Mesagne. Deserta per la quarta volta la gara per la gestione del canile In evidenza
Per la quarta volta consecutiva la gara di appalto per la gestione del canile rifugio e sanitario del comune di Mesagne, collocato in contrada Casacalva, è andata deserta. E per l’ennesima volta il Comune affiderà in regime di “prorogatio” la gestione del canile, per alcuni mesi, alla società che lo gestisce da diversi lustri. Dopodiché non potrà più affidarlo “in prorogatio” poiché si porrebbe al di fuori dell’attuale legge. La causa del mancato affidamento è da ricercare, probabilmente, sulla poca remuneratività della gestione che lascerebbe ai potenziali aggiudicatari un margine di guadagno di poco più del 10%. Probabilmente a pesare su un nuovo affidamento è il costo della clausola di salvaguardia degli attuali dipendenti: 5 operai e una contabile. Eppure il Comune in questo nuovo bando aveva aumentato il costo giornaliero che avrebbe pagato ai gestori per la presenza di un cane portandolo a 5,382 euro oltre iva. Uno degli importi più alti della Regione Puglia. Inserita anche una franchigia che permetteva ai potenziali gestori il pagamento delle spettanze nonostante un minimo di presenze nel canile. Ossia il pagamento comunque per 82 animali su una presenza complessiva massima di 164 cani. Snobbata pure la possibilità di fungere da canile-pensione per i cani di altri Comuni e il costo degli alimenti a carico dell’ente. Alcuni anni fa il costo deli alimenti per i cani era a carico del gestore. Poi, incomprensibilmente, sono passati a carico del Comune. L’indizione della nuova gara di appalto è stata pubblicata sia sull’albo pretorio del comune di Mesagne sia sulla piattaforma “Tuttogare” per un importo triennale di 966 mila 461 euro e 96 centesimi. Di questo importo 508 mila 663 euro e 60 centesimi sono per il costo del personale che incidono ben il 52,63 per cento sull’importo complessivo. Importo che non è soggetto al ribasso come anche i 5 mila e 300 euro necessari per la sicurezza. Infine, nel bando di gara è stata inserita la presente clausola prevista dal decreto legislativo 36 del 2023: “Qualora l’Amministrazione Comunale non sia riuscita a completare la procedura per un nuovo affidamento, l’appaltatore è tenuto a continuare la prestazione alle medesime condizioni stabilite dal contratto scaduto che deve intendersi prorogato sino all’individuazione di un nuovo soggetto gestore e comunque per un massimo di 6 mesi”. Espletate tutte le formalità di rito al Comune non resterà, nella prossima gara, che aumentare il costo di gestione dei cani. Forse è proprio questa la strategia di alcuni imprenditori che, come ha denunciato negli anni precedenti l’antitrust, fanno tra loro “cartello” e inducono la stazione appaltante verso condizioni più favorevoli.
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