Nota Pd Mesagne sul piano di riordino ospedaliero

Marzo 26, 2016 2189

ospedale ingressoIn seguito alla commissione regionale sanità convocata alla presenza dei sindaci dei comuni interessati da progetti di riconversione dei presidi ospedalieri (o di ciò che ne rimaneva), si è rinfocolata a Mesagne la polemica legata al nosocomio locale.


In particolare il messaggio che sembra farsi strada è che tutti, maggioranza e opposizione, siano in qualche modo responsabili per questo stato di cose. Che il dibattito spesso verte su questioni marginali e con un alto tasso di litigiosità che a detta di molti non consentirebbe di portare a soluzione problemi anche importanti per la città . La politica è fatta di stagioni, a volte anche da lunghi cicli, e ogni periodo ha protagonisti diversi, c’è chi per consenso ricevuto ha più responsabilità di altri e soprattutto avrebbe l’onere di mettersi alla guida dei processi politici e istituzionali. Dire che tutti sono responsabili in egual modo non aiuta a comprendere e, se possibile, a porre rimedio ai problemi che attanagliano una comunità.

Non è vero, infatti, che i consiglieri comunali di opposizione, ed i partiti e i movimenti che rappresentano, hanno le stesse responsabilità del sindaco, della maggioranza, del consigliere regionale Vizzino e del deputato Matarrelli; e non è vero che in passato l’atteggiamento degli amministratori locali è stato lo stesso di chi oggi, sindaco in testa, amministra la città. In qualche interessante intervento di questi giorni si ricorda cosa accadde nel 2002, quando in Puglia dominava la destra, e Fitto impose la chiusura dell’ospedale di Mesagne, la reazione fu un consiglio comunale in piazza, la città, come oggi accade in altri comuni,si mobilitò e su questo terreno Fitto perse sonoramente la campagna elettorale del 2005. Da lì iniziò la stagione del centrosinistra durante la quale fu prima riaperto l’ospedale e poi via via ridimensionato fino alla definitiva chiusura, pur restando in piedi due reparti. Neanche in quegli anni ci fu immobilismo, perché sul diritto alla salute dei cittadini chi ha amministrato la città non ha mai ragionato con la bandiera del proprio partito in mano. Due proposte, la prima su impulso dell’amministrazione locale, quella del “presidio integrato ospedale territorio”, e ,successivamente, quella avanzata due anni fa dal direttore Generale della Asl di Brindisi nel consiglio comunale monotematico incentrata sull’hospice, si sono arenate per il doppio gioco di chi ha preferito temporeggiare anziché costruire soluzioni. Mai sono state risparmiate critiche a chi aveva responsabilità di governo a livello regionale, e neanche oggi il partito democratico di Mesagne, pur essendo presidente il segretario regionale del partito, è stato tenero quando c’ è stato da prendere posizione sul redigendo piano di riordino.

Interesse territoriale e ampio coinvolgimento istituzionale e politico sono sempre state le stelle polari. Ad oggi invece il sindaco non ha mai avvertito l’esigenza di ascoltare una sola volta tutti i consiglieri comunali, non una conferenza dei rappresentanti di tutti gruppi politici, non un tavolo istituzionale come è avvenuto in altri comuni, dove prima che i cittadini si sono mobilitate le istituzioni. Molfetta ha partecipato alla commissione regionale di Martedì 22 Marzo senza aver mai organizzato un confronto a livello locale, e con una proposta che non è dato sapere dove e con chi sia stata costruita. Per queste ragioni le responsabilità presenti non possono essere equamente divise, per quelle passate esistono i momenti elettorali e il PD per la quota parte che gli compete ha pagato un prezzo alle ultime elezioni amministrative, chi spesso insieme al PD ha governato e sgovernato ancora no. Chi ha chiesto i voti anche per la filiera istituzionale che poteva schierare da Mesagne a Roma con il sindaco, il consigliere regionale e il deputato, tra l’altro forti di una rapporto privilegiato con il governatore regionale, è chiamato se ne è capace a guidare la città. A giudicare da quanto abbiamo visto sul piano di riordino e sull’Arneo la prova è deludente. A proposito di Arneo è notizia di ieri che sei comuni della fascia sud della provincia di Brindisi hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica, altri avevano già deliberato mettendo a disposizione per i ricorsi dei cittadini professionalità, in ogni caso diverse amministrazioni si sono messe alla guida di tanti cittadini. A Mesagne chi avrebbe dovuto farlo ha deciso di abdicare ed anche per questo ha più colpa degli altri.

Ultima modifica il Sabato, 26 Marzo 2016 15:02