Il primo è che la vittoria della coalizione “Diamoci una mano” è stata la vittoria dell’onorevole Toni Matarrelli che si è speso in prima persona. Mentre il secondo dato è il tramonto politico del Partito democratico di Mesagne e della sua attuale classe dirigente. Francesco Mingolla ha solo attenuato questa sconfitta, peraltro nell’aria già da alcuni anni, che altrimenti sarebbe stata ben più sonora. Non solo una sconfitta matematica, cioè nel numero di voti ottenuti, ma sociale. Che è ben diversa e più dolorosa. Non sentire intorno il calore della gente è piuttosto imbarazzante. Il Pd è arrivato alla tornata elettorale diviso e stracciato. Per strada ha perso i renziani, ha perso LabDem, ha perso tanti altri validissimi giovani che in questi anni avrebbero potuto assicurare il futuro al partito. Soprattutto ha perso la fiducia della gente. Della sua comunità. Così, invece di aprire un dialogo con la futura classe dirigente e con la città si è lasciato spazio alle lotte intestine che, di fatto, hanno logorato il partito. Questo dato lo sa bene il nuovo governatore di Puglia e segretario regionale del Pd, Michele Emiliano, e lo sa bene il consigliere regionale Giuseppe Romano. Come lo sa bene l’onorevole Matarrelli uno dei principali supporter, nella appena passata campagna elettorale regionale, di Emiliano. E a Mesagne si temono commissariamenti. Come nessuno si potrà meravigliare se nel prossimo futuro la maggioranza di governo in Consiglio comunale potrebbe essere allargata con una parte dell’attuale minoranza, che non si può certo definire opposizione, pensando al Pd, poiché oggi sono divisi solo da incomprensioni. “Non c’è nulla da festeggiare poiché bisogna mettersi subito a lavoro – ha precisato l’onorevole Matarrelli – la città oggi ha un parlamentare, un consigliere regionale e un sindaco che sapranno attendere alle aspettative della gente. Lo faremo con grande onestà intellettuale e con buona volontà. Al centro della nostra azione di governo c’è la nostra città”. Poi il pensiero del parlamentare è andato alle coalizioni che sono state sconfitte. “Mesagne ha bisogno di tutti – ha sottolineato il deputato - anche delle forze politiche che sono uscite sconfitte da questa tornata elettorale”. Ed ha aggiunto: “Noi siamo stati costretti, per alcune resistenze di una parte del Pd, a fare una scelta di altra natura. Nel Pd fino a poco tempo fa governava una classe dirigente vecchia e superata che non ha fatto crescere una classe dirigente nuova fatta di giovani meravigliosi che ci sono al suo interno, con cui non abbiamo nessun tipo di problema e con i quali auspichiamo possa aprirsi un confronto”. L’onorevole Matarrelli ha, quindi, concluso: “Il dato elettorale è inequivocabile. Quella classe dirigente è stata spazzata via dal consenso dei cittadini mesagnesi. Il problema, infatti, non è il Pd ma questo pezzo di classe dirigente che è stato bocciato in maniera significativa”.
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