Redazione
Lo sport invade il centro di Brindisi, il 9 luglio il maestro Carmine Iaia organizza il "Festival dello Sport"
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Brindisi. La siccità sta mettendo in ginocchio gli agricoltori
In provincia di Brindisi la perdurante siccità sta mettendo in ginocchio l’agricoltura. Ormai è un dato inconfutabile che il comparto nel prossimo futuro deve fare i conti con risorse idriche sempre minori. Per affrontare questa emergenza bisogna strutturare le reti di distribuzione dell’acqua che attualmente è, a dir poco, un colabrodo. Inoltre, ad oggi l’89% dell’acqua piovana va persa per cui serve subito realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione. Il rischio di non poter più effettuare irrigazioni di soccorso sia per carenza idrica sia perché il livello salino della falda inizia a salire in maniera preoccupante è alquanto reale. Irrigare con acqua salmastra nuocerebbe gravemente alle colture.
Tra le soluzioni per accrescere la disponibilità di acqua sul territorio c’è il riutilizzo delle acque di vegetazione, dopo opportuno trattamento in impianti su alcuni territori già realizzati, come quello, ad esempio, esistente a Mesagne e costruito decenni fa dalla provincia di Brindisi. Intanto, alcuni agricoltori stanno realizzando sulle loro aziende impianti di irrigazioni intelligenti dotati di nuove tecnologie tese a risparmiare sulla distribuzione dell’acqua. “Preoccupa molto la siccità nelle nostre campagne che sta colpendo tutte le colture presenti in provincia di Brindisi”, ha dichiarato Filippo De Miccolis Angelini presidente provinciale della Coldiretti. La carenza di acqua sta causando, tra le altre cose, anche una diminuzione sostanziale del prodotto. “La riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo – ha proseguito il presidente di Coldiretti – la stiamo constatando in questi giorni con la trebbiatura del grano e di altri cereali, ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere”. Con la trebbiatura in corso, si registra un calo del 30% delle rese per il grano e l’avena, del 25% per i legumi, ma si assiste anche alla maturazione contemporanea delle diverse varietà di frutta e ortaggi, come ciliegie e asparagi, dove le primizie e le varietà tardive sono maturate praticamente assieme, invadendo il mercato che non riesce ad assorbire le produzioni. “Gli effetti sono evidenti anche sul settore olivicolo – ha aggiunto De Miccolis - con il caldo durante la fioritura e la siccità che hanno compromesso l’allegagione, con una stima di un calo sensibile della produzione di olive del 40%”. Calo che va ad aggiungersi a quello prodotto dalla xylella.
“Questa criticità si è aggravata per l’assenza di una chiara strategia in merito alla gestione dell’acqua”, ha tenuto a far notare il presidente che è certo che tale situazione si acuisce perché “paghiamo il fatto di non aver presentato dei dettagliati piani operativi del Pnrr per quanto riguarda la bonifica”. Inoltre, il presidente Coldiretti ha spiegato che l’agricoltura “soffre perché la natura decide di non fa piovere, ma di sicuro perché le istituzioni non realizzano quanto necessario in termini di creazione di bacini, invasi, di sistemi irrigui. Ecco perché c’è bisogno di un cambio di passo sulla strategia dell’acqua in agricoltura. Oggi assistiamo a fenomeni pluviali ormai non più eccezionali con il rischio che quando piove fa anche danno alle colture. Quindi - secondo Coldiretti - ci deve essere un diverso approccio nella gestione acqua in agricoltura che non può essere più rimandato”.
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A LATIANO: ORESTE ... CHE SUCCESSO!
Oreste Castagna incanta Latiano! Una giornata memorabile per la coop.
Sostegno di Latiano, quella vissuta lo scorso venerdì, e che ha visto la
presenza del cantastorie di Rai Yoyo Oreste Castagna, lo storico Gipo
dell’albero azzurro. La serata, presentata da Roberto Schifone, ha visto
la presenza presso l’anfiteatro della Villa Comunale di oltre 450 fra
bambini, genitori e nonni! “Sono e siamo entusiasti – è il commento
della Presidente della storica cooperativa latianese, Paola Baldari –
per il grandissimo successo di pubblico. Abbiamo voluto regalare alla
città dei più piccoli, ai bambini del territorio brindisino, un
pomeriggio da incanto con il loro beniamino che non si è sottratto a
foto ed autografi”. All’evento, fortemente voluto dalla Direzione della
Sostegno, hanno preso parte diversi bambini provenienti dal territorio
brindisino. “Regaleremo altri momenti al territorio – conclude Baldari –
momenti ludici dedicati all’infanzia e formativi per i professionisti
del settore, crediamo fortemente nelle scambio arricchente con il
territorio”.
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Dopo tanto clamore, discussioni, e veti chiaramente politici a Mesagne in questi giorni si scriverà una pagina di storia molto importante: la collocazione del busto bronzeo del generale Giovanni Messe, l’ultimo Maresciallo d’Italia. Una diatriba che va avanti da circa cinquant’anni tra veti e contro veti che non hanno permesso la posa del manufatto. Il generale Messe, infatti, è ancora ricordato in città come un ufficiale dell’esercito italiano a servizio dei governi monarchico e fascista. All’inizio della consiliatura del sindaco Toni Matarrelli, il presidente del Consiglio comunale Omar Ture, su proposta di alcuni cittadini, aveva pensato di collocare il busto in piazza dei Commestibili. Ma anche questa scelta fu contrastata da ragioni politiche frutto di documentazione rinvenuta negli archivi inglesi. Un curriculum non proprio limpido, acclarato anche da abbondante documentazione di prima mano, che la “sua” città non gli ha perdonato. Così, la statua bronzea nei prossimi giorni verrà sistemata a Roma presso il monumento ai Caduti di tutte le guerre, presente nel cimitero comunale.
La decisione è stata comunicata all’Amministrazione comunale di Mesagne, dal nipote Giuseppe Messe attuale custode del busto. Per la verità ci sarebbe da discutere anche su questo poiché, sembra, che la famiglia ha custodito il busto per lunghi anni, ma non avrebbe un documento ufficiale che ne certifichi il possesso. E siccome il busto fu realizzato con soldi dei cittadini il manufatto apparterrebbe ancora a loro e ai loro eredi. Perciò la donazione che è stata fatta dalla famiglia alla direzione generale per il personale militare di Roma potrebbe non avere un fondamento giuridico. Insomma, non hanno titolo a cedere il busto bronzeo non essendone né i proprietari né i custodi legali. In questi anni tanto si è scritto e parlato del generale Messe. Non ultimi due scrittori di caratura nazionale, Mario Cereghino e Giovanni Fasanella. “Del suo passato fascista – hanno scritto in una loro opera dedicata a Messe - a noi importa relativamente, come pure delle sue idee monarchiche.
Ciò che invece molti italiani ignorano è che nell’immediato dopoguerra Messe fu uno dei protagonisti – certo non l’unico – della costruzione sotto l’egida dei servizi segreti britannici e del capitano statunitense (anglofilo) James Jesus Angleton (Oss, poi Cia) di un apparato paramilitare clandestino (nulla a che fare con Gladio, che nacque dopo e che, a nostro avviso, aveva anche una sua legittimità) formato da monarchici, ex fascisti, repubblichini, squadroni della morte mafiosi, massoni; e che allungava i suoi tentacoli anche verso formazioni “rivoluzionarie” di estrema sinistra ostili alla dirigenza moderata del Pci di Togliatti”. I due scrittori hanno, quindi, aggiunto: “Un “Doppio Stato” occulto e aggressivo che non aveva come obiettivo la difesa della libertà del nostro Paese da una fantomatica minaccia dell’Armata Rossa. Pericolo inesistente per gli stessi britannici e americani, ma enfatizzato ad arte proprio da quel milieu di cui Messe faceva parte. Ingigantito attraverso operazioni di guerra psicologica per creare consenso intorno ai progetti eversivi contro lo Stato legittimo, rappresentato dai governi di unità nazionale antifascista”.
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FASANO – «La comunità fasanese è ormai nota in tutto il mondo per la sua cultura dell’accoglienza».
Così il sindaco, Francesco Zaccaria, interviene sul presunto episodio di discriminazione accaduto due sere fa in un locale di Savelletri.
«L’amministrazione comunale di Fasano, che mi onoro di guidare, è da sempre vicina a tutti i soggetti che subiscono ingiuste discriminazioni – dice il primo cittadino –. Difendiamo i diritti della comunità LGBT nell’ambito del principio-cardine della modernizzazione, che non deve essere solo nelle infrastrutture, ma anche nella cultura e nella mentalità. In una società culturalmente evoluta la discussione su questi temi dovrebbe essere superata in quanto questi temi dovrebbero essere patrimonio comune. Mi farò promotore di un incontro che possa chiarire l’episodio e che sono certo si concluderà con una stretta di mano. Il dialogo e il confronto sono sempre la cura migliore per superare ogni forma di diffidenza e comprendere l’importanza del rispetto reciproco».
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La Uiltec della Puglia ha celebrato nella giornata di giovedì 23 giugno presso Villa Romanazzi Carducci a Bari il suo Congresso Regionale a conclusione del percorso avviato in questi mesi sui territori ed allo stesso tempo momento utile al lancio dell’ultima tappa della vita sindacale, il Congresso Nazionale, che sarà celebrato proprio nel capoluogo pugliese dal 5 al 7 ottobre presso gli ampi spazi della Fiera del Levante.
All’appuntamento regionale di questi giorni la Uiltec pugliese è arrivata forte dell’esperienza dei diversi Congressi Territoriali di Brindisi, Taranto e Lecce ognuno dei quali ha portato all’attenzione dei vertici regionali le specificità, le problematiche e le vertenze di ogni territorio. A Taranto è la Raffineria ed il suo futuro a preoccupare, senza dimenticare la cronica questione dell’ex Ilva. A Lecce fari puntanti sulla crisi del Calzaturiero e del Tessile: nonostante i Grandi Marchi rimane un settore nel quale è assente la volontà di investimenti in nuove tecnologie, a Lecce come in altri territori. In Terra di Bari e Capitanata sono notevoli le crisi nel settore Manifatturiero, della Gomma e Plastica e del Tessile. In tutte le vertenze è cruciale e fondamentale il lavoro che la Uiltec compie con i suoi Dirigenti e delegati in ogni realtà a difesa del lavoro e dei lavoratori.
Il punto su Brindisi è arrivato dalla Tavola Rotonda vissuta durante il Congresso Territoriale alla quale ha preso parte l’intera Segreteria Nazionale Uiltec assieme ad illustri ospiti del mondo accademico, di Confindustria e di aziende strategiche come Eni ed Enel. La discussione ha avuto per tema la «Transizione Energetica per una Giusta Equità Sociale» ed ha messo in evidenza come il processo di rinnovamento del sistema produttivo industriale di Brindisi, a partire dalla decarbonizzazione dell’Enel di Cerano, non può e non debba avere ricadute negative sugli aspetti economici ed occupazionali del territorio acuendone ulteriormente il drammatico divario sociale. A Brindisi sono molte le vertenze: oltre a Cerano, la riconversione green degli impianti chimici (e non solo) di Eni, l’assestamento societario della nuova costituenda azienda farmaceutica EuroApi ed altre ancora.
Con la crisi internazionale fra Russa ed Ucraina l’Energia è oggi, più che mai in passato, il settore più esposto e sui cui le Autorità nazionali ed europee stanno prestando la maggiore attenzione. Gli interrogativi sulla autonomia energetica nazionale, oggi evidenti a tutti, sono un tema antico che l’Italia si porta dietro da tempo per la mancanza di politica industriale strategica adeguata. Oltre alla classe politica incapace di fare scelte di lungo corso ha il suo peso in questa difficoltà strutturale del nostro Paese anche una diffusa cultura del no-a-tutto: dal blocco delle Trivelle in Adriatico al no ai Rigassificatori, dalle battaglie ideologiche sui gasdotti e sui depositi di GNL alla contrapposizione pressoché quotidiana sulle Centrali Elettriche e sui Petrolchimici e per ultimo anche la battaglia sui parchi eolici e fotovoltaici. Una linea ambientalista radicale ed ideologica che ha messo in difficoltà un intero Paese facendo la fortuna solo di chi ha guidato le battaglie anti-Industria.
Le polemiche di questi giorni sull’intesa accordata da Regione e Ministero al deposito Edison a Costa Morena ne sono una dimostrazione paradigmatica: tante le prese di posizione, alcune totalmente estranee al mondo dell’industria e del lavoro tanto da sembrare pregiudizievoli. Ogni occasione è utile per ribadire il no all’industria a priori. Dire “no all’industria” vuol dire, nell’immediatezza, dire no al lavoro ed al volano economico che porta su altri settori.
La Puglia industriale non presenta un quadro incoraggiante: l’ultimo rapporto di Bankitalia riporta un forte rallentamento della crescita economica a causa dei ritardi nelle catene di approvvigionamento e l’aumento di energia e materie prime. Aumentata anche la disoccupazione e le richieste di Reddito di Cittadinanza. In questo contesto l’unica azione realmente dannosa sarebbe una svolta anti-industriale da parte del mondo politico e dell’opinione pubblica. Il rischio di una desertificazione industriale che metta a rischio la tenuta economica e sociale dell’intera Puglia è reale.
Tornando alla cronaca Congressuale sono stati 22 i Dirigenti Sindacali della Uiltec di Brindisi a partecipare al Congresso Regionale di Bari. Assieme ai loro colleghi hanno contribuito ad eleggere la nuova Segreteria della Puglia: Filippo Lupelli, confermato Segretario Generale, Carlo Perrucci (Brindisi), Amedeo Guerrieri e Fabiana Signore quali Componenti di Segreteria e Adelio Zocco nel ruolo di Tesoriere.
Sempre a Bari sono stati eletti i Delegati che rappresenteranno Brindisi nel Congresso Nazionale Uiltec: Carlo Perrucci, Cosimo Zimmari, Annarita Gianniello, Lucio Licchello, Angelo D’Errico, Domenico Tarantini, Mario Medico, Carmelo Montanaro, supplenti Claudio De Giorgi e Salvatore Spinosa. Carlo Perrucci sarà anche il delegato Uiltec Brindisi a partecipare al Congresso Regionale della Uil confederale di Puglia e di Bari.
Brindisi 23 giugno 2022
Il Segretario Generale Uiltec Brindisi
Carlo Perrucci
Mesagne. Terzo arresto per l'omicidio di Carlo Giannini
Ieri pomeriggio la polizia dello Yorkshire meridionale ha comunicato di aver arrestato un giovane di 27 anni con l’accusa di omicidio. È il terzo arresto che i poliziotti inglesi effettuano sul caso di Carlo Giannini. In particolare gli investigatori hanno dichiarato: “Gli investigatori che indagano sulla morte di Carlo Giannini hanno arrestato oggi, mercoledì 22 giugno, un uomo di 27 anni con l'accusa di omicidio. Il signor Giannini è stato trovato morto a Manor Fields Park alle 5 del mattino di giovedì 12 maggio. Un'autopsia ha poi concluso che è morto per una coltellata. Questo è il terzo arresto dell'inchiesta. Un ragazzo di 17 anni è stato rilasciato sotto inchiesta e un uomo di 18 anni è stato rilasciato in attesa di ulteriori azioni”. Dunque, gli investigatori inglesi stanno concludendo il puzzle dell’omicidio del mesagnese Carlo Giannini inchiodando i potenziali autori, complici e fiancheggiatori alle loro responsabilità. L’omicidio di Carlo Giannini è avvenuto in Inghilterra nella notte a cavallo tra l’11 e il 12 maggio scorsi nel parco di Manor Fields Park, fuori City Road, ai margini di un cimitero, della città di Sheffield, nel South Yorkshire. Nelle ore successive l’omicidio la polizia di Sheffield ha arrestato un ragazzo di 17 anni e uno di 18, rilasciati dopo alcune ore a seguito del pagamento della cauzione. Evidentemente le prove raccolte non erano schiaccianti, ma solo indiziarie che, pertanto, non hanno potuto inchiodare i due giovani alle loro responsabilità. Perciò sono stati rimessi in libertà anche se sotto controllo della polizia. L'omicidio è maturato in Inghilterra, nel South Yorkshire, nella città di Sheffield, dove Carlo Giannini era ritornato a lavorare dopo una parentesi tedesca. Infatti, con il fratello Stefano e la cognata Valentina avevano avviato una pizzeria in Germania, nel cuore della foresta nera. Poi Carlo aveva deciso di fare ritorno in Inghilterra. Ed è qui che, probabilmente, va cercato il movente della sua morte. La pista principale potrebbe essere quella di un’aggressione con rapina, avvenuta nella notte all’interno del parco. In pratica Carlo si sarebbe trovato nel luogo sbagliato all’ora sbagliata. Per dare nuova linfa alle indagini i detective inglesi hanno ripostato sui social un invito rivolto a coloro che nelle ore in cui è maturato l’omicidio del Giannini si trovavano nel parco e potrebbero essere stati testimoni oculari dello stesso. Il caso Giannini è seguito costantemente dai funzionari della Farnesina che sono in contatto con l’ambasciata italiana di Londra e il consolato di Sheffield. Il 9 giugno scorso si sono svolti a Mesagne le esequie del giovane chef. Sulla bara un mazzo di rose bianche, simbolo della purezza, intrecciate con rami di olivo, che simboleggiano la pace, e spighe di grano a simboleggiare la rinascita. Poi sul feretro è stata posata la foto di Carlo e la sua casacca da chef.
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SICCITÀ: COLDIRETTI PUGLIA, LA PUGLIA E' LA REGIONE D’ITALIA DOVE PIOVE MENO (641,5 MM ANNUI)
Triste primato per la Puglia, regione d’Italia dove piove meno con 641,5 millimetri annui medi e impatti gravi sull’agricoltura causati dalla siccità che distrugge le coltivazioni e favorisce i roghi e rappresenta la calamità più rilevante per i campi. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base del Rapporto dell’ISPRA e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’ambiente, mentre è in fase di predisposizione la dichiarazione dello stato di emergenza per la siccità con l’istituzione di un coordinamento tra Protezione civile, MiPAAF, MiTE, Affari Regionali, MIMS e MEF.
La regione con il minimo afflusso meteorico è proprio la Puglia che mantiene anche il primato negativo – aggiunge Coldiretti Puglia – della disponibilità annua media di risorsa pro capite con soli 1000 metri cubi, meno della metà della disponibilità annua pro capite media nazionale stimata in 2330 metri cubi.
Negli invasi artificiali per l’assenza di piogge mancano 71 milioni di metri cubi d’acqua rispetto alla capacità, secondo i dati dell’Osservatorio ANBI Nazionale, ma a preoccupare – denuncia Coldiretti Puglia - è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come il grano e gli altri cereali, ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere. Con la trebbiatura in corso, si registra un calo del 30% delle rese per il grano e l’avena, del 25% per i legumi, ma si assiste anche alla maturazione contemporanea delle diverse varietà di frutta e ortaggi, come ciliegie e asparagi, dove le primizie e le varietà tardive sono maturate praticamente assieme, invadendo il mercato che non riesce ad assorbire le produzioni. Ma gli effetti sono evidenti anche sul settore olivicolo – dice Coldiretti Puglia - con il caldo durante la fioritura e la siccità che hanno compromesso l’allegagione, con una stima di un calo sensibile della produzione di olive del 40% in Puglia.
A risentire è tutto il settore agricolo nel 2022 divenuto rovente – afferma Coldiretti Puglia – con la frutta e la verdura in campo bruciate dal solleone e i frequenti incendi in Salento e nel foggiano. Stanno soffrendo il caldo gli animali nelle stalle – spiega Coldiretti Puglia - dove le mucche per lo stress delle alte temperature stanno producendo fino al 30% circa di latte in meno rispetto ai periodi normali, mentre il calo delle rese hanno ridotto la produzione dell’alimentazione degli animali, come orzo e piselli proteici.
I costi sono schizzati alle stelle per l’irrigazione di soccorso e per la necessità di gasolio – aggiunge Coldiretti Puglia - per tirare l’acqua dai pozzi, azionare trattori e mietitrebbie per raccogliere il grano e per tenere in funzione h24 ventilatori e doccette refrigeranti nelle stalle per aiutare le mucche a sopportare meglio la calura. Una situazione che fa salire ben oltre i 100 milioni di euro il conto dei danni provocati nel 2022 all’agricoltura pugliese per il caldo e la siccità soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti con le avversità da sole e scottature dei prodotti agricoli che non sono più assicurabili.
Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie abbiamo elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile nel Recovery plan – insiste Coldiretti Puglia - un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale.
Il progetto – conclude la Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di “costruire” senza uso di cemento per ridurre l’impatto l’ambientale bacini in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura – conclude Coldiretti Puglia - con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.
Covid - 19. Oggi sono complessivamente 3817 casi positivi di cui 311 in provincia di Brindisi
Dati del giorno: 23 giugno 2022
Dati complessivi
Capitano Piero Rosario SUMA insignito dell’onorificenza di “Ufficiale” dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”
Brindisi. Il Capitano Piero Rosario SUMA insignito dell’onorificenza di “Ufficiale” dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”. Questa mattina, nella sede del Comando Provinciale Carabinieri, il Capitano Ruolo d’Onore Piero Rosario SUMA è stato insignito dell’Onorificenza di “Ufficiale” dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” conferita dal Presidente della Repubblica. S.E. il Prefetto di Brindisi, Dottoressa Carolina BELLANTONI, alla presenza del Comandante Provinciale, Colonnello Vittorio CARRARA, ha consegnato personalmente il Diploma all’Ufficiale, distintosi per le spiccate qualità professionali e la non comune dedizione all’Istituzione, per l’altissimo senso del dovere e la preparazione tecnico-professionale che gli hanno consentito di affrontare le complesse attività demandategli con perseverante impegno. Nonostante il gravissimo infortunio “per servizio” occorsogli il 12 maggio del 1988 il Capitano ha continuato a collaborare e coadiuvare l’Arma fornendo il suo contributo nelle molteplici operazioni di servizio messe in campo per la lotta al contrabbando di t.l.e. e contro la criminalità organizzata. Ha partecipato nel 2014 alla costituzione del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa (GSPD) impegnato nel recupero psico-fisico di militari che hanno contratto lesioni o malattie nello svolgimento del proprio dovere quotidiano. Richiamato in servizio nel Ruolo d’Onore dell’Arma nel 2018 ha conseguito numerosi riconoscimenti ed encomi per meriti sportivi in qualità di atleta paraolimpico, in particolare si è distinto per aver ottenuto un podio finale ai giochi mondiali militari che si sono svolti a Wuhan in Cina nell’ottobre del 2019 dando lustro all’immagine dell’Arma. |