Mesagne. Scontro sul bilancio per oneri di urbanizzazione e monetizzazione In evidenza

Dicembre 10, 2018 2233

BILANCIO COMUNALESempre più complessa ed articolata è la condizione economica dell’Amministrazione comunale di Mesagne

nonché la situazione politica che attualmente vede scontrarsi nuovamente le due coalizioni di governo in campo: il sindaco Pompeo Mofetta, con i suoi sostenitori, contro il resto del gruppo di maggioranza guidato da Toni Matarelli e Gino Vizzino, quest’ultimo nominato coordinatore. Ancora una volta la problematica riguarda questioni strutturali del bilancio comunale 2018 che sta diventando da semplice strumento tecnico uno strumento di pressione politica. Il nuovo caso, che a prima vista può sembrare di poco conto, riguarda gli oneri di urbanizzazione. Cioè l’assenza nel bilancio del 2018 del capitolo di entrata dove far confluire gli introiti che dal 1° gennaio 2018 sono vincolati a norma della legge 232/2016 capitolo 460, che dispone che gli introiti sono destinati esclusivamente, e quindi vincolati, a determinate e specifiche attività comunali, e non più al finanziamento di spese correnti, come successo fino al 2017. Stesso vincolo era stato posto dall’Amministrazione comunale con la delibera 4 del 28 gennaio 2012. A far emergere questa nuova problematica di bilancio è Francesco Campana, segretario del Partito Socialista europeo, sezione “Santo Semeraro” di Mesagne, che ha tenuto anche a far notare che “per quanto riguarda invece il caso degli introiti derivanti dalla “monetizzazione di aree a standard obbligatori” le modalità di utilizzo sono affidate alla legge regionale 14/2009, recepita dal Consiglio comunale di Mesagne sempre con la delibera 4 del 2012, che palesemente impone che la monetizzazione delle aree di parcheggio è da considerarsi sostitutivo dell’obbligo di reperimento delle aree a parcheggio privato e le somme derivanti dalla monetizzazione dovranno affluire in un apposito capitolo di bilancio finalizzato alla realizzazione di parcheggi da parte del comune, tale voce va classificata al titolo IV – entrate derivanti da alienazioni, da riscossione di crediti e, come tale, deve essere destinata al finanziamento a spese di investimento”. Insomma un nuovo guazzabuglio per le poste di bilancio. Infatti, è lo stesso ufficio Urbanistico comunale che nell’ottobre 2018, in una nota, afferma che l’Amministrazione comunale ha l’obbligo di acquisire le aree a standard e realizzare a propria cura l’opera pubblica utilizzando gli introiti derivanti dalla monetizzazione. “Né può valere la scusante dell’utilizzo degli introiti della monetizzazione o degli oneri concessori, che sono vincolati, per ripianare il bilancio comunale, in quanto tale fattispecie viene assolutamente negata dalla giurisprudenza contabile”, ha tenuto a precisare il segretario del Pse. A questo punto il segretario Campana si è chiesto “perché non vengono istituiti il capitolo in entrata per gli oneri concessori ed il capitolo sulle monetizzazioni delle aree a standard obbligatori? A chi giova non far approvare il bilancio comunale? Perché l’assessore al bilancio che non fa istituire gli appositi capitoli?”.