mesagne, per seguire le operazioni vendemmiali nelle aziende dove sono visibili i danni che i nubifragi dei giorni scorsi hanno causato. Si parte alle ore 6 quando i viticoltori e i braccianti si ritrovano con le loro auto negli stradoni interpoderali. Posteggiare altrove è impossibile poiché i terreni sono pieni di acqua e fango. Ai margini dei tratturi restano i trattori, i camion le slitte utilizzate, in altri tempi, per uscire i tini colmi di uva. Ieri le operazione meccaniche non erano possibili, a causa degli allagamenti, perciò gli operai hanno preso dai magazzini un numero maggiori di tini. Alle 6,30 si immergono letteralmente nei filari di uve, nello specifico Syrah, per tagliare i grappoli. Non hanno impermeabili ma semplici giacche, gambali ai piedi e tanta voglia di lavorare, di vendemmiare quell'uva che tra qualche giorno scomparirà completamente poiché intaccata dal marciume. Timidamente le operaie iniziano a tagliare i primi grappoli mentre gli uomini escono a spalla i tini e li depositano nei camion o nei rimorchi dei trattori. Sono operazioni lunghe e fastidiose. Nel fango si annaspa, si cade. I piedi sprofondano nel fango quasi fossero sabbie mobili. Ma loro continuano il loro lavoro senza indietreggiare, senza imprecare. Il sole del mattino inizia a riscaldare i vitigni e gli animi. Si iniziano a togliere gli indumenti indossati a "cipolla" per evitare di bagnarsi e allora si inizia ad accennare qualche frase di canzona contadina e si continuano a tagliare i grappoli, sempre con spalla e testa all'ingiù. "La fatica si sente - confida Antonio, un omone con occhiali che sembra essere braccio di ferro - ma abbiamo la responsabilità di salvare il raccolto di un anno difficile. Noi lavoriamo spesso in questa azienda, la mia famiglia vive grazie a loro perciò salvare l'uva significa assicurarci il futuro". Ad andare su e giù dai filari di vigne c'è Pino, Cosimo, Pietro, tutti con i tini sulle spalle. Nessuno si ferma. Tagliare i grappoli è difficile anche perché i filari sono pieni di zanzare che l'acqua ha fatto proliferare all'inverosimile. Le condizioni ambientali sono sfavorevoli. "Ci stanno pungendo da stamattina - sbotta Carmela - ma non vinceranno loro", e continua nel tagliare l'uva e metterla nel secchio che Antonio svuoterà nel suo tino. "La vendemmia è bella - dice sorridendo Pino mentre fa un attimo di pausa per fumare una sigaretta - ci si stanca ma ci si diverte. Quest'anno ci stanchiamo di più ma come ha detto Antonio lo dobbiamo all'azienda che ci permette di portare avanti le nostre famiglie". A mezzogiorno il sole è ormai alto, i camion sono pieni di uva, gli autisti si mettono alla guida e partono per le varie cantine. I vendemmiatori e le vendemmiatrici si salutano, entrano nelle rispettive auto e ritornano a casa. Stanchi ma felici.
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