a consiglieri e persino anche a singoli cittadini, è degna di qualche considerazione, in quanto, anche tale esigenza si ritiene scaturire non per soddisfare interessi generali, ma finemente particolari, ossia a placare appetiti di “visibilità” da parte di chi ha contribuito alla vittoria del sindaco, oppure ad arruolare ulteriori adepti. Ora, sulla facoltà d’assegnazione in generale di deleghe, sia ad assessori che a consiglieri, nulla da obiettare se il tutto sia compatibile con le norme del TUEL e statutarie; nulla da obiettare anche sulla possibilità di coinvolgimento nell’amministrazione attiva della città, in maniera più diretta, anche di singoli cittadini estranei al consiglio comunale. Rendere i cittadini sempre più protagonisti della vita amministrativa del Comune, è garanzia di partecipazione ed affermazione di nuovi diritti. Però, forse colpa della poca esperienza del sindaco nell’amministrazione attiva, anche l’assegnazione di deleghe è regolata dal quadro normativo che disciplina l’ordinamento delle autonomie locali, in particolare, dallo Statuto Comunale, e, quest’ultimo, non prevede l’assegnazione di deleghe fuori dal consiglio comunale. Ogni affidamento aggiuntivo di “deleghe”, al di fuori del consiglio, non sarebbe altro che assegnazione di normali incarichi professionali, consulenze e affidamento di prestazioni varie, che nulla hanno a che vedere con la funzione di “delega”, nell’accezione prevista dallo Statuto Comunale. E siamo solo agli inizi. Mesagne lì 25.06.2019
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