Brindisi. Nel porto delle nebbie non disturbare il manovratore
Nel porto delle nebbie non disturbare il manovratore. Non disturbare il manovratore è il principio ispiratore della pianificazione, della programmazione e della gestione di progetti e attività nel porto di Brindisi.
Il fronte del porto è chiuso in se stesso, non si apre all’innovazione e a nuovi modelli di sviluppo e, come contraltare, assistiamo ad attacchi a volte anche inquietanti, nei confronti di qualsiasi forma di dissenso.
In questi giorni oggetto degli attacchi è il sindaco di Brindisi, non tanto per contestarne le posizioni espresse, quanto per ridurlo ad una voce fuori dal coro e contestare lo stesso diritto di opinione.
Si è aperta una discussione sul merito del piano regolatore del porto in fieri e sul modo in cui viene gestito il confronto, relegando l’amministrazione comunale di Brindisi, che ha il ruolo di assumere atti pianificatori concettualmente sovraordinati rispetto a piani specifici quale quello del porto, a semplice attore secondario.
Quel che è certo è che il Piano Regolatore del Porto in discussione ha cartografie e aerofotogrammetrie datate e previsioni di opere che aggravano il già pesante consumo di specchi di mare e l’impatto negativo sulle attività commerciali e turistiche e sulle potenzialità di nuovi investimenti ad alto valore aggiunto.
Mentre, infatti, la presidenza dell’ Autorità di sistema portuale, operatori portuali e qualche politico dichiaratamente di parte, mostrano un iperattivismo a sostegno di opere portuali quali la colmata di Costa Morena est, del deposito costiero di GNL di Edison e del deposito di carburante Brundisium, gli stessi soggetti non spendono una parola rispetto al fatto che la possibile cantieristica per impianti eolici offshore in Adriatico si crei a Taranto (anzi, c’è chi ha voluto amplificare superabili limiti legati al cono di atterraggio) e rischia di saltare il progetto sostenuto da ENEL di realizzazione di uno stabilimento di produzione di pale eoliche ad alta efficienza energetica, presentato dalla società Act Blade, perché tardano le autorizzazioni e la possibilità di avviare la produzione nei tempi richiesti da Invitalia.
Le scriventi associazioni continueranno a disturbare il manovratore e programmi e progetti che ripercorrono scelte altamente impattanti del passato, nell’unico interesse di pochi e continueranno a percorrere tutte le strade necessarie, tanto più se si ripeteranno fatti sconcertanti quali l’ancora mancata assegnazione del ricorso delle associazioni al Presidente della Repubblica in merito alle opere portuali, o il decreto ministeriale che autorizza il deposito costiero di GNL, localizzato in aperto contrasto con lo scalo intermodale da potenziare ed anche “aggirando” l’obbligo di valutazione dell’impatto ambientale.
Le associazioni ritengono la decisione del sindaco di Brindisi di ricorrere al TAR in merito al decreto sopra citato, un atto politicamente rilevante che richiede una costituzione ad adiuvandum e attendono pubbliche risposte in merito all’assordante silenzio di chi non ha speso una parola contro la possibile realizzazione della cantieristica per impianti eolici offshore a Taranto e non a Brindisi, affinché siano accelerati i tempi per l’attivazione dello stabilimento di produzione di pale eoliche di ultima generazione, primo insediamento di quel “polo delle rinnovabili” che è il vero futuro per Brindisi.
Fondazione Di Giulio; ISDE – Medici per l’Ambiente; Italia Nostra; Legambiente; No al Carbone; No Tap/Snam; Salute Pubblica.
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