del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Brindisi e della Giunta Nazionale di AIGA una serie di considerazioni emerse nel corso del Consiglio Direttivo tenutosi in data 22/05/2020, nonché alcune segnalazioni pervenuteci da diversi Colleghi, relativamente alle modalità di lavoro della cosiddetta Fase 2. Siamo perfettamente consapevoli come ogni componente del “Sistema Giustizia”, anche a livello territoriale, stia cercando di offrire il massimo impegno affinchè si possa, effettivamente, garantire e consentire la ripresa delle attività nei Palazzi di Giustizia. Tuttavia, in questi primi giorni di lenta ripartenza, si sono registrati alcuni preoccupanti episodi di tensione che, seppur legati al delicato momento storico, meritano a nostro avviso di essere messi a Vostra conoscenza. In particolare, diversi Avvocati hanno riferito di aver avuto difficoltà di accesso alle singole cancellerie, seppure muniti di apposita certificazione attestante la prenotazione ed il conseguente appuntamento. Il servizio di Front Office è molto utile e certamente necessario per smaltire gran parte degli adempimenti degli Avvocati in questa fase, ma non è in grado di far fronte a tutti i bisogni e le richieste degli Utenti. Pertanto, a nostro modesto avviso, ove necessario, dovrebbe essere consentito anche l’accesso alle singole cancellerie. Ulteriore aspetto di considerazione e di criticità è legato all’Ufficio UNEP che a parere di molti Colleghi e anche di chi scrive, ha stabilito dei criteri di accesso molto stringenti, certamente molto più rigidi di quelli utilizzati, ad esempio, presso gli Uffici Postali della stessa Provincia di Brindisi. Per quanto concerne i depositi telematici, diversi Colleghi lamentano la tardività della Pec di conferma di avvenuta accettazione (volgarmente definita quarta Pec) che, in alcuni casi, perviene dopo diversi giorni. Ciò comporta un notevole rischio per l’Avvocato e per il suo assistito in quanto, nell’ipotesi in cui il deposito non dovesse essere accettato e, nel frattempo, dovesse anche essere spirato il termine per il deposito medesimo, la parte assistita ne subirebbe un grave ed irreparabile pregiudizio, venendo meno per il difensore la possibilità di ri-depositare entro i termini processuali previsti dal codice di rito. Alcuni Colleghi, inoltre, lamentano, legittimamente, l’impossibilità di adempiere ad alcune richieste dei Magistrati che invitano ad allegare alle note scritte anche tutta la documentazione informatica di quanto già depositato con modalità cartacea. In ultimo, si registra uno stallo della maggior parte delle udienze Penali e Civili ed il blocco quasi totale della Giustizia dinanzi al Giudice di Pace. Peraltro, molto spesso i rinvii delle udienze vengono comunicati ai difensori il giorno stesso della data fissata per l’udienza rinvianda o, addirittura, nei giorni seguenti. Queste solo alcune delle più significative segnalazioni pervenuteci in questi giorni, che a nostro avviso impongono un’urgente riflessione sulla effettività della ripresa della Giustizia e sulle modalità di tale ripartenza nella cosiddetta fase 2. Risulta, infatti, difficilmente comprensibile la ragione per la quale, nonostante quasi tutti gli altri settori siano ripartiti adottando le dovute cautele, la Giustizia che è un settore cruciale, al pari della Sanità e Scuola, debba stentare a farlo. È facile immaginare, peraltro, che il rientro solo parziale (e nella misura del 50%) del personale amministrativo a partire dal I° Giugno aumenti il rischio che quella della Fase 2 si trasformi in una falsa partenza, con la conseguenza di non riuscire a rispondere alle reali esigenze di Giustizia dell’utenza e del territorio. Auspichiamo che vengano adottate tutte le opportune scelte ed iniziative, anche coinvolgendo direttamente i rispettivi capi degli uffici giudiziari competenti, affinché possa essere garantita una completa ed effettiva ripresa delle attività da svolgersi nelle aule di Giustizia.