è divenuto operativo grazie al primo incontro che l'Amministrazione comunale ha svolto con i cittadini e in particolar modo con le associazioni dei disabili che hanno fornito spunti, anche con toni accesi, per rendere la città a loro misura. L'incontro sulle barriere architettoniche è stato importante. Erano presenti alcune associazioni, il sindaco Molfetta e alcuni progettisti oltre ai tecnici del Comune. Un primo incontro, più che altro un tavolo tecnico, che ha iniziato a ragionare su metodo e priorità da perseguire per rendere accessibile la città. Dopo un primo impatto forte in cui chi è portatore di disabilità ha manifestato il disagio di vivere in una città con moltissime barriere fisiche, visive, sensoriali, è stato fatto lo sforzo di ragionare insieme. «Poche persone ma tra tutte importante la presenza di Italiabile, associazione che ci e mi sollecita attenzione e che mi fa osservare la città con un occhio sempre più severo», ha spiegato l'assessore ai Lavori pubblici, Palma Librato, particolarmente emozionata nel trattare un argomento sociale così delicato. «Per questa loro spinta li ringrazio - ha continuato - perché questo ci porta a fare interventi appena possiamo ormai da un po' di tempo, ma confesso un personale disagio che provo da architetto e persona semplicemente attenta alle persone che vivono situazioni svantaggiose». Dall'incontro sono emerse le prime indicazioni ma molto lavoro c'è da fare e molti incontri di lavoro ancora per garantire diritti umani e civili paritari a tutti i cittadini. L'eliminazione delle barriere architettoniche e urbanistiche si posiziona nelle disposizioni generali per la tutela e la valorizzazione degli insediamenti in quanto l'accessibilità deve ritenersi insita nelle finalità essenziali del governo del territorio. In questo senso, gli strumenti della pianificazione territoriale e gli atti di governo del territorio sono chiamati a garantire che gli interventi di trasformazione del territorio assicurino il rispetto dei requisiti di qualità urbana e di accessibilità: tale fine si persegue attraverso il raggiungimento della qualità insediativa definita anche attraverso l'eliminazione delle barriere architettoniche. «Per raccordare gli obiettivi di governo del territorio agli strumenti operativi da definire - ha aggiunto l'assessore Librato - occorre entrare nel merito della disciplina specifica, sia normativa sia tecnica, riguardante l'accessibilità urbana. Questa, negli ultimi decenni, è passata da una fase emergenziale, che è dovuta transitare attraverso i concetti di "abbattimento" per rendere utilizzabili e accessibili gli spazi di relazione esistenti all'intera compagine civile, a una più matura che recepisce come intrinseco alla qualità spaziale il carattere di accessibilità». In definitiva da una fase di adeguamento, abbattere per rendere accessibile, caratterizzata da tempi e impegni più o meno consistenti, la riflessione disciplinare e le punte più avanzate della prassi amministrativa e progettuale mirano a raggiungere definitivamente una fase dove nessuna barriera sia da abbattere in quanto tutto viene pianificato, progettato e realizzato per l'accessibilità.
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