Redazione
Cosa cambia nelle scuole con la nuova ordinanza regionale
L’Amministrazione Comunale di Fasano, nella persona dell'Assessore alla Pubblica Istruzione Cinzia Caroli, dopo il confronto, e in accordo con i dirigenti scolastici della Scuola Primaria di Fasano, e tenuto conto dell’ordinanza regionale emanata dal Presidente Michele Emiliano, comunica che, da lunedì 9 novembre, i bambini di Scuola Primaria potranno tornare a seguire le lezioni in presenza e recarsi regolarmente a scuola. I genitori che invece riterranno di continuare a far seguire le lezioni da casa in DAD, potranno farlo collegandosi come di consueto, con le medesime modalità già attuate.
Si informa che il servizio di trasporto scolastico sarà attivo senza variazioni.
Si comunica inoltre che il servizio mensa (per la sola Scuola Primaria) è sospeso fino a nuova indicazione. Pertanto i bambini seguiranno le lezioni secondo l'organizzazione del tempo normale. Viene dunque temporaneamente sospeso il tempo prolungato .
Per quanto concerne la Scuola dell'infanzia a Fasano, non vi saranno per ora variazioni: si continuerà con il normale servizio mensa.
«Esprimo tutta la mia vicinanza e solidarietà alle famiglie in questo delicatissimo momento - ha dichiarato l’Assessore Caroli -, stiamo cercando in ottemperanza ai continui aggiornamenti in termini di ordinanze, di garantire in città almeno un'uniformità di decisioni per evitare ulteriori confusioni.
Vorrei esprimere tutta la mia vicinanza e l'affetto nei confronti degli studenti, dai più piccoli (le cui decisioni dall'alto condizionano fortemente e continuamente la loro organizzazione e routine quotidiana) ai più grandi (che resteranno in regime di didattica a distanza). Sono mesi molto complicati per loro che pure hanno mostrato e mostrano grandissima maturità ed un alto senso di responsabilità!
Invito tutti a continuare ad impegnarsi nello studio, seppure la situazione contingente renda tutto più difficile, li esorto inoltre a rispettare alla lettera (come stanno facendo) le regole e le indicazioni per tutelare sé stessi e gli altri.
Torneranno giorni migliori e saremo in grado di cogliere e apprezzare tutto il bello che ci circonda».
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Scambia funghi velenosi per chiodini e resta intossicato
Un uomo di 56 anni di Carovigno è rimasto intossicato dopo aver mangiato funghi raccolti in campagna e si è presentato nella notte tra venerdì e sabato all’ospedale di Ostuni con tremori, sudorazione profusa e diarrea. È stato contattato l’esperto reperibile del Centro di controllo micologico della Asl di Brindisi, Giampaolo Amatori, che ha identificato il fungo. Subito dopo, in collaborazione con il Centro antiveleni di Milano è stata disposta la terapia. “L’uomo – spiega il direttore del Centro micologico, Liborio Rainò - ha scambiato i funghi, le Inocybe, per dei Tricholoma terreum, detti anche morette, e noti localmente come chiodini o cardellicchi. Ci ha raccontato che dopo un paio di ore dall’ingestione dei funghi ha avuto sintomi tipici di una intossicazione. L’Inocybe contiene muscarina che agisce sul sistema nervoso e può provocare deliri e allucinazioni. L’errore sulla specie fungina è un classico di queste intossicazioni perché entrambi i funghi hanno lo stesso habitat e agli occhi di un profano sono uguali. Accade spesso che il raccoglitore occasionale che incappa in una intossicazione, non possedendo alcun tipo di formazione specifica, abbia come riferimenti esclusivamente il ‘sentito dire’ o alcune conoscenze acquisite in ambito privato e familiare”.
Il direttore del Centro micologico invita in questa fase a essere maggiormente responsabili per non gravare sulle strutture già allertate per l’emergenza Covid con interventi che potrebbero essere facilmente evitati. “Insieme alla comparsa dei funghi spontanei – spiega - iniziano a registrarsi i casi di intossicazione legati al loro consumo: nelle ultime settimane sono già quattro i focolai che hanno impegnato i pronto soccorso della provincia con il conseguente intervento dei nostri micologi reperibili, ai fini della determinazione di specie e conseguente supporto all’azione di sanitari. Questi ultimi casi, pur richiedendo una terapia in ambito ospedaliero, hanno avuto un esito favorevole con dimissione degli intossicati. I funghi che hanno determinato i quadri tossici risultano essere stati raccolti in occasione di scampagnate nei boschi, o anche in aree verdi urbane, e consumati in assenza di qualunque tipo di precauzione. Ricordiamo, infatti, che bisogna effettuare una formazione obbligatoria in materia per conseguire il permesso di raccolta, rilasciato dal Comune, e sottoporre i funghi a verifica da parte di un esperto micologo della Asl”.
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Torre Guaceto: stop alla pesca per un mese per il bene della riserva
E’ appena iniziato il fermo pesca di 30 giorni nell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto. L’iniziativa voluta dal Consorzio di Gestione dell’area protetta non danneggerà i pescatori locali che, per il periodo di stop, saranno ristorati per il mancato reddito. Al termine di questo mese, il Consorzio, affiancato da Enti di ricerca, attraverso la raccolta di dati specifici, farà una fotografia dell’attuale stato di salute della fauna marina della riserva.
Il progetto ha una ricaduta diretta non solo sull’area protetta, ma anche sugli operatori della piccola pesca artigianale che, da regolamento dell’AMP, sono abilitati alla pesca in riserva. Ma affinché la tutela puntuale non si accompagni alla penalizzazione degli operatori economici, il Consorzio erogherà a loro beneficio risorse dedicate.
In questo periodo, i pescatori di Torre Guaceto, ancora una volta grandi alleati nella lotta quotidiana per la tutela della riserva, avendo aderito al progetto, non opereranno nell’area protetta ed anche fuori dai confini sotto tutela, nodo molto importante del progetto poiché frutto dell’azione volontaria di tutti i pescatori locali.
Gli operatori hanno, infatti, consegnato le proprie licenze di pesca alla Capitaneria di porto e per un mese, grazie al loro sostegno, sarà ridotto l’impatto antropico sulla costa nord brindisina.
Per fare un passo indietro, alla nascita dell’AMP, nel 2000, e quindi del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, la prima azione messa in campo fu un fermo pesca di 5 anni necessario per la rilevazione dello stato di salute degli habitat e della fauna marina protetti.
Nell’arco di alcune settimane, si passò dalla pesca indiscriminata, anche attraverso l’utilizzo di attrezzi esplosivi che distruggevano gli habitat e decimavano le specie animali, al blocco totale di ogni tipo di attività umana. L’azione, inizialmente combattuta dai pescatori locali, fu poi apprezzata e sostenuta dall’intera categoria una volta ottenuti i risultati degli studi.
Al termine della prima fase di ricerca, il Consorzio lanciò un piano di pesca redatto in modo tale da proteggere la riserva e, al tempo stesso, sostenere i pescatori locali che vi avrebbero aderito.
Il modello, poi negli anni esportato in numerose AMP nazionali, è ancora lo stesso. Possono operare nella riserva sono i pescatori professionali che risiedono nei comuni di pertinenza, Brindisi e Carovigno, il prelievo può essere effettuato solo con reti da posta e a maglia larga, per scongiurare la cattura dei pesci che devono ancora riprodursi, solo una volta a settimana previa autorizzazione dell’ente, ed esclusivamente nella zona C di Torre Guaceto, quindi nella fascia più esterna dell’AMP.
Il modello ha condotto a rese di pesca che inizialmente erano quattro volte superiori a quelle che i pescatori realizzavano fuori dalla riserva. Dopo 15 anni, oggi, la resa è ancora superiore a quella esterna, ma è comunque diminuita rispetto al passato.
Le ragioni del cambiamento sono con tutta probabilità dovute al dramma della pesca di frodo, ma il Consorzio vuole vederci chiaro e condurre nuovi studi specifici.
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Scuole, Macina (M5S): “Riaprono ma Emiliano scarica su famiglie e dirigenti scolastici”
Scuole, Macina (M5S): “Riaprono ma Emiliano scarica su famiglie e dirigenti scolastici”. La deputata pugliese: “Posizione pilatesca della Regione. Nel pieno spirito di leale collaborazione istituzionale, avevamo lanciato una scialuppa di salvataggio al Presidente, per aiutarlo in un settore in cui ha mostrato grosse difficoltà”. Roma, 7 nov 20 – “L’ultima ordinanza del Presidente Emiliano, lungi dal fare chiarezza, finisce per aumentare il caos e il senso di smarrimento, sconfina in competenze che non appartengono alla Regione, stabilendo che le assenze saranno giustificate e aprendo ad una pericolosa ‘facoltatività’ della scuola del primo ciclo. Messaggio non voluto, probabilmente, ma che invece veicola. Spiace davvero che sulla scuola si sia consumata una fuga in avanti inopportuna e che non cancella le responsabilità della Regione”. Così la deputata pugliese Anna Macina, portavoce del MoVimento 5 Stelle. “Si è deciso di non decidere - prosegue -lasciando sulle spalle delle famiglie la scelta di proseguire la didattica in presenza o quella a distanza, e sulle scuole l’onere di organizzare il servizio. In Puglia si è consumato il paradosso di avere due ordinanze conflittuali delle diverse sezioni del Tar della Puglia, che hanno generato una confusione non risolta dall’intervento pilatesco di Emiliano. Peraltro – evidenzia Macina - posto che le regioni sono sempre state coinvolte prima e durante l’adozione delle misure per contrastare la diffusione del virus, vien da chiedersi se la Puglia sia stata rappresentata in tali consessi. É di tutta evidenza che si sta scontando la disorganizzazione e il ritardo in alcuni processi e ambiti fondamentali per il contrasto al Covid-19, come la gestione regionale nel trasporto pubblico locale, il contact tracing e il mancato incremento dei posti letto delle terapie intensive, mentre si attende la portentosa ‘macchina da guerra’ che processa 10 mila tamponi al giorno. Vero colpo basso è l’accusa al sistema scuola che non sarebbe stato in grado di ‘farsi trovare pronto’. Ricordiamo le ingentissime risorse stanziate per la didattica a distanza e per l’efficientamento delle scuole, con interventi di edilizia leggera, che per il primo ciclo sono state assegnate ai Comuni, cui competeva l’onere di spenderle. Resta fermo il punto che la dad, che deve rimanere come extrema ratio, non è un equivalente della didattica in presenza, che assolve a funzioni fondamentali come la riduzione delle diseguaglianze sociali, l’integrazione, la socialità, la lotta alla dispersione scolastica. Spiace davvero constatare come non sia stata raccolta l’offerta di leale collaborazione tra istituzioni e parti sociali per mettere ordine al caos in cui Emiliano ha gettato il mondo della scuola pugliese. Per fortuna, oltre la miopia di qualcuno, le scuole tornano ad essere aperte” conclude la deputata.
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E' in edicola Memorie mesagnesi
È da poche ore nelle edicole della cittadina messapica il numero di ottobre delle “Memorie mesagnesi”, questa volta accresciuto nell’edizione a 20 pagine.
Foto di copertina ed ampio studio di Marcello Ignone con numerose illustrazioni e tavole vengono dedicati a Muro Tenente ed ai 50 anni dalla campagna di scavo promossa dalla Soprintendenza archeologica.
Nel mese particolarmente caro a Francesco d’Assisi, quindi, vengono pubblicati un articolato studio di Ermes De Mauro ed una scheda di storia dell’arte che Domenico Ble ha redatto su «L’estasi di San Francesco» di Domenico Carella, conservata nella Chiesa dell’Immacolata.
Ottobre, a ben riflettere, era anche il mese che dava l’avvio alle lezioni a scuola e Pino Giordano, sul filo dei ricordi, ne propone alcuni datati al 1951. Ricordi illustrati da foto di pennini e di banchi col piano rialzabile. L’occasione della presentazione del libro di Giuseppe Tortorella «Don Raffaè» ha dato poi l’avvio per parlare del mondo della radio libere a Mesagne. Questa volta lo si fa pubblicando l’intervento di Liliana Zanzarella, prima voce femminile in «Radio Mesagne 101». Conclude il numero un medaglio di Ermes De Mauro su «Calvino, perla della Letteratura del nostro Novecento».
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Lunedì inizia il montaggio del secondo Drive-in Covid nel piazzale manutenzione Anas
« Voglio esprimere il mio doveroso ringraziamento all’ANAS per aver messo a disposizione il piazzale del suo centro di manutenzione in via Roma: in questo ampio spazio da lunedì inizierà il montaggio del secondo “Drive-in” per i tamponi anti-Covid di Fasano.
Questa mattina abbiamo effettuato un lungo sopralluogo con il consigliere Fabiano Amati, in rappresentanza della regione, e i rappresentanti di Anas, Asl, Aqp, Ufficio lavori pubblici del comune di Fasano e Gialplast, per lo smaltimento in piena sicurezza dei rifiuti.
Ringrazio molto anche la ASL per aver aderito alla nostra richiesta di un secondo Drive-in a Fasano: si alleggerirà ulteriormente il traffico attorno a quello di via Pasquale Lisi, dove la situazione si è normalizzata grazie alla diversa organizzazione dei flussi veicolari e la chiusura del mercoledì;
Inoltre, il nuovo “Drive-in” potrà essere più facilmente raggiungibile per tutta la zona nord-est della città e per chi arriva dalle frazioni percorrendo la Statale 379».
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IN ZONA ARANCIONE RESTRIZIONI PER 4MLN PUGLIESI
COVID: COLDIRETTI PUGLIA, IN ZONA ARANCIONE RESTRIZIONI PER 4MLN PUGLIESI; A RISCHIO 69MLD PIL REGIONALE. Le misure più restrittive colpiscono 4 milioni di pugliesi che risiedono nella zona arancione, caratterizzata da ‘uno scenario di elevata gravità e da un livello di rischio alto’ per il numero di contagi registrati, con pesanti effetti sulle attività produttive che trainano l’economia regionale E’ quanto emerge dalla prima analisi di Coldiretti Puglia sull’impatto economico e sociale delle misure decise dal nuovo DPCM nelle regioni arancioni, dove sono stati disposti restrizioni stringenti che colpiscono in Puglia 4,1 milioni di persone con effetti pesanti sul PIL regionale.
In Puglia si produce un PIL del valore di 69 miliardi di euro – aggiunge Coldiretti Puglia – con importanti segmenti economici che fanno da volano ad occupazione ed investimenti, dall’industria al commercio fino all’agricoltura che in queste aree rappresenta una realtà strategica del sistema produttivo. La spesa media mensile in Puglia è di 1.996 euro a famiglia – continua Coldiretti Puglia – mentre per la spesa alimentare i pugliesi spendono 453 euro a nucleo familiare per la tavola.
“La spesa alimentare è tornata indietro di dieci anni su valori del 2010 nonostante che in termini percentuali si sia verificato un aumento rispetto alle altre spese. I consumi alimentari dei pugliesi fanno segnare un calo del 10% nel 2020 per effetto del crollo del canale della ristorazione che non viene compensato dal leggero aumento della spesa domestica, mentre si sono ingenerate le speculazioni sui prezzi dei beni di prima necessità, che vanno fermate per difendere la capacità degli pugliesi di rifornire le dispense di casa con cibo e bevande e garantire un giusto compenso agli agricoltori”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
In zona arancione sono sospese tutte le attività di ristorazione e, quindi, anche la somministrazione di pasti e bevande da parte degli agriturismi. E’ consentita - precisa la Coldiretti - solo la consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze dei locali.
In complesso – sottolinea Coldiretti Puglia - quasi 20000 ristoranti, bar, mense e pizzerie e gli 875 agriturismi operanti in Puglia sviluppano un fatturato annuale di oltre 5 miliardi di euro che ora è praticamente azzerato, con i pesanti effetti che si trasferiscono direttamente – conclude Coldiretti Puglia - lungo tutta la filiera a causa del taglio delle forniture di alimenti e bevande colpendo le aziende agricole ed alimentari per le quali è necessario prevedere adeguati ristori.
Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – conclude Prandini – si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.
Per effetto della chiusura della ristorazione è a rischio – denuncia Coldiretti Puglia - un sistema agroalimentare che in Puglia è assicurato dal lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione che nel 2020 a causa dell’emergenza Covid è sostenuta dalle consegne a domicilio e dall’asporto.
“Alle limitazioni alle attività di impresa devono corrispondere in tempi stretti i sostegni economici agli agriturismi e a tutte le imprese lungo la filiera per dare liquidità ad aziende che devono sopravvivere all’emergenza Covid, oltre al deciso taglio del costo del lavoro con l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali in agricoltura protratto alla fine dell’anno e ad interventi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti”, conclude il presidente Muraglia.
IL LOCKDOWN DELL’ECONOMIA IN PUGLIA - ZONA ARANCIONE
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|
POPOLAZIONE (milioni) |
4,1 |
PIL (miliardi di euro) |
69 |
SPESA MENSILE/FAMIGLIA (euro) |
1.996 |
SPESA CIBO MESE FAMIGLIA (euro) |
453 |
LOCALI RISTORAZIONE |
19.688 |
AGRITURISMI |
876 |
Fonte: elaborazione dati Coldiretti Puglia
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Edizione record del trofeo “Dino De Guido” di tennis
La trentottesima edizione dello storico Trofeo “Dino De Guido” è stata quella dei records: 144 giocatori iscritti distribuiti tra 101 uomini e ben 43 donne, 22 giorni di incontri, la più piccola vincitrice di un tabellone di quarta categoria a livello Open (11 anni).
Si potrebbe riassumere così, questa splendida edizione del Trofeo intitolato alla memoria di Dino De Guido, socio fondatore e primo vice presedente del circolo mesagnese, prematuramente scomparso nel 1976.
A trionfare sono stati, nei tabelloni di terza categoria Gianmarco Bonillo, classificato 3.1 e tesserato per il CT Garden 77 Lama per il maschile e Gaia Plenteda, 3.3 del CT Outline Lecce per il femminile; nelle gare riservate ai quarta categoria, Antonio Carbotta del CT “Dino De Guido” Mesagne e Carola Manfredonia del SC Martina Franca.
All’atto finale del tabellone maschile di 3^ Cat. si affrontavano Gianmarco Bonillo, terzo favorito del seeding, e Pasquale Festa, 3.3 dello SC Martina Franca. L’incontro tra i due giocatori che in un recente passato hanno avuto una classifica migliore (rispettivamente 2.8 e 3.1), ha premiato, al temine di un match bellissimo e molto equilibrato, Bonillo che si è imposto in 3 sets, 6-3 4-6 6-4.
Nella finale del tabellone femminile, invece, si sono date battaglia la prima favorita, Flavia Coppola, 3.2 del CT Smash di Torre S.Susanna e Gaia Plenteda, 3.3 e terza testa di serie del CT Outline Lecce. Anche in questo caso l’incontro è stato piuttosto combattuto, ma vinto in due sole partite dall’outsider salentina col punteggio di 7-5 6-3.
La finale del tabellone di quarta categoria maschile era un “affare” tra due giocatori di casa. Infatti, a contendersi l’ambito traguardo, erano Antonio Segreto, 4.1 e prima testa di serie, e Antonio Carbotta, 4.2. Anche in questo caso, ad avere la meglio è stato il tennista con classifica inferiore: Carbotta ha sconfitto il suo avversario col punteggio netto di 6-2 6-1.
Il tabellone femminile di quarta, regalava la vittoria alla più piccola delle partecipanti. Carola Manfredonia, 4.1 e prima testa di serie, nata nel 2009, ha prevalso su Marta Chiara Maggioni, 4.2 del CT Ostuni, in un match avvincente deciso solo al match tie break: 6-3 1-6 10/6 il punteggio in suo favore. Carola Manfredonia è una ragazzina che quest’anno si è fatta notare anche a livello nazionale giungendo sino alle semifinali dei campionati italiani individuali Under 11.
Alla premiazione hanno presenziato alcuni dirigenti del circolo mesagnese, guidati dal Vice Presidente Luigi Indolfi e, in rappresentanza della famiglia De Guido, Vito, già presidente del circolo mesagnese e fratello dell’indimenticabile Dino, a cui il circolo e il trofeo sono intitolati.
La direzione della manifestazione, nonostante le numerose difficoltà e le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria Covid-19, è stata portata a termine senza con esemplare competenza dal giudice arbitro Roberto Paiano e da Marcello Morobianco, direttore di gara e giudice arbitro assistente.
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Programmazione nuovi lavori pubblici
«Nonostante la fase molto difficile nella quale siamo entrati, per le difficoltà sempre maggiori legate al Covid, abbiamo programmato lavori pubblici in zona “Case agricole” a Fasano e a Savelletri, Pozzo Faceto e Cocolicchio.
A Fasano abbiamo approvato il progetto esecutivo per la riqualificazione delle strade comprese fra le cosiddette “Case agricole”: rifacimento di asfalto e marciapiedi, sostituzione dei pini con nuovi alberi, sostituzione di tutti i punti-luce e rifacimento dello spazio verde accanto alla statuetta della Madonna, con nuova pavimentazione, panche in pietra e zona-giochi per bambini; per il finanziamento ci siamo candidati a un bando della Regione, ma se non dovessimo rientrarvi riproporremo il progetto nel prossimo bilancio.
Con fondi del Comune vogliamo invece proseguire la riqualificazione di piazza Costantinopoli e rifare asfalto e marciapiedi in via Orazio Flacco a Savelletri; nello stesso stanziamento abbiamo previsto di completare anche il parco-giochi a Pozzo Faceto, piantando tredici alberi e altre piante in prossimità.
Infine, a Cocolicchio vogliamo valorizzare il sagrato della chiesa attraverso una nuova pavimentazione in chianche, che sostituisce il bitume, e aggiungendo panchine e nuovo verde pubblico: per quest’ultimo progetto abbiamo già aggiudicato i lavori, che inizieranno a giorni. Ringrazio l'associazione culturale Cocolicchio, guidata da Franco Mastro, che ha contribuito acquistando una parte delle chianche.
Rigrazio, inoltre, l'assessore Antonio Pagnelli, il dirigente Rosa Belfiore e tutta la struttura tecnica dell'ufficio lavori pubblici per l'immancabile contributo».
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Presentato il calendario 2021 della Polizia
Il Capo della Polizia Prefetto Franco Gabrielli ha presentato oggi nel suo studio, insieme al Dott. Gianni Letta, il calendario istituzionale 2021. La diretta streaming si è conclusa con l’intervento del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Valori e solidarietà i temi del dibattito moderato dalla giornalista Emma D’Aquino.
Le 12 immagini del calendario, scattate da vari fotografi e in epoche diverse, sintetizzano i 40 anni di storia iniziata nel 1981, anno della legge numero 121 che ha riconosciuto nella Polizia di Stato la prima forza di polizia civile ad ordinamento speciale e delineato il sistema della Pubblica Sicurezza in Italia.
Gli scatti, commentati dal Consigliere di Stato Carlo Mosca, raccontano i tanti aspetti innovativi che la legge di riforma ha introdotto nella Polizia di Stato: la “smilitarizzazione” del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, la parità di accesso e progressione di carriera per le donne, il diritto di associarsi in sindacati.
Tre immagini in particolare simboleggiano lo spirito di servizio: il mese di marzo con l’ispettore Santa Perrone e la piccola Elena Luisi salvata dai suoi rapitori, il mese di agosto con il reparto mobile che presta soccorso agli abitanti della Val di Fiemme, il mese di dicembre con i poliziotti impegnati nell’attività connessa all’emergenza Covid 19, a salvaguardia della salute pubblica.
Immagini operative e di storia dell’Italia degli ultimi 40 anni che testimoniano la mission delle donne e degli uomini della Polizia di Stato: essere al servizio delle comunità.
Anche quest’anno il ricavato delle vendite del calendario sarà devoluto al comitato Italiano per l’UNICEF, per il progetto volto a fronteggiare le situazioni di disagio minorile conseguenti all’emergenza da COVID 19 e al Piano di assistenza continuativa “Marco Valerio” a favore del personale della Polizia di Stato con figli affetti da gravi disabilità. Accogliendo l’invito all’acquisto del calendario, generosamente rivolto da Rosario Fiorello, è possibile perfezionare l’operazione sul sito UNICEF all’indirizzo www.regali.unicef.it e riceverlo a casa o attraverso un versamento sul conto corrente postale nr. 745000, intestato a “Comitato Italiano per l’Unicef” indicando sul bollettino la causale Calendario della Polizia di Stato 2021 per il progetto Unicef “Emergenza Coronavirus”. Copia dell’attestazione di versamento dovrà poi essere presentata all’Ufficio Relazioni con il Pubblico della Questura di riferimento.
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