Redazione

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi venerdì 9 luglio 2021 in Puglia, sono stati registrati 5.875 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 44 casi positivi: 9 in provincia di Bari, 2 in provincia di Brindisi, 2 nella provincia BAT, 7 in provincia di Foggia, 12 in provincia di Lecce, 10 in provincia di Taranto, 1 caso di residente fuori regione, 1 caso di provincia di residenza non nota.

Sono stati registrati 2 decessi: 1 in provincia di Bari, 1 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.726.848 test.

244.936 sono i pazienti guariti.

2.136 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 253.722 così suddivisi:

95.263 nella Provincia di Bari;

25.608 nella Provincia di Bat;

19.843 nella Provincia di Brindisi;

45.198 nella Provincia di Foggia;

27.051 nella Provincia di Lecce;

39.568 nella Provincia di Taranto;

817 attribuiti a residenti fuori regione;

374 provincia di residenza non nota.

Nei giorni passati, Personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Fasano, coadiuvato da altri Militari in servizio presso la medesima Compagnia e presso la Compagnia Bari San Paolo, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi nei confronti di cinque persone, sottoposte ad indagini perché ritenute responsabili a vario titolo, fra altro, di associazione per delinquere, furti pluriaggravati continuati e ricettazione di autovetture, rapina impropria, lesioni personali e violazione degli obblighi inerenti alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.

I destinatari delle misure (quattro carcerarie e una in regime di arresti domiciliari), tutti residenti nell’area geografica del nord brindisino e nella c.d. “Terra di Bari”, sono C.D., ventottenne (carcere), P.P., quarantasettenne (carcere), V.A., trentottenne (carcere), M.G., venticinquenne (carcere) e C.V., ventitreenne (AA.DD).

Le indagini, anche di natura tecnica, dirette da questo Ufficio e svolte a decorrere dal mese di agosto 2020, hanno permesso di verificare l’avvenuta costituzione, nel territorio fasanese, di un gruppo criminale dedito, quotidianamente, al furto e alla ricettazione di autoveicoli nell’area geografica del sud barese e della Valle d’Itria. Nel corso delle indagini, sono stati accertati 14 episodi di furto pluriaggravato di autovetture (tutte del gruppo FCA: Alfa Romeo Giulietta, Fiat Panda, Fiat Grande Punto, Jeep Renegade, Fiat 500), 8 di ricettazione e, oltre ad altri delitti, un episodio di rapina impropria, quando due sodali, intenti a rubare un autoveicolo nel comune di Cisternino (BR), pur di vincere la “resistenza” dell’usuario dello stesso avvedutosi del furto, non esitarono ad investirlo cagionandogli lesioni personali. Durante le investigazioni, inoltre, sono state recuperate e restituite ai legittimi proprietari 8 delle autovetture ricettate/rubate dal sodalizio criminale.

Il sodalizio stretto fra i tre principali indagati (tutti già più volte condannati irrevocabilmente ed uno dei quali sottoposto alla sorveglianza speciale della pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per tre anni in Fasano, ma da quel Comune assai spesso allontanatosi per commettere ulteriori delitti) consentiva loro di agire secondo dinamiche ormai consolidate, individuando gli autoveicoli di interesse, rubandoli -con il prevalente utilizzo di strumenti elettronici in grado di clonare le chiavi del veicolo attraverso la porta diagnosi (On-Board Diagnostic), comunemente chiamata presa OBD- e curandone la ricettazione personalmente o affidandosi alla mediazione di un soggetto non “associato” ma particolarmente affidabile sul piano della rivendita dei veicoli oggetto di furto.

È stato altresì tracciato un canale di ricettazione autonomo tra il gruppo oggetto di indagine e un pregiudicato barese, pure destinatario di misura custodiale in carcere.

Lo scenario emerso è, secondo il giudice che ha emesso l’ordinanza, quello di un “… impressionante … e “… sicuramente preoccupante …” susseguirsi di condotte delittuose che per la loro dimensione “… professionale …, inquadrata in un contesto associativo, rende “… più che concreto il pericolo di reiterazione ...”.​ ​

Gli indagati catturati saranno sottoposti al previsto interrogatorio di garanzia nel corso dei prossimi giorni.

La Provincia di Brindisi a guida Riccardo Rossi ha introdotto una nuova mannaia nei confronti del comparto produttivo di questo territorio. Con delibera di Consiglio Provinciale (n. 13 del 7 maggio 2021), infatti, sono state introdotte nuove regole in relazione alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti.
 
In sostanza, si stabilisce che tali impianti debbano essere realizzati ad una distanza non inferiore ai 3 chilometri da “siti sensibili”, tra cui figurano strutture sanitarie, edifici scolastici e case di riposo.
 
Il problema gravissimo è che ci sono già investimenti programmati che non rientrano in tali limitazioni e quindi si corre il rischio di dover bloccare tutto, con evidenti danni economici ed occupazionali. La zona industriale di Brindisi rappresenta – da questo punto di vista – un chiaro esempio di ciò che potrà accadere su tutto il territorio provinciale.
 
L’aspetto ancora più incredibile è che la delibera della Provincia prevede che possano essere applicate delle deroghe al vincolo di distanza di 3 chilometri se gli impianti di smaltimento e recupero di rifiuti sono pubblici. Come dire, insomma, che i rifiuti trattati dai privati sono più dannosi per l’ambiente rispetto ai rifiuti trattati da un soggetto pubblico.
 
E’ evidente che ci sono tutte le condizioni perché tale delibera venga impugnata, a tutela del mondo produttivo, ma anche per salvaguardare l’ambiente in maniera obiettiva e senza condizioni-capestro che altrove non vengono applicate.
 
In tal senso, è auspicabile un pieno coinvolgimento delle associazioni di categoria, affinché si possa agire in maniera efficace e nell’interesse delle nostre comunità.
 
Pietro Guadalupi – ex Presidente Consiglio Comunale di Brindisi

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“La Protezione Civile della Puglia è stata la vera protagonista – sul piano istituzionale – della pandemia. Per intenderci era questa a tenere nelle mani la ‘borsa’ dei milioni che sono stati spesi per tutto quello che ha ruotato intorno alla gestione del Covid. Chiaramente molti dei milioni che ha speso sono stati ripianati dalla Protezione civile nazionale… ma pare che 200 milioni di euro, invece, sono a totale carico delle casse regionali. In questo caso staremmo parlando di vero e proprio buco che dovrebbe essere coperto dai fondi del Bilancio autonomo della Regione. Un danno per la collettività pugliese enorme. 
Tutto questo non può passare come un mero fatto contabile, recuperando i 200 milioni da qualche capitolo e quindi privando altri settori da finanziamenti. Qui c’è da capire perché la Protezione civile nazionale non riconosce le spese relative ai 200 milioni? E queste erano state autorizzate o quanto meno concordate con Roma? 
Più volte Fratelli d’Italia aveva puntato il dito, presentato interrogazioni, fatto sopralluoghi e ispezioni lì dove venivano spesi milioni e milioni – dalla fabbrica delle mascherine ai cargo provenienti dalla Cina fino all’ospedale in Fiera – ogni volta abbiamo chiesto conto di come venivano spesi i soldi, nella convinzione che la pandemia non doveva necessariamente giustificare anche un solo euro sprecato. Non abbiamo mai avuto risposte, anzi ne abbiamo avute di ridicole!
Ma ora in ballo ci sono 200 milioni che le casse regionali dovranno tirar fuori… chissà come! E quindi abbiamo chiesto al presidente della Commissione Bilancio Amati, di convocare in audizione il presidente Emiliano e il direttore della Protezione civile regionale Lerario perché diano delle risposte serie, questa volta.
Nel frattempo abbiamo anche chiesto: il resoconto analitico della spesa sostenuta, la documentazione che attesti l’interlocuzione fra la protezione civile pugliese e quella nazionale sulle spese che venivano autorizzate e quelle che, invece, non venivano autorizzate.
Il Covid non può essere stato un’occasione per spendere milioni con leggerezza. Non sarebbe solo un danno per la Puglia. Sarebbe vergognoso e illegale”.

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COLDIRETTI PUGLIA, +25% CONSUMI FRUTTA CON CLIMA BOLLENTE; A TARANTO A RUBA ANGURIE GIALLE. A preoccupare le campagne è però una estate segnata fino ad ora dall’assenza di precipitazioni e temperature. Continua la morsa di caldo e afa, con Bari, Taranto, Foggia, Vieste, Barletta che registrano anche oggi le temperature minime più alte d’Italia, con l’aumento del 25% gli acquisti di frutta nell’ultimo mese per effetto del clima bollente che ha profondamente cambiato il carrello della spesa dei pugliesi. E’ quanto stima Coldiretti Puglia in merito all’ondata di caldo africano che dovrebbe rientrare in Puglia a partire dal 14 luglio prossimo quando è previsto un calo termico fino a -10 gradi.

A Taranto al mercato di Campagna Amica di Viale Virgilio 33 stanno andando letteralmente a ruba le angurie gialle, più ricche d’acqua, ma nei mercati contadini in tutta la Puglia si registra il boom degli acquisti di mini angurie, albicocche, pesche e nettarine ma anche meloni e cantalupo per cercare di combattere l’afa, idratarsi e fare il pieno naturale di vitamine.

L’anguria gialla, conosciuta anche come coco-ananas o cocomero giapponese, è un innesto botanico del tutto naturale - dice Coldiretti Puglia - è ricca di vitamina A e betacarotene, come tutti i vegetali di colore giallo è nata in Giappone, ma in Puglia ne è stata avviata la produzione Made in Italy. Come succede anche per l’anguria rossa, per conoscere il grado di maturazione dell’anguria gialla, basta battere il Puglia sulla buccia verde e striata, se il suono è sordo è pronta per essere portata in tavola.

“La morsa improvvisa di caldo torrido ha interessato tutta la Puglia, dove il termometro ha segnato anche i 44 gradi in alcune località. Una decisa inversione di tendenza del clima pazzo che cambia la spesa e spinge a portare in tavola cibi freschi genuini e dietetici che dissetano, reintegrano i sali minerali persi con il sudore, riforniscono di vitamine, mantengono in efficienza l’apparato intestinale con il loro apporto di fibre e si oppongono all’azione dei radicali liberi prodotti nell’organismo dall’esposizione al sole, nel modo più naturale ed appetitoso possibile”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

A tenere alti i consumi – continua la Coldiretti regionale – è anche la riapertura delle attività di ristorazione con l’affermarsi di smoothies, frullati e centrifugati consumati alla disponibilità di nuove tecnologie, dalle centrifughe agli essiccatori che aiutano a far apprezzare cibi salutari anche ai più piccoli.

Per ottimizzare la spesa, ottenere il miglior rapporto prezzi-qualità e aiutare il proprio territorio e l’occupazione, il consiglio della Coldiretti è quello di verificare l’origine nazionale, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori nei mercati o in fattoria e non cercare per forza il prodotto perfetto perché piccoli problemi estetici non alterano le qualità organolettiche e nutrizionali, i cosiddetti “brutti ma buoni”.

A preoccupare le campagne è però una estate segnata fino ad ora dall’assenza di precipitazioni e temperature elevate con l’afa e la prolungata mancanza di pioggia – sottolinea la Coldiretti regionale – stanno seccando la terra, svuotando le spighe, scottando la frutta e la verdura nei campi e provocando stress negli animali nelle stalle con il crollo della produzione di latte. In sofferenza per le alte temperature, dagli ortaggi alla frutta, dal pomodoro ai cereali.

Necessaria una stretta – insiste Coldiretti Puglia - per non perdere le risorse e avviare immediatamente nel 2021 il complesso piano per le infrastrutture irrigue in Puglia e le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, con la costituzione di un tavolo regionale istituito dall’assessore regionale all’Agricoltura Pentassuglia per avviare un monitoraggio capillare e costante delle azioni richieste e messe in campo, secondo una tempistica certa.

“Per cogliere una opportunità unica con il Recovery Plan, Coldiretti ha elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie, con una esigenza resa necessaria dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua”, conclude il presidente Muraglia.

E’ inoltre necessario – aggiunge Coldiretti Puglia – reinserire nel P.N.R.R. il miliardo di euro per le forestazioni pedecollinari ed i 500 milioni per la digitalizzazione delle reti idriche. Questi interventi migliorerebbero la condizione soprattutto di territori difficili, invertendo la  tendenza al loro abbandono, riducendo il divario fra aree del Paese, grazie all’insediamento di nuove attività produttive.

Il piano della Coldiretti sulle risorse idriche per il Recovery Plan punta alla transizione verde in modo da risparmiare il 30% di acqua per l’irrigazione, diminuire il rischio di alluvioni e frane, aumentare la sicurezza alimentare dell’Italia, garantire la disponibilità idrica in caso di incendi, migliorare il valore paesaggistico dei territori e garantire adeguati stoccaggi per le produzioni idroelettriche green in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030.  Un progetto ideato ed ingegnerizzato e poi condiviso – conclude la Coldiretti Puglia - con ANBI, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti con il coinvolgimento anche delle Università.

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Sarà il nome di Marcella Di Levrano - quanta determinazione, quanta tenacia e quanta strada ha macinato sua mamma Marisa per portare, con tanto orgoglio e smisurata dignità, nelle scuole, nelle carceri, nelle parrocchie, fra i ragazzi di “Libera” e di altre associazioni, la storia del suo barbaro assassinio da parte della Sacra Corona Unita, ma sopratutto la sua vita, la sua memoria - a far risplendere dal prossimo 15 luglio, a San Giusto Canavese, un paesino di poco più di 3000 abitanti alle porte di Torino, la villa confiscata a Nicola Assisi, uno dei più pericolosi narcotrafficanti della ndrangheta, arrestato in Brasile, dopo una lunga latitanza, proprio l’8 luglio di due anni fa.
Il nome di una vittima innocente come Marcella su un altro bene confiscato (dopo quello di Seriate in provincia di Bergamo), assegnato al Comune di San Giusto Canavese e ristrutturato con fondi pubblici, rappresenta il simbolo della vittoria dello Stato contro le mafie ed ogni forma di criminalità organizzata, della sua restituzione alla collettività per il riutilizzo sociale.
Il profumo della legalità nel nome di Marcella - al cui nome, si ricorderà, risultano già intitolati anche i presìdi “Libera” di Aosta, Gorizia e Pavia, oltre a vie e parchi urbani), inonderà un centro dedicato alla disabilità gestito dalla cooperativa “Progest”.
p. s. D’accordo con la mamma di Marcella e prima della divulgazione e pubblicazione di questo post, ho doverosamente informato dell’iniziativa che si terrà a San Giusto Canavese il sindaco, il presidente del consiglio comunale e l’assessore alla legalità del Comune di Mesagne.

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Oggi una delegazione di Fratelli d’Italia - composta dai consiglieri regionali Luigi Caroli e Renato Perrini, dalla consigliere comunale Anna Ferreri e a Michele Iaia coordinatore cittadino del partito - farà un sopralluogo all’ospedale di Francavilla Fontana per verificare la situazione nei reparti e le necessità attuali e reali per un bacino di utenti molto importante. 
Il sopralluogo servirà anche a controllare quale è lo stato dell'arte per le opere avviate ed in fase di realizzazione ovvero i 4 posti letto di terapia intensiva, inaugurati nel 2020 e mai operativi, e i lavori di completamento dell’area Rianimazione, dove dovrebbero essere attivati ben otto posti letto e per le quali si è in attesa che vengano, si spera al più presto, le procedure per l’attrezzatura necessaria per ogni postazione.
Per ultimo, ma non ultimo il sopralluogo, servirà a verificare la condizione della parte esterna, visto che l’immobile per troppi anni è stato dimenticato e ora necessita di lavori di ristrutturazione per dare dignità alla struttura sanitaria.

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Sono terminati a Mesagne gli esami di maturità presso il liceo scientifico e l’istituto tecnologico “Epifanio Ferdinando”. Gli esiti tra i due plessi sono: 18 centisti nel liceo e 5 nel commerciale. A fare la differenza, però, sono le lodi che i liceali si sono portate a casa ben 7 contro le 2 del Tecnologico. Altro dato statistico è che a prendere il punteggio di 100 sono state in maniera schiacciante le studentesse che hanno battuto i colleghi per 14 a 9. Infatti, nel liceo scientifico le ragazze che hanno preso 100 sono state 11 contro 7 maschietti mentre nel commerciale sono state 3 contro 2 maschietti.

Si è chiusa, dunque, con questi dati la sessione 2021 degli esami di stato degli istituti di istruzione superiore mesagnesi. Per un terzo dei ragazzi gli esami di stato di quest’anno sono stati in linea con quanto si aspettavano, grazie anche alla disponibilità dei prof che, pur restando formali negli atteggiamenti, li hanno messi a proprio agio nei 60 minuti in cui li hanno “torchiati” sui vari argomenti di studio. Così, al termine degli esami sostenuti dagli studenti liceali sono stati premiati con il massimo punteggio Alessandra Carovigno (100 e lode), Giorgia Epifani (110), Alessandro Franco (100), Luca Galiano (100), Giulio La Sala (100 e lode), Alessandra Marcellino (100 e lode), Francesco Murra (100), Filippo Rosato (100), Francesca Scianaro (100) / Greta Camporeale (100 e lode), Sara Martinucci (100), Sara Summa (100 e lode) / Francesco Faggiano (100),  Anna Grazia Becci (100), Marco Ferrari (100 e lode), Federica Miglietta (100 e lode), Paola Stridi (100), Elisabeth Turco (100 e lode). Gli studenti, super bravi, dell’istituto Tecnologico sono stati Mattia Caliandro, 100/100; Francesco Fragnelli, 100/100; Greta Camporeale, 100/100 con lode; Sara Martinucci, 100/100 e Sara Summa, 100/100 con lode.

Siamo riusciti a trovare nell’istituto Tecnologico il centista Francesco Fragnelli con il quale abbiamo scambiato qualche parola per comprendere le sue impressioni su un esame di stato certamente inusuale. “Devo confessare che i cinque anni trascorsi in questa scuola sono stati fantastici, anni in cui, grazie ai professori che fin da subito sono stati disponibili a 360 gradi, ho imparato e sono cresciuto molto”. Naturalmente, la pandemia ha inciso molto sul tradizionale modello di studio. “Non nego – ha proseguito Francesco - che gli ultimi due anni, a causa della pandemia che ci ha colpito, sono stati anni molto difficili in cui ci siamo dovuti adattare alla situazione. In ogni modo, la preparazione all'esame l'ho vissuta con molta tranquillità, ero sicuro di ciò che sapevo e di ciò che i professori mi avevano insegnato in tutti questi anni.  Sono arrivato in questa scuola che ero un ragazzino, pieno di incertezze e dubbi su ciò che volevo diventare, ne esco da ragazzo maturo, sicuro e con le idee ben precise”. Terminata la scuola superiore adesso Francesco sta impostando la sua futura vita professionale.

“Proverò ad entrare nell’università Luiss “Guido Carli” di Roma, in cui, una volta dentro, studierò Economia e Management”, ha concluso il neo centista. Determinato a proseguire gli studi è anche Mattia Caliandro. “Al termine del percorso scolastico – ha spiegato Mattia - ripenso ai 5 anni trascorsi all'istituto tecnico Economico posso affermare che oltre ad aver acquisito le nozioni tecniche e scientifiche del corso di studi, mi rendo conto di aver avuto la possibilità di acquisire le nozioni pratiche, umane e relazionali, oltre alle attività extra scolastiche. Pertanto devo ringraziare tutti i professori che sin dal primo momento sono stati disponibili anche nei giorni festivi e, in particolare, durante il periodo di pandemia, dove, grazie a loro, siamo riusciti a continuare il nostro percorso di studi e arrivare preparati agli esami di stato”. Anche Mattia sta pensando al suo futuro. “Con la consapevolezza di aver acquisito le nozioni tecniche necessarie – ha detto - proseguirò gli studi presso l'università di Bari al dipartimento di Economia e commercio”. Con un po' di commozione Mattia ci ha confidato “che sono stati 5 anni bellissimi”.

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A Mesagne nasce il primo nucleo di Guardie zoofile Gez. OIPA-Brindisi.(Organizzazione Internazionale Protezione Animali).

Il primo corso si è svolto tra il 2019 e il  2020 c/o ISBEM – Mesagne, con Ivonne Falcone,  direttore del corso.
Dopo l’anno pandemico, ieri 7 Luglio sì è finalmente giunti alla decretazione da parte della prefettura di Brindisi delle tre guardie zoofile che svolgeranno attività di controllo e  prevenzione per maltrattamenti sugli animali d’affezione e sorveglianza del rispetto della normativa, nella provincia di Brindisi.
Il nucleo appena formato è costituito da:
Albanese Serena -coordinatrice del nucleo Gez
Falcone Ivonne -vicecoordinatrice Gez
Denitto Morena- Gez
Il nuovo nucleo della provincia di Brindisi pone le basi per ulteriori collaborazioni qualificate con i comuni e le forze dell’ordine affinché il fenomeno del randagismo e i maltrattamenti sugli animali possano cessare con un’azione continuativa di prevenzione e controllo del territorio.
Ringraziamo per il supporto all’avvio del nucleo provinciale il coordinatore Regionale  Luca Capasso Gez OIPA –Puglia
 e il coordinatore Nazionale Massimo Pradella GEZ OIPA- Italia. 

Sindrome coronarica acuta, al via il follow up tra ospedale e territorio. 

La Asl di Brindisi ha avviato il percorso del follow up integrato tra ospedale e territorio dei pazienti dimessi con diagnosi di sindrome coronarica acuta e sottoposti a rivascolarizzazione miocardica. 
Il team di cardiologi che ha definito il Percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (Pdta) è costituito da figure ospedaliere e territoriali: Gianfranco Ignone, direttore dell'Uoc di Cardiologia dell'ospedale Perrino di Brindisi; Raffaele Rollo, dirigente medico di Cardiologia del Perrino e coordinatore del gruppo di lavoro per l’ambito ospedaliero; Ilaria Margherita Gioia, dirigente medico di Cardiologia del Perrino; Maria Maiello, cardiologo ambulatoriale della Asl e referente di branca per la specialistica territoriale; Annapaola Zito, cardiologo ambulatoriale della Asl e coordinatore del gruppo di lavoro per l’ambito territoriale. 
"Per la prima volta - spiega il direttore sanitario della Asl, Andrea Gigliobianco che con la dottoressa Francesca Caputo ha validato il Pdta -  abbiamo creato un percorso di assistenza e cura integrato tra ospedale e territorio per pazienti con questa patologia. Malattie come l'infarto miocardico hanno bisogno di un controllo costante del paziente che prosegue dopo le dimissioni con follow up a 30 giorni, 3 mesi, 6 mesi e un anno". 
Promotrice dell'iniziativa è stata la dottoressa Annapaola Zito: con la dottoressa Sabrina Leonardi del Rischio Clinico ha lavorato a stretto contatto anche con i medici di Medicina generale della Asl Michele Giuseppe Lisco e Francesco Legrottaglie, che hanno integrato il team per gli aspetti di propria competenza. Il gruppo di lavoro monitorerà gli esiti per garantire la puntuale applicazione del protocollo.