promossa da un comitato tecnico scientifico ed illustrata dal dr Gianfranco Ignone. Una iniziativa giusta e condivisibile che ho però appreso casualmente sfogliando la stampa locale! Il territorio Mesagnese merita e necessita di un’assistenza sanitaria degna di questo nome. Non elencherò i numeri delle carenze che purtroppo questo territorio ha subito negli anni, e già stata fatto ed è sotto gli occhi di tutti. L’emergenza coronavirus ci ha insegnato che bisogna investire nella sanità pubblica, bisogna assumere, qualificare il personale sanitario, bisogna programmare e farsi trovare pronti ad affrontare le problematiche di salute, non lasciare spazio all’improvvisazione. Devo però con rammarico constatare che questa pur lodevole iniziativa ha completamente ignorato una componente essenziale della sanità pubblica, ossia la medicina del territorio, che trova la sua massima espressione nell’attività dei medici di medicina generale, i medici di famiglia. Una sanità pubblica efficiente non può essere ospedalocentrica, ci deve essere il giusto equilibrio e la giusta collaborazione tra ospedale e territorio. Non si può parlare di infermiere di quartiere, di assistenza domiciliare, di prevenzione, di gestione delle cronicità, senza i medici di medicina generale. Un’auspicabile riapertura dell’ospedale di Mesagne dovrebbe inserirsi in un contesto di sanità pubblica globale dando la dignità che merita sia all’ospedale che al territorio. Giova ricordare che già da febbraio 2018 i medici di famiglia gestiscono 12 posti letto nell’ospedale di comunità a Mesagne, con la possibilità di ricoverare pazienti che necessitano di un’assistenza più impegnativa rispetto all’assistenza domiciliare. Quindi una collaborazione tra ospedale e territorio già sperimentata. Questa mia riflessione non vuole innescare nessuna polemica ma semplicemente far notare qualora fosse sfuggito che che ci sono anche i medici di medicina generale a rivendicare il loro ruolo fondamentale nella sanità pubblica in generale e nell’assistenza territoriale in particolare. Inoltre ritengo auspicabile un maggior coinvolgimento delle rappresentanze politiche sia di maggioranza che di opposizione nonché delle associazioni di categoria. Sono sicuro comunque che questo sia solo l’inizio e che sicuramente il futuro sarà orientato ad una giusta collaborazione tra le parti.
Dr Vito Lenoci Medico di Medicina Generale.
Presidente provinciale del Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani.
Consigliere Ordine dei Medici di Brindisi.