Querelle politica a Mesagne tra Vizzino e Molfetta

Giugno 25, 2019 1585

comune con auto posteggiateOggi alle ore 19 la Commissione Elettorale istituita presso il tribunale di Brindisi

proclamerà i 16 consiglieri del Comune di Mesagne. Intanto continuano gli scontri verbali tra uomini e donne delle coalizioni “Tutta un’altra storia” e quelli della compagine vincente di “Insintonia”. Ed a proposito della coalizione “Insintonia”, che è riuscita a portare al governo della città il suo candidato, il sindaco Toni Matarrelli, nonostante i voti contrari delle altre tre coalizioni in campo, c’è una novità. L’esperienza positiva delle liste civiche di “Insintonia” sta per sbarcare in tutta la provincia di Brindisi. L’obiettivo è di creare le basi elettorali per le consultazioni regionali del 2020 con l’appoggio al candidato governatore, Michele Emiliano. Trattative in tal senso sono già in atto. Nel frattempo a Mesagne si continua a litigare e non ci si decide a sotterrare l’ascia di guerra. Tanto il livore presente in frange integraliste della sinistra. Tante le critiche, da parte loro, alla nuova giunta. Questo argomento è stato dibattuto con animosità tra due neo consiglieri: Luigi Vizzino e Pompeo Molfetta. “Penso a chi – ha esordito Vizzino - forte della sua proverbiale e riconosciuta capacità di essere eterna minoranza ed opposizione di se stessa, dall’alto della sua irrefrenabile supponenza e indomabile voglia di impartire lezioni di “saperi” a man basse, a comuni mortali investiti di responsabilità di governo, si ostinino, nonostante le continue puntuali confermative bocciature del popolo, a dare pagelle di insufficienza e di incapacità a sindaci, assessori e consiglieri che, purtroppo per loro, hanno incontrato, invece, il favore ed il sostegno del popolo che vota”. Ed ha aggiunto: “Forse se la loro proverbiale, comprovata e insopportabile supponenza, lasciasse il posto ad un doveroso bagno di umiltà e di rispetto delle posizioni e delle scelte altrui, i cosiddetti “progressisti” del cavolo potrebbero incontrare maggiore ascolto. Fatevene una ragione: il popolo vi ha conosciuto, da politici ed amministratori, ed ha deciso di potere e volere fare a meno di voi per i prossimi 5 anni”. La risposta di Molfetta è stata immediata. “La solfa è sempre la stessa: chi è stato sonoramente bastonato nelle urne dovrebbe fare un bagno di umiltà prima di proferir parola perché in democrazia il popolo è sovrano. Sono d’accordo, ribadisco però il concetto su cui mi sono già lungamente espresso “il popolo è sovrano ma non sempre c’azzecca””, ha esordito l’ex sindaco nel rispondere all’incipit di Vizzino. “Né vale sempre la tesi che chi è supervotato ha dei superpoteri ed è capace di cambiare il mondo”, ha continuato Molfetta -. Questo concetto è valso prima di tutto per me che, pur eletto sindaco a suffragio universale, ho mostrato, secondo voi, grande inettitudine e totale incapacità a svolgere il ruolo assegnatomi. Ora, in virtù dell’esito nefasto della mia consigliatura e del miserabile compenso avutone, 226 voti, dovrei smettere di “snocciolare le mie supercazzole con scappellamento a sinistra” e tacere per sempre”. Quindi Molfetta ha sentenziato: “Se questa strana concezione della democrazia e del potere taumaturgico del voto è valsa per me può valere anche per altri. Giusto?”. Infine, Molfetta ha fatto notare come questa consapevolezza “deve esser molto chiara all’amico Gino poichè ha perso la testa in un'altra ben nota circostanza quando cioè, schiumando rabbia, apostrofò con parole argute non propriamente raffinate “la maestrina dalla matita rossa” che aveva osato stigmatizzare l’inadeguatezza politica del consigliere regionale Vizzino. Anch’egli è stato supervotato e supereletto ma non mi pare che sia Nembo Kid o Superman o che stia facendo sfraceli”.