Il sindaco Matarrelli chiede che resti aperto il reparto post Covid di Mesagne In evidenza

Maggio 11, 2020 1914

ospedale punto di primo intervento 1Una riflessione che, in questo periodo di epidemia,

si sente sulla bocca di molti è he la sanità pubblica va rimodulata, naturalmente in meglio. Basta tagli e ridimensionamenti. A dirlo sono soprattutto i sindaci che stanno vivendo direttamente il dramma dei contagi, dei ricoveri e, in alcuni casi, anche della morte dei propri concittadini. Così, da Mesagne a Ceglie, da Fasano a Cisternino, la parola d’ordine è non solo di mantenere i presidi ospedalieri, ma di incrementarli per eventuali altre emergenze. E sì, perché il Covid-19 ha fatto comprendere a tutti quanto, latente, insidiosa e inaspettata può essere una pandemia. In questa partita sanitaria un ruolo importante lo hanno giocato, oltre naturalmente ai reparti Covid, i reparti post acuzie in cui i pazienti hanno seguito un rigido protocollo riabilitativo e sanitario prima di ritornare, guariti, nella società. In tutti i presidi in cui c’è stata la riabilitazione sono stati creati dei percorsi dedicati ai pazienti affetti dal virus in maniera tale da non avere contatti con gli altri utenti. Inoltre, le porte esterne dei reparti sono state allarmate per evitare fughe inopportune. Pazienti che, per la verità, durante la degenza, sono stati letteralmente coccolati. Non solo dal personale sanitario, ma dalla gente che ogni giorno gli ha fatto recapitare pizze, dolci e quant’altro potesse alleviare la loro degenza. Da parte loro i dirigenti dell’Asl hanno provveduto a dotare i reparti di televisori e tablet che potessero far trascorrere le giornate velocemente. Poi non è mancato un supporto psicologico, fondamentale in questa fase emergenziale. Chi, quasi giornalmente, si è recato presso l’ospedale “De Lellis” di Mesagne per sincerarsi delle condizioni di salute dei pazienti è stato il sindaco, Toni Matarrelli. “Rispetto alla vicenda Covid-19 - ha confidato il primo cittadino - merita un pubblico riconoscimento l’intero presidio ospedaliero, tutto il personale sanitario e in particolare gli operatori impegnati nel reparto post acuzie del "San Camillo de Lellis", che hanno gestito, ciascuno per competenze e ruoli spettanti, ogni aspetto organizzativo e di intervento con professionalità, senso del dovere e rispetto della persona umana”. Per Matarrelli è una constatazione “che giunge con chiarezza anche dai pazienti che sono stati curati a Mesagne; si è trattato di prestazioni di qualità, da qualunque punto di vista le si voglia valutare”. Naturalmente questa emergenza ha imposto un’attenta riflessione. “E’ evidente – ha continuato il sindaco - che alla luce di una vicenda così drammatica, ma pure richiamando valutazioni pregresse all’emergenza sanitaria, non solo non è pensabile la chiusura dell’ospedale, ma aggiungo, l’attività dello stesso deve essere rilanciata. Occorre investire nella sanità, invertendo rotte sbagliate, non solo in termini di cura ma anche di ricerca: si tratta di promuovere la salute andando oltre ciò che è previsto, mediante la definizione di strumenti utili ad effettuare diagnosi precoci, studi e monitoraggio sullo stato di salute dei cittadini”. L’obiettivo per Matarrelli è di “integrare il percorso tradizionale della medicina, che definisce i luoghi in cui si interviene sulle patologie, con modelli di politica sanitaria che incidono sulla prevenzione e approfondiscono stili e comportamenti salutari”.