con attenzione per essere compresa e darne una risposta dignitosa. La parola, però, è un’unione di suoni, di lettere e di emissioni, ma prima di essere pronunciata ha bisogno di essere capita, quindi essere pensata, valutata nella visione dei benefici da consegnare al popolo che si rappresenta in base ad un sistema di confronto e di contrattazione. La Uil è il sindacato dei cittadini; il segretario Carmelo Barbagallo è stato sempre per l’avvio di un dialogo proficuo, ma i politici sono stati per gli “slogan” e non per “dialoghi costruttivi”. Diceva, a tal proposito, il filosofo Talete, “gli dei hanno dato agli uomini due orecchie e una bocca per ascoltare il doppio e parlare la metà”. La consapevolezza è nel suo linguaggio espressivo formale che dovrebbe essere ricco e pedagogicamente democratico e non carico di “dispotia” necrologica, pronunciata spesso per puro dovere: “Chi parla male, pensa male e vive male” (Nanni Moretti). Il linguista Tullio De Mauro, nel ripercorrere le sue idee fondamentali, invita l’uomo a utilizzare “la lingua come strumento di emancipazione” e non di discrasie. Il sindacato è preveggente. È significativo, a tal proposito, il senso di gioia e di speranza di un sindacato unito Bruno Buozzi, Giuseppe di Vittorio e Achille Grandi per festeggiare l’arrivo del battello di Ventotene “ – Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta …Il suono risuonò ino a ore dopo quando il batello da Ventotene arrivò a Gaeta” (Tullio De Mauro). In questo contesto il linguista Ferdinand de Saussure diceva che le parole sono “orizzonti di senso”, che possono essere “forme” e“Contenuto” (Teoria del Testo – Stefano Agosti). L’attenzione è, quindi, verso il linguaggio parlamentare che dovrebbe avere, secondo la Uil pensionati della STU Appia Antica, una dimensione culturale pedagogica democratica di equità, di accoglienza e di ricchezza dei valori invece di utilizzare parole liquide dell’Assurdo esistenzialismo, come: “Autonomia, Differenziata, Secessione”, parole alienanti di un linguaggio “larvoso” contemporaneo, discrasia per creare epidemie diffuse e rappresentare un fattore di efficienza e competitività di alcuni territori a discapito di altri. La politica, i deputati e i Presidenti delle regioni sembrano non accorgersi di nulla, né dello stato di paura in cui si vive, né del vuoto sociale, (un tempo, il Bel Paese elogiato da tutti), né della caduta dei valori, nonostante i richiami di Papa Bergoglio e del sindacato. Sembra essere stranamente dentro una “barca che oscilla sola in un mare tempestoso” senza rendersi conto del problema. Confusi invece di creare programmi e pensare a percorsi unitari condivisi e non a fratture in autonomie regionali differenziate. Il futuro non può essere perimetrale in una dimensione restrittiva di macroaree territoriali, ma deve mirare verso pensieri forti e lungimiranti in una nuova politica con obiettivi sul lavoro e di rinascita, necessari al Pil territoriale, all’occupazione, al credito d’imposta per gli investimenti al Sud e alle imprese. La cui condizione di emergenza limita il suo dinamismo e lo costringe a isolarsi. Intanto i segnali di frenata a fine del 2018 sono ampiamente visibili a tutti e rischiano di diventare terra vera e propria di arretramento: il Pil ha una crescita dello 0,4%, meno della metà del +0,9 della media nazionale e ben al di sotto del +1,4 del Nord-Est; la capacità media del Pil per abitante è di 17.320 euro, 65% rispetto a quello medio nazionale e lontano dai 31.096 euro procapite del Centro-Nord. Anche sul fronte del lavoro la Uil pensionati Appia Antica sollecita un piano d’inclusione a favore dei giovani e delle imprese che vogliono assumere. La linea guida potrebbe essere attraverso forme di decontribuzione e rifinanziamenti del credito d’imposta per il Sud; la finalità auspicabile è, invece, nel dare sostegno e possibilità al giovane di formarsi una famiglia nella propria terra d’origine e convivere con i genitori anziani (forse non autosufficienti). Questo però non è possibile se vi è una politica di diseguaglianze, posta su un indice di povertà alto di 11 punti rispetto alla media nazionale e con una stagnazione d’investimenti: “Brusco calo” in agricoltura (-55,6%), costruzioni (-42,7%) e industria (-38,7%). Il miglioramento è nel turismo: i turisti stranieri che hanno visitato il mezzogiorno nel 2018 sono stati il 14% in più dell’anno precedente, ma non si può vivere solo di turismo quando il meridione richiede manifatturiero, di trasporti, di prodotti farmaceutici e prodotti raffinati. Nel territorio brindisino si parlava “Patto per Brindisi”. Il segretario della Uil Antonio Licchello chiede di “fare sistema” attuando insieme parti sociali, politiche, industriali ed economiche per un piano d’inclusione che garantisca lavoro ai giovani. La necessità è nell’apertura di cose concrete che sono nel creare opportunità di benessere “Formazione, Lavoro e Sanità”. Disporre delle Zes (zone economiche speciali) e in particolare della Zes interregionale “Adriatica” con la possibilità di ulteriori 261,10 ettari di aree disponibili, è “Una svolta importante per l’economia di Brindisi” che soddisfa il territorio ed è gratificazione del grande lavoro fatto.. Secondo la Uil pensionati Stu Appia Antica bisogna riannodare i fili e tornare nelle condizioni di normalità, invece di attaccarci in precondizioni mettendo al centro politiche che tessono disuguaglianze e autonomie differenziate. La politica è quella nel rispetto della Costituzione, dentro la quale vi è impegno e senso di responsabilità di equità e di solidarietà tra le regioni. L’auspicio non è nell’assistenzialismo, ma nel gestire i bisogni della gente andando incontro e avendo il coraggio di creare opportunità per abbinare condizioni favorevoli e dinamismo imprenditoriale e per favorire gli investimenti privati e la ripresa degli investimenti pubblici. Il ministro del Sud Barbara Lezzi dovrebbe essere tempestivo in questo percorso di dinamismo. Il sentiero di crescita è nel creare lavoro e benessere di qualità e di quantità senza allontanare i giovani, vera terra motrice del territorio. Bisogna rilanciare l’Agricoltura, il Manifatturiero, le industrie, la Sanità integrata e pensare molto alle persone non autosufficienti (2,5 milioni di anziani). La Uil pensionati Stu Appia Antica ritiene necessaria e urgente l’approvazione di una legge nazionale sulla non autosufficienza che garantisca i livelli essenziali per le prestazioni a tutte le persone che versano in condizioni di non autosufficienza senza alcuna distinzione di età e di reddito. Chiedere qual è lo stato dell’assistenza domiciliare e quali sono le loro criticità. In tutto questo è indispensabile l’aiuto dei figli e dei nipoti. In ciò occorre tenere presente che il lavoro è un bisogno insopprimibile della persona e che agendo produce agendo produce senso e significato non solo per se stesso e la sua famiglia, ma anche per i genitori anziani e quindi, di solito, non autosufficienti. Serve di conseguenza, un disegno delle politiche che vada verso un modello di lavoro giusto che crei occasione di sviluppo e scelte di progetti validi per il territorio secondo una valenza reddituale, etica e morale, bisognosa e fondamentale per la salvaguardia del territorio ma anche decisiva per la sua affermazione nel riconoscere il lavoro come parola e diritto. Il segretario Tindaro Giunta
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