a causa delle dimissioni, irrevocabili, che l'assessore all'Urbanistica, Lavori pubblici e Centro storico, Palma Librato, ha consegnato nelle mani del sindaco Pompeo Molfetta che l'ha pregata di rivedere la sua, inappellabile, decisione. L'architetto Librato, inoltre, ha consegnato agli amministratori un dossier di 160 pagine in cui ha inserito tutti i lavori fatti durante i due anni del suo mandato. Adesso si aprono nuovi scenari su ciò che vorrà fare il sindaco. Sostituirla con Roberto D'Ancona, attualmente consigliere comunale con delega alla manutenzione pubblica, che da mesi si sta riscaldando per scendere in campo come nuovo assessore, oppure con Omar Ture, presidente della commissione consiliare "Uso e assetto del territorio" che, per la verità, ha sempre smentito tale ipotesi sperando però, in cuor suo, nella nomina. Altra soluzione potrebbe essere quella di riunire i gruppi di maggioranza, procedere con una verifica politica dei primi due anni di governo e comprendere perché si è persi per strada gli assessori De Netto, Marchionna, Catanzaro e Librato. Tutti, escluso Marchionna, per motivi "personali". Un pò strana come motivazione. In questo caso un rimpasto potrebbe essere oltre che inevitabile soprattutto salutare. Intanto, ieri mattina in città le dimissione dell'assessore Librato sono arrivate come un fulmine a ciel sereno. Proprio lei che per due anni ha percorso 100 mila chilometri, essendo residente a Monopoli, per essere quotidianamente presente e non far mancare il suo contributo politico e professionale alla sua città natale di cui è particolarmente innamorata. La incontriamo poco dopo essersi congedata dal sindaco Molfetta. Gli occhi sono visibilmente commossi. Il distacco per lei non è stato indolore. Sul suo volto i segni di questa decisione, sofferta, si leggono tutti. «In questi due meravigliosi anni ho raccolto frammenti di storie e di architetture, cercando di dare una visione di città più moderna e dinamica al passo con la contemporaneità: una forte e importante accelerata che si fa in questi casi, quando senti che la gente se lo aspetta da te», ci ha confidato l'assessore che ha voluto ricordare come questo ruolo è stato per lei «un ritorno alle radici che mi ha resa felice di affrontare ogni giorno la strada e le difficoltà». In questi due anni l'ex amministratrice ha «tracciato un solco, ha segnato una traccia di metodo nella programmazione, elemento su cui bisogna ancora lavorare moltissimo per rilanciare il territorio brindisino verso il futuro». Soprattutto Palma Librato ha ammesso di aver «lavorato per innovare una piccola pubblica amministrazione, ottenendo risultati che all'inizio sembravano irraggiungibili per la resistenza che si prova verso la novità umana e tecnico-politica. Ho usato durezza e elasticità, dosandole sicuramente non sempre bene, ma certa che nulla resterà invano». Infine, l'ex amministratrice ha voluto mettere in evidenza che «i semi per il futuro sono stati piantati laddove abbiamo ritenuto utile farlo, con il faro del bene comune che mi ha guidata sempre in questo servizio civico che ho voluto donare alla mia città». Non è finita qui. A giorni il Comune potrebbe perdere anche un funzionario di alto livello che emigrerà verso altri enti locali. E ancor prima sono giunte le dimissioni del comandante della polizia municipale e dell'agente responsabile del servizio Ambiente e Lavori pubblici. Alla luce di tutto ciò c'è qualcosa che non va a Palazzo dei Celestini. Questo è, ormai, certo.
Se i cittadini non si aspettavano le dimissioni dell'assessore Palma Librato, rispettata da molti, gli addetti ai lavori, capigruppo di maggioranza, giunta e sindaco, sapevano del malessere che da tempo, almeno un anno, aveva colpito la super assessora. O meglio la solitudine che regnava intorno a questa professionista che aveva abbandonato il suo studio di architettura per dedicarsi completamente al rinnovamento della città. Oggi in molti piangono ma, probabilmente, sono solo lacrime di coccodrillo. «Siamo ancora con la morte nel cuore per questa notizia – ha commentato il sindaco Pompeo Molfetta che il giorno prima aveva ricevuto ufficialmente le dimissione dalla sua amministratrice –. Le dimissioni mi rammaricano più sul piano umano perché ho avuto modo di apprezzare le altissime doti di lealtà e le profonda stima e amicizia personale che mi ha sempre dimostrato». Ed ha, quindi, aggiunto: «Nessuno può mettere in discussione il lavoro fatto dalla Librato per la città di Mesagne. Palma ha portato avanti una serie di progetti che danno l’idea di una visione strategica che guarda all’oggi come guarda al futuro di questa città». Interventi di prospettiva, con una visione di almeno un decennio, su temi cruciali dell’assetto urbano, della vivibilità, dell’impatto ambientale. «Ad oggi - ha continuato il sindaco - ci sono tanti i progetti candidati a un finanziamento regionale come la rigenerazione urbana, l’Eurovelo 5 l’efficientamento energetico per citarne alcuni. L’assessore ha lasciato in eredità un lavoro straordinario che nella mia lunga esperienza amministrativa non ho mai visto. Ha avuto la capacità di produrre e portare avanti con la determinazione che la contraddistingueva obiettivi così importanti». E allora? «Per cui per ora il sindaco si piange il morto e poi penseremo al futuro perché l’Amministrazione deve andare avanti e guarderemo avanti come abbiamo sempre fatto in queste circostanze. Certamente troveremo una soluzione anche a questo problema. Rimane alta la fiducia che troveremo persone giuste per portare avanti tutto il lavoro fatto in questi due anni”.