LA DESERTIFICAZIONE INDUSTRIALE DI BRINDISI È INIZIATA

Giugno 06, 2024 1619

Sta per concludersi una campagna elettorale muta, senza idee e discussioni degne di nota. Una politica eternamente in campagna elettorale, interessata a «vincere le prossime elezioni e non al futuro delle prossime generazioni» come ammoniva un politico-statista come De Gasperi. Oggi di figure di tale spessore, capaci di dare una direzione chiara e di prospettiva alle scelte politiche, non se ne vede ombra. Solo proclami e passerelle di politici in carica ed in cerca di visibilità che provano a portare dalla propria parte l’elettore «ignorante» tanto da mutare la propria posizione da oppositore dell’economia industriale a difensore di qualsiasi investimento anche irreale. Per Brindisi non pretendiamo uno statista ma almeno un politico semplice capace di indirizzare le scelte fondamentali per il futuro come quelle sul futuro dell’industria, il principale e più importante settore economico di Brindisi. Ma nemmeno di questi vi è ombra.

La Uiltec sostiene da anni ad ogni livello che la Transizione Energetica senza una adeguata, giusta e solidale Transizione Sociale non fa che aggravare la già drammatica disuguaglianza sociale. Non siamo noi a dirlo: lo dice l’Europa, gli indicatori economici e sociali e perfino la Chiesa. Lo denuncia, pur senza fare nulla di concreto per invertire la rotta, il Governo nazionale. Un Esecutivo che, al pari dei precedenti, non ha un serio Piano Industriale per l’Italia, una visione che assicuri i mercati e quindi favorisca gli investimenti, una progettualità che assicuri l’indipendenza energetica al Paese. Un Governo che non avrà le risorse per affrontare l’ecatombe sociale che arriverà dalle centinaia di licenziamenti «a domino» in arrivo.

Non serve a nulla precisare che la Uiltec denunciasse da tempo questo rischio: il tempo delle parole è passato, stiamo già subendo le conseguenze. Enel abbandona Brindisi dopo aver «sfruttato» il territorio per più di trent’anni. In passato abbiamo litigato con chi definiva Enel colonialista ma oggi, nostro malgrado, dobbiamo dargli ragione. Dalle notizie di queste ore - ovvero il nulla osta a Terna ottenuto dalla Autorità di regolazione per energia reti e ambiente per una nuova asta – si aprono insperate prospettive perché l’impianto di Brindisi, magari alimentato a gas, torni ad essere interessante. Seguiremo con attenzione.

Eni sembra voler seguire la stessa strada di Enel: allarmanti le dichiarazioni che si rimpallano i vertici Eni e Versalis (e Basell) sul futuro della Chimica di Base senza che alcuno abbia proposto investimenti e prospettive per il Petrolchimico brindisino. Un sito produttivo passato in pochi anni da “fiore all’occhiello” nazionale a pesante fardello economico e produttivo da dismettere. Si rischia seriamente lo smantellamento degli impianti con pesantissime ripercussioni sui Lavoratori. In tutto questo il Governo è muto, interessato forse alle cedolari ed ai lauti guadagni che ne verrebbero dalla vendita di asset strategici come Eni. Alla faccia dello sbandierato Piano Mattei.

In estrema difficoltà anche EuroApi tra problemi autorizzativi, di produzione ed organizzativi interni. L’Azienda sta riportando in primo piano Tecnici e Responsabili già visti e superati, senza alcuna valutazione organica. Sembra che ogni decisione, anche nella scelta dei ruoli di responsabilità, voglia portare a chiudere il sito di Brindisi. Forse era questo il vero disegno di Sanofi da qualche anno. E la politica ancora silente!

In questo stato dei fatti la Uiltec non può che accogliere l’invito ad una ritrovata unitarietà di intenti nelle Forze Sociali: non ci possono essere questioni di «metodo» nella difesa del nostro Sistema Industriale. La sfida che stiamo vivendo è troppo decisiva e pericolosa per permettere divisioni di alcun genere fra Confederazioni, fra Categorie sindacali, e fra lavoratori diretti e dell’indotto. Siamo tutti sulla stessa barca. Una barca che sta andando a fondo senza che al timone vi sia alcuno.

Il Segretario Regionale Uiltec Puglia

Carlo Perrucci