Riabilitazione Ceglie. Amati:“La Regione riporta fatti e leggi mentre la Fondazione San Raffaele risponde in politichese parolaio. Confido nel TAR domani”

Settembre 03, 2024 730

Riabilitazione Ceglie. Amati:“La Regione riporta fatti e leggi mentre la Fondazione San Raffaele risponde in politichese parolaio. Confido nel TAR domani” 

Dichiarazione del consigliere regionale Fabiano Amati. 

“Mentre attendiamo la decisione del TAR di Lecce, su cui confido per un esito in grado di affermare il rispetto delle leggi e le migliori cure per i pazienti, capita che la Regione Puglia riporti nelle sue relazioni i fatti e le leggi violate, mentre la Fondazione San Raffaele replichi in politichese parolaio. Il gruppo Angelucci e i suoi addetti stampa, evidentemente, pensano che il mondo si sia fermato all’opera satirica “Gli ultimi giorni dell’umanità” di Karl Kraus, dove la realtà dipende dai comunicati stampa e non dai fatti. 
"Infatti. Non è chiaro a quali requisiti organizzativi la Fondazione San Raffaele faccia riferimento, se si considera che il Dipartimento di prevenzione della ASL ha riscontrato la prevalenza di personale medico non strutturato, ma soprattutto privo della specializzazione richiesta.
"Come certificato anche dai flussi ministeriali, non è consentito ricoverare pazienti in codici di disciplina differenti, sia pur di riabilitazione a diversa intensità. Tutto ciò ha consentito comunque di fatturare prestazioni in più rispetto a quello che si sarebbe determinato senza l’utilizzo dei posti letto cod. 75. 
"Infine, il sistema sanitario deve garantire la cura e non il luogo di cura, soprattutto per attività post acuzie. Il D.M. 70/2015 ci impone il superamento della logica dell’ospedale “sotto casa” in favore di ospedali sicuri e, soprattutto, caratterizzati da alti livelli di qualità dell’assistenza, caratterihe che la Fondazione San Raffaele non ha garantito. 
"Replicare, dunque, attraverso auto elogi, senza documentare nulla, conferma la strumentalità di una resistenza inutilmente pervicace, al solo fine di mantenere l’incarico e a prescindere dalle necessità dei malati.”

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