Redazione

E’ stato riconfermato Pierangelo Argentieri il presidente di Federalberghi Brindisi, l'associazione sindacale che riunisce e rappresenta le imprese alberghiere del territorio provinciale. Argentieri, imprenditore di successo, ricopre anche la carica di vicepresidente regionale della stessa associazione di categoria. Le elezioni, che si sono svolte a  Mesagne, hanno definito contestualmente il nuovo direttivo provinciale che risulta composto da Alessandro Semeraro, Giuseppe Nigri, Bartolo D’Amico e Giancarlo Lanzilotti.  “Voglio esprimere il mio più sentito ringraziamento ai colleghi che mi hanno onorato di presiedere ancora una volta Federalberghi Brindisi - ha commentato Pierangelo Argentieri che poi ha aggiunto  - Un grazie anche ai membri del direttivo per il loro supporto sul territorio e per la loro capacità di fare squadra negli interessi della nostra associazione. Tutti insieme siamo riusciti a traghettare il settore in questi anni difficili della pandemia. Come sempre sarò al servizio di Federalberghi cercando di affrontare questo nuovo mandato con sensibilità e coraggio”. Le linee guida di Federalberghi rimangono incentrate sull’attività sindacale, sui rapporti privilegiati con gli enti istituzionali, sulla lotta all’abusivismo e alla concorrenza sleale e sul marketing territoriale. “Come sempre ci interfacceremo  con i nostri organismi regionali, con il nostro presidente Nazionale Bernabò Bocca, con il direttore nazionale Alessandro Nucara con i quali abbiamo una linea di contatto costante e diretta”, ha concluso Argentieri. Federalberghi, da più di 100 anni, è la principale organizzazione imprenditoriale del settore turistico-ricettivo in Italia.

 

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L’incessante e continua attività di prevenzione e repressione dei reati e la capillare attività di controllo del territorio da parte dell’UPGSP della Questura di Brindisi intensificatasi con l’inizio della stagione estiva, ha permesso agli uomini delle Volanti di denunciare in stato di libertà un giovane brindisino resosi responsabile del reato di coltivazione e detenzione di sostanza stupefacente (Marjuana).

Nel pomeriggio di ieri, nel corso di una perquisizione domiciliare che ha visto l’intervento di personale della sezione Cinofili della Polizia di Frontiera di Brindisi, le Volanti hanno rinvenuto alcune piante e del fogliame di marijuana per un peso complessivo di circa 450 grammi.

Gli accertamenti preliminari effettuati presso il Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica hanno confermato la natura della sostanza rinvenuta che è stata sequestrata per essere messa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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In queste ore si sta scrivendo l’ultimo capitolo della sfortunata vita di Armel Dabré, il 28enne di Mesagne vittima dell’infortunio alla centrale della Mercure, a Laino Borgo, poiché la famiglia ha deciso di tumularlo nel suo Paese d’origine, il Burkina Faso. Intanto, il fratello Fabrice chiede verità e giustizia. Dunque, non tornerà più nella “sua" Mesagne, Armel Dabrè, Carmelo come lo chiamavano tutti in città, il ventottenne, avrebbe compiuto 29 anni il 16 agosto, originario del Burkina Faso ennesima vittima di un incidente sul lavoro occorso giovedì 16 giugno, alle 11.15, alla centrale della Mercure Srl, del gruppo Sorgenia Bioenergie, a Laino Borgo, in provincia di Cosenza e al confine con la Basilicata.

Com’è tristemente noto il giovane, che lavorava con un contratto non a termine, ma a tempo indeterminato per conto di un’impresa esterna del Brindisino, la Cmv, specializzata nelle costruzioni di carpenteria metallica e del montaggio e manutenzione degli impianti, impegnata appunto in un intervento di riqualificazione della centrale, sarebbe precipitato da un ponteggio cadendo su un nastro trasportatore: un volo e un impatto terribili che non gli hanno lasciato scampo, è deceduto praticamente sul colpo. La Procura di Castrovillari ha ovviamente subito aperto un procedimento penale con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, al momento non è dato sapere se e quanti soggetti siano stati iscritti nel registro degli indagati, e l’inchiesta dovrà stabilire se l’incidente sia stato determinato dalle violazioni delle norme di sicurezza nel cantiere.

Il pubblico ministero titolare del fascicolo ha disposto anche l’autopsia sulla salma di Dabrè, che è stata effettuata lunedì 20 giugno all’obitorio di Castrovillari, dopodiché ha rilasciato il nulla osta restituendola nella disponibilità dei familiari: il fratello della vittima che risiede in Italia, ad Afragola, in Campania, Fabrice, per fare piena luce sui fatti e ottenere giustizia, attraverso il consulente legale, Giuseppe Cilidonio, si è rivolto a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che profonderà ogni sforzo perché vengano accertate la dinamica e tutte le eventuali responsabilità di questa tragica morte bianca. Studio3A si farà anche carico del rimpatrio della salma che, una volta esperite tutte le pratiche burocratiche, per volontà della famiglia tornerà per il funerale e la sepoltura nel Burkina Faso, a Lengha, nel sud est del Paese, dove vivono la mamma e altri sei fratelli del giovane, che era arrivato a Mesagne ancora minorenne, in fuga dalla fame, dalle guerre e dalle violenze che tormentavano, e tormentano tuttora, la sua terra.

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Un operaio edile 53enne di Mesagne ha presentato certificati medici al suo datore di lavoro per malattia ed è andato a lavorare in altro cantiere in cui ha affisso le insegne dell’azienda edile datoriale. Il furbetto è stato scoperto e denunciato ai carabinieri per sostituzione di persona e falso in atto pubblico. Inoltre, in questa vicenda potrebbe paventarsi anche il reato di truffa, avendo l’operaio imbrogliato l’Inail con la falsa certificazione.

Al vaglio la posizione del suo medico e del tecnico che ha curato la documentazione per il cantiere “illegale”. Sulla vicenda indagano i carabinieri della stazione di Mesagne. I fatti sono accaduti alcuni giorni fa, quando l’imprenditore edile ha scoperto casualmente che le insegne della sua ditta erano affisse in un cantiere di cui lui non era a conoscenza l’esistenza. A quel punto ha voluto vederci chiaro e si è improvvisato un provetto Sherlock Holmes. Al mattino si è dotato di telecamera e si è appostato nei pressi del cantiere. Poi ha iniziato a filmare e riprendere l’attività che il suo operaio stava svolgendo in altro cantiere sotto mentite spoglie per le istituzioni, poiché utilizzava il nome del suo datore di lavoro. Dopo aver certificato abbondantemente con le riprese l’attività illecita del suo operaio è sceso dall’auto e si è recato nel cantiere per porre fine a questa “farsa”.

Appena l’operaio ha visto l’imprenditore ha iniziato a balbettare, a scusarsi, a trovare delle giustificazioni, come, ad esempio, quella che andava a lavorare nel cantiere per una sola ora al mattino, ed altre discolpe simili. Ha spiegato che si trattava dell’abitazione della sua figliola a cui lui dedicava del tempo per costruirla. Ma l’imprenditore è stato inflessibile. È ritornato in ufficio ed ha inviato delle email certificate sia all’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro sia al Comune di Mesagne per quanto di sua competenza. Infatti, l’Inail potrebbe aver già erogato l’indennità di malattia mentre l’ufficio Urbanistica del Comune di Mesagne dovrà vagliare tutta la documentazione presentata per verificarne la veridicità. Un’altra email è stata inviata al comando della polizia locale che ha il compito di effettuare i sopralluoghi sui cantieri per il controllo della documentazione tecnica. Infine, si è recato presso la caserma dei carabinieri ed ha denunciato l’accaduto. I carabinieri hanno avviato le indagini durante le quali dovranno verificare anche la posizione del medico che avrebbe rilasciato un certificato di malattia non veritiero e quella del tecnico della figlia che ha curato la pratica edile con il Comune.

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Microchip gratuito per cani e gatti, domani a Mesagne in Piazza Gioberti. 

‘Se lo ami lo chippi' è il nome dell’iniziativa che si svolgerà dalle 17.30 alle 20.30 nei pressi dell’immobile Asl in Piazza Gioberti 1 a Mesagne.

I cittadini residenti a Mesagne, possessori di cani e gatti non microchippati, dovranno presentarsi muniti di fotocopia del documento di identità. La giornata è patrocinata dalla Comune di Mesagne, ufficio Randagismo e Benessere degli Animali, in collaborazione con l’Asl attraverso il servizio veterinario competente, l’associazione LEPA – Lega Protezione Animali e i volontari animalisti attivi sul territorio.

L’iniziativa offre la possibilità gratuita di registrare i propri amici a quattro zampe alle rispettive anagrafi, secondo quanto previsto dalle leggi in materia ma, soprattutto, a tutela di un vero e proprio legame affettivo’, ha ricordato il sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli. La Giunta comunale ha approvato con delinera dello scorso 8 giugno la destinazione del budget di spesa necessario alla fornitura dei dispositivi. ‘Il microchip serve a ritrovare il proprietario in caso di smarrimento dell’animale ma anche a contrastare la triste e ancora troppo diffusa pratica dell’abbandono e dei fenomeni igienico-sanitari e di sicurezza stradale ad esso collegati', ha continuato Vincenzo Carella, consigliere comunale con delega al Benessere degli animali. L’iniziativa, alla sua seconda edizione, rientra tra gli appuntamenti con cui l’Amministrazione comunale di Mesagne, in rete con gli altri attori del territorio, si attiva per contrastare il fenomeno del randagismo e favorire la cultura del rispetto degli animali.

La situazione in cui versa il nostro paese diventa ogni giorno sempre più drammatica, tanto da rendere difficile anche la individuazione di soluzioni che possano consentire una inversione della rotta.

Non è pensabile, in ogni caso, attribuire tutte le responsabilità di ciò che sta avvenendo unicamente agli effetti della pandemia e del conflitto in corso tra Russia e Ucraina. In realtà, la crisi del sistema è evidente ormai da anni e coinvolge tutti i settori economici e produttivi. Un segnale tangibile, insomma, di un meccanismo di governo della cosa pubblica che ormai non funziona più e che patisce le conseguenze di evidenti sottovalutazioni da parte della “politica”. E’ cronaca di tutti giorni, ad esempio, quella collegata alle dichiarazioni di vari Ministri i quali si ostinano ancora oggi ad affermare che “va tutto bene” e che la situazione è sotto controllo grazie alle linee di intervento messe in campo dal Governo.

La realtà è che si continua a procedere a colpi di “decreti legge” che non conferiscono alcuna sicurezza al “sistema”, soprattutto in considerazione del fatto che vengono superati da successivi decreti che di fatto vanificano gli effetti dei precedenti.

Un ginepraio che rende il nostro paese poco appetibile a livello internazionale ed allo stesso tempo mette in ginocchio le imprese italiane, costrette a districarsi tra indecisioni legislative e malfunzionamento della macchina burocratica. Le “litanie burocratesi” ormai hanno il sopravvento su tutto.

Condizioni drammatiche che fanno intravedere la strada del non ritorno anche per chi aveva sperato nei possibili effetti benefici del PNRR che invece sembra destinato ad un inesorabile fallimento. Il che provocherà un autentico “tsunami” nel nostro paese, per effetto del mancato utilizzo delle risorse messe a nostra disposizione e della ulteriore perdita di credibilità a livello comunitario.

Noi di Ance abbiamo lanciato probabilmente per primi l’allarme di ciò a cui si stava andando incontro, ma non siamo stati ascoltati (quello che sta accadendo anche nella gestione dei bonus edilizi ne costituisce una drammatica conferma).

Oggi diciamo a gran voce che l’unica speranza di venir fuori da questa situazione drammatica è quella di instaurare un nuovo rapporto tra Stato e Imprese improntato su un rapporto fiduciario per la gestione del PNRR, mettendo in campo la figura dei “prefetti dei lavori pubblici” a cui attribuire poteri straordinari (sul modello di ciò che è stato già fatto per chi oggi guida le Zes e magari in 5 settimane e non in 5 anni).

Non si tratta di “commissariare” poteri già esistenti, ma di provare a venir fuori da una situazione gravissima, superando contrasti e lungaggini delle varie diramazioni dello Stato ed individuando proprio in questi “prefetti” i soggetti che possono chiedere al Consiglio dei Ministri di pronunciarsi in maniera risolutiva per dirimere contrasti e diversità di vedute, spianando la strada alla effettiva realizzazione delle opere pubbliche.

In questo contesto, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili può e deve avere un ruolo che va dal supporto operativo nella fase di individuazione delle criticità (quella del costo dei materiali, se affrontata con il giusto piglio decisionale, sarebbe stata superata ormai da tempo) alla capacità di rimettere in marcia migliaia di cantieri grazie alle proprie imprese ed alle professionalità esistenti nelle tantissime aziende “sane” di questo comparto.

Si tratta, però, di decidere se evitare di continuare ad andare a sbattere contro il muro delle inefficienze. Ma il tempo a disposizione ormai è davvero agli sgoccioli.

Angelo Contessa - Presidente ANCE Brindisi

 

 

“Dobbiamo accertare se con i contributi all’Allora Fest non siano state violentate le casse pubbliche. Abbiamo il dovere di vigilare affinché a nessuno sia consentito di fare l’imprenditore con il rischio d’impresa sulle spalle dei cittadini, così come a nessuno sia consentito pensare che il motto ‘con la cultura si mangia’ possa essere trasformato in mangiamoci la cultura”.

Lo afferma il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione, Fabiano Amati.

“Nei prossimi giorni convocherò in audizione il Presidente Emiliano, in quanto titolare della delega alla Cultura, il Direttore del dipartimento e tutti i legali rappresentanti di enti e società regionali a vario titolo interessati dalla vicenda.

"La convocazione dell’audizione avviene, ovviamente, nell’ambito della funzione ordinaria di controllo sull’andamento e sulle modalità della spesa, e non rappresenta alcuna intromissione in questioni di natura diversa dall’indirizzo politico e dai relativi procedimenti amministrativi adottati per eseguirlo”.

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ARESTA ADERISCE A “INSIEME PER IL FUTURO”:  “UNA SCELTA MEDITATA E DOLOROSA NON CONTRO IL M5S MA PER IL PAESE”

Il deputato Giovanni Luca Aresta ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Si è trattato di una scelta meditata anche se molto dolorosa, ma in questo M5S faticavo ogni giorno a riconoscermi. Aderisco al gruppo Insieme per il Futuro consapevole che non sarà facile ricostruire l’entusiasmo tra i cittadini ma non possiamo rinunciare ad essere protagonisti del cambiamento della nostra società. Luigi Di Maio ha indicato con pragmatismo e con serietà le linee guida con cui ci apprestiamo ad affrontare questa nuova avventura politica: per una Italia fortemente ancorata alla sua appartenenza atlantista ed europeista, fedele ai valori della Costituzione e con la necessità di anteporre il bene del Paese a quello di partito. Dopo anni di crisi pandemica e con la guerra che è tornata con le sue tragedie sul suolo del nostro Continente, non possiamo permetterci di far girare al contrario la ruota della storia. Non è una scelta che faccio contro il M5S nel quale lascio amici e compagni di viaggio e con i quali continuerò a collaborare sui problemi concreti delle persone anche in futuro. È una scelta che faccio a favore del Paese e per garantire quella stabilità di governo che è necessaria per iniziare a rispondere alla richiesta di aiuto di chi sta in basso nella scala sociale e per rilanciare il nostro sistema produttivo. Credo che sia necessario proseguire la nostra idea aperta ed innovativa della politica, rompendo gli steccati ideologici e facendo sinergia con i territori a partire dai sindaci. È un lavoro che ho cominciato da quando ho avuto l’onore di essere eletto nel collegio uninominale di Francavilla Fontana e che ora intendo portare avanti con maggiore spirito unitario e con una visione politica includente. 

Sono a disposizione dei cittadini per fare insieme questo cammino verso il futuro.”

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Il Consiglio provinciale di Brindisi, presieduto dall’on.Toni Matarrelli, con il consigliere provinciale delegato per STP e ASI, Elio Ciccarese, si è riunito ieri, presso l’aula Consiliare di Brindisi, per dare avvio alla fase di ascolto dei vari amministratori delle società partecipate di cui l’Ente Provincia è socio, allo scopo di ricevere utili informazioni sulle rispettive “mission” istituzionali, sull’eventuale programmazione di nuove attività e sugli obiettivi societari da traguardare a breve ma anche a lunga scadenza, con il fine unico del raggiungimento del soddisfacimento sempre più totale delle esigenze dell’utenza, del territorio e della cittadinanza.

Nella riunione odierna, come primi interlocutori, erano presenti gli organismi dirigenziali di STP, la Società di Trasporto Pubblico locale, e dell’ASI, il Consorzio dell’Area di Sviluppo Industriale di Brindisi.

“Oggi chiediamo lo stato dell’arte – ha dichiarato il presidente della Provincia, Toni Matarrelli – su queste due importanti nostre società partecipate. L’ASI si occupa delle zone industriali di quasi tutto il territorio provinciale, quindi ha in sé un ruolo essenziale per lo sviluppo economico e sociale. La STP è la nostra unica azienda che si occupa del servizio di trasporto urbano, compreso quello scolastico, e quindi è un servizio importantissimo per il territorio provinciale. La Provincia ha il 66,67% delle quote di STP, quindi è socio maggioranza, e ha il 37% di ASI, quindi tra i soci più rappresentativi del Consorzio. Noi, come amministrazione provinciale, abbiamo un ruolo di assoluto primo piano rispetto a queste due società, approviamo i loro bilanci e lavoriamo in sinergia anche per programmare i rispettivi servizi sul territorio. Oggi il consiglio provinciale non è chiamato ad approvare provvedimenti di alcun tipo, ma avevamo soltanto la necessità di confrontarci con gli amministratori delle società per avere delle relazioni puntuali rispetto alle attività svolte, mettendo in evidenza, se ve ne sono, criticità e difficoltà operative, perché vorremmo intervenire affinché tutti i loro servizi funzionassero nel miglior modo possibile. Faremo così anche con le altre società partecipate dalla Provincia”.

In avvio sono state ascoltate le relazioni dei presidenti, avv. Vittorio Rina per l’ASI e del sen.Salvatore Tomaselli per STP. Entrambi hanno anche espresso la massima soddisfazione per questa iniziativa del consiglio provinciale di Brindisi e del presidente Matarrelli. La STP, come ha ribadito il presidente Tomaselli, si avvia verso un sempre più necessario sviluppo tecnologico, puntando tantissimo sulle sfide della sostenibilità energetica, dirigendosi verso il sistema elettrico, e sulla sostenibilità economica, nonostante i due difficili anni trascorsi con l’emergenza sanitaria. L’ASI, da parte sua, come ha detto il presidente Riina, ha davanti a sé scelte importanti e strategiche da fare ed è fondamentale ascoltare suggerimenti o consigli da parte degli enti soci. A tal proposito, il presidente Rina ha manifestato la massima attenzione per le “ZES” e la “zona franca doganale” e c’è la volontà di costituire in ASI una comunità energetica. Al termine dell’audizione, ha preso avvio il proficuo dibattito, da cui sono scaturite utili indicazioni per la programmazione futura dei due enti partecipati.

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Con l'anticiclone Caronte proveniente dall’Algeria che sta invadendo la Puglia con picchi fino a 43 gradi e la siccità che morde da mesi, bruciano frutta e verdura nei campi con una riduzione della produzione di oltre il 20% già a giugno. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti Puglia sugli effetti delle alte temperature con meloni, angurie, fragole tardive, melanzane e piante di pomodori ustionati dai raggi del sole, con la mancanza di acqua che sta mandando in stress idrico i vigneti e gli oliveti dove mancano le olive.

A risentire è tutto il settore agricolo nel 2022 divenuto rovente – afferma Coldiretti Puglia – con la frutta e la verdura in campo  bruciate dal solleone e i frequenti incendi in Salento e nel foggiano. Stanno soffrendo il caldo gli animali nelle stalle – spiega Coldiretti Puglia - dove le mucche per lo stress delle alte temperature stanno producendo fino al 30% circa di latte in meno rispetto ai periodi normali, mentre il calo delle rese hanno ridotto la produzione dell’alimentazione degli animali, come orzo e piselli proteici.

I costi sono schizzati alle stelle per l’irrigazione di soccorso e per la necessità di gasolio – aggiunge Coldiretti Puglia - per tirare l’acqua dai pozzi, azionare trattori e mietitrebbie per raccogliere il grano e per tenere in funzione h24 ventilatori e doccette refrigeranti nelle stalle per aiutare le mucche a sopportare meglio la calura. Una situazione che fa salire ben oltre i 100 milioni di euro il conto dei danni provocati nel 2022 all’agricoltura pugliese per il caldo e la siccità soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti con le avversità da sole e scottature dei prodotti agricoli che non sono più assicurabili.

L’allarme caldo e siccità si fa più grave in un 2022 con un estate iniziata torrida dopo una primavera che si è classificata come la sesta più calda di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,85 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, con la penisola messa sotto assedio dal caldo e dalla siccità, sulla base della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che rileva i dati dal 1880.di mercurio nel periodo è stata superiore di ben 1,04 gradi rispetto alla media storica mentre in Italia la temperatura è stata più alta di 0,21 gradi, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr relativi ai primi cinque mesi dell’anno

Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie abbiamo elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile nel Recovery plan – insiste Coldiretti Puglia - un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale.

Il progetto – conclude la Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di “costruire” senza uso di cemento per ridurre l’impatto l’ambientale bacini in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura – conclude Coldiretti Puglia - con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.

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