nei giorni scorsi, ha ormai decretato la fine dell’Amministrazione Molfetta, prima ancora di svolgere il Consiglio comunale sul bilancio di previsione. Probabilmente a fine gennaio, numeri permettendo, il sindaco sarà sfiduciato dai consiglieri di maggioranza e una parte della minoranza poiché la restante parte ha deciso di restare a guardare gli eventi e non assumersi “responsabilità” per la caduta del governo. Il motivo della lite di giunta è da ricondurre all’emissione di due bandi di concorso per l’assunzione di un geometra e del responsabile dell’Area Risorse Umane e Tributi, che dovrà sostituire la dottoressa Lucia Gioia. Secondo una parte della maggioranza i concorsi non andavano banditi poiché il Comune finanziariamente, al momento, non potrebbe permetterselo. Quindi, hanno chiesto l’immediata revoca degli stessi. Ed è bagarre principalmente tra il sindaco Molfetta e l’assessore Omar Ture, seguito a ruota da Roberto D’Ancona, Urbanistica e Lavori pubblici, e Maria Teresa Saracino, Polizia locale e Servizi sociali. La storia ha avuto inizio il 21 dicembre scorso quando in un incontro di maggioranza i segretari avevano protestato con il sindaco Molfetta perché ancora non erano pervenute loro le notizie richieste in merito al bilancio, sui piani di zona e su tutto ciò che riguardava sia la gestione della spesa sia quella degli incassi. In quell’occasione era stato chiesto al sindaco di sospendere tutte le iniziative che comportavano una spesa. Tra queste anche la decisione di sospendere i concorsi pubblici già deliberati. In pratica è stato detto al sindaco “se non ci sono soldi come si fa a sostenere queste spese. Perché se è vero che la legge lo permette è altrettanto vero che le casse non lo permetterebbero”. La maggioranza ha fatto notare al sindaco di aver emesso il bando di concorso di geometra un giorno prima, il 20 dicembre, dell’incontro di maggioranza per poi emettere il 27 dicembre quello per responsabile delle risorse umane. Da qui la richiesta della revoca dei due bandi di concorso. Da parte sua il sindaco Molfetta si è difeso affermando di non aver fatto nulla di anomalo perché i due bandi erano stati deliberati da tempo, sottoposti ai vari iter procedurali, e lui non ha fatto altro che metterli in esecuzione. Situazione politica che ha reso incandescenti i rapporti tra la maggioranza. Pronti a sfiduciare Molfetta ci sono per la lista “La Mia città”, Antonio Matarrelli ed Elvira Zurlo; per la lista civica “Vizzino”, Antonio Mingenti e Luigi Vizzino; per “Mesagne al centro”, Gianfrancesco Castrignanò; per “Mesagne domani”, Antonio Esperte”. Tra i firmatari ci dovrebbe essere anche Giuseppe Semeraro di “Mesagne futura”. Della lista “Prospettiva Mesagne”, dovrebbe essere sicuro il voto di Alessandro Cesaria, resta incerto quello di Alessandro Campana. Il capogruppo della lista civica “Pompeo sindaco”, Vito Lenoci, al contrario, resta fedelissimo a Molfetta. La richiesta di sfiducia dovrebbe essere firmata anche da alcuni consiglieri di minoranza.
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