Troppe tasse, uno sviluppo economico inesistente, una emergenza giovanile sempre più lancinante e uno sviluppo culturale bloccato da tempo fanno sì che Mesagne - come è stato definito in questi giorni – sia da considerarsi un «malato grave» che ha bisogno di interventi e di schemi molto diversi da quelli del passato per essere «guarito». Questa analisi è la prima e più importante convergenza che come candidato sindaco ho avuto con Mesagne Futura.
In una situazione grave come quella attuale, perciò, contano poco i principi e le ideologie che ispirano l’azione politica di singoli e gruppi: vince la necessità di mettere insieme donne e uomini «civici» che si aggregano nell’esclusivo interesse della città, mettendo insieme le competenze e le esperienze di ognuno per disinnescare il vortice negativo in cui è caduta la città.
Sono queste le ragioni che consegnano un grande valore al dialogo – ed alla successiva adesione al nostro progetto ratificata in queste ore – che il movimento Mesagne Futura ha maturato. Un percorso comune in cui nessuno perde la sua identità ed i suoi valori di riferimento – che rimangono validi per ognuno - ma in cui si rimettono al centro progetti, idee e competenze.
Pompeo Molfetta, perciò, differentemente da quanto letto sulla stampa locale di questi giorni non è il candidato sindaco del partito SEL o di una fantomatica «area di sinistra». E’ il candidato sindaco di questo originale «progetto» che sarà composto esclusivamente da movimenti civici di varia ispirazione e da nessun simbolo di partito. E’ la città che ci candidiamo a rappresentare, non un vessillo di parte.
Ringrazio Mesagne Futura per la fiducia alla mia persona: da questo momento «diamoci una mano». Per Mesagne.