Redazione

“Le priorità in ambito sanitario sono le malattie da curare e prevenire e non le carte da scrivere per i Ministeri o per l’autorità giudiziaria. E questo perché senza la cura delle malattie le prenotazioni possono essere fatte solo per prestazioni cimiteriali, rendendo le carte bollate e il burocratismo privi di senso. E se il problema riguarda la carenza di personale per adempiere ai numerosi obblighi imposti dalle leggi statali e regionali, bisogna avere il coraggio d’insorgere contro il presidente Emiliano e la Giunta regionale, piuttosto che contro il Consiglio regionale e i suoi doveri di rappresentanza dei cittadini. Sbagliare obiettivo nelle rimostranze, per sussiego al potente, è un espediente politicista e vergognoso, tutto incentrato sugli ingranaggi del potere e non sul dolore della condizione umana. Si mediti su questo, immedesimandosi nella vita dei comuni cittadini”.

Lo dichiara il Commissario regionale di Azione e consigliere regionale Fabiano Amati, promotore e primo sottoscrittore delle leggi per il potenziamento degli screening del tumore al seno e al colon retto, e per la riduzione della spesa farmaceutica. 

“Ho letto diverse note dirigenziali, transitate con atto di comunicazione nell’ultima seduta della Giunta regionale, contro le leggi regionali di potenziamento degli screening per i tumori al seno e al colon-retto, riferite al fatto che gli adempimenti richiesti sono molto stringenti e mettono i dirigenti regionali e i Direttori generali delle ASL di fronte a conseguenze ritenute addirittura eversive ma in fondo più ovvie del più ordinario ovvio : la mancata erogazione dell’indennità di risultato in caso di mancato raggiungimento dei risultati attesi, e questo per i dirigenti regionali, e la decadenza dei DG ASL in caso di mancato rispetto degli impegni di salute che essi stessi si danno con gli atti aziendali. 
In pratica, le leggi dicono che se non fai il tuo dovere manageriale non puoi fare il manager e se non te la senti non è obbligatorio l’esercizio di funzioni manageriali. 
Gli argomenti usati e posti alla base delle varie comunicazioni, peraltro, sono tecnicamente privi di pregio. 
Il pacchetto di leggi regionali salva-vita delle persone contiene una pluralità di norme incentrate sugli adempimenti a quanto già previsto dalle leggi statali e dalle stesse delibere della Giunta regionale e non oggetto di alcun sospetto d’incostituzionalità. Andiamo per titoli sommari: l’estensione al 100 per cento della popolazione target degli screening; le modalità d’innovazione organizzativa e informatica per assicurare l’esatta periodicità degli screening; la gratuità dei test genetici per persone con rischio eredo-familiare; la gratuità della sorveglianza clinico-strumentale per persone con mutazione genetica e maggiore rischio d’esposizione al tumore. 
A tutto questo non è stato dato totale adempimento, nonostante ripetuti solleciti durante le Commissioni consiliari. 
Una parte molto residuale di quel pacchetto legislativo, invece, è stata osservata dal Governo per sospetto d’incostituzionalità, e viene strumentalizzata per giustificare il mancato adempimento alla maggior parte della disciplina legislativa: la pretesa illogica di far acciuffare il meno dal più. Questa parte residuale, su cui l’Avvocatura regionale ha comunque spiegato le più convincenti difese (ma alla Regione nessuno legge gli atti di altri rami della stessa amministrazione), riguarda l’estensione degli screening a classi d’età più ampie rispetto ai piani nazionali, comunque in accoglimento di quanto sostenuto dal mondo della medicina e pure dall’ultima raccomandazione europea in materia di lotta ai tumori. Insomma, pur ammettendo come fonte dell’impugnazione il disinteresse delle burocrazie ministeriali sulla più efficace e moderna prevenzione dettata dalle linee guida e dalla legislazione europea, e pur assumendo l’obbligo della burocrazia regionale ad associarsi al menefreghismo ministeriale, la maggior parte degli adempimenti contenuti nel pacchetto di leggi regionali non riguarda argomenti sottoposti al vaglio della Corte costituzionale. Per cui il capro espiatorio si scopre che non è un bovino né è uscito al pascolo. 
Che senso ha dunque assumere un argomento residuale per consentirsi di galleggiare e auto-giustificarsi sugli inadempimenti relativi agli argomenti più numerosi e non oggetto d’impugnativa? 
Se manca il personale per correre dietro queste numerose incombenze, si chieda al presidente Emiliano e alla Giunta regionale il personale necessario, con una lettera di poche righe e senza l’impegno di numerose ore di lavoro per scrivere le abbondanti comunicazioni, ma non si maledica la necessità di un’organizzazione più ferocemente adattata al contrasto delle malattie. 
Mi rendo conto che la nuova modalità legislativa introdotta con le leggi del pacchetto screening, fortemente auto-esecutiva e priva del nascondino dei Regolamenti attuativi e delle delibere esecutive, cominci a mietere vittime sul piano pratico e psicologico, ma non si poteva continuare così. Non si poteva continuare a legittimare antiche modalità legislative, avallate da un potere politico in stato di sudditanza tecnica, che finiscono per far silenziosamente primeggiare la funzione burocratica rispetto agli eletti dal popolo, in un surreale capovolgimento di prospettive e con esiti paradossali: le colpe delle disfunzioni addossate ai politici per un potere di fatto non esercitato e paralizzato dai procedimenti attuativi. 
È tutta qui la questione. Detto con sincerità. Ma lo stato di malattia, la prevenzione e i nostri obblighi, non possono essere scantonati per una ridefinizione del potere che alla burocrazia regionale non piace. Raggiungere i risultati è l’obbligo dei manager e a questo si lega l’indennità di risultato. Appunto. Averlo scritto nero su bianco può anche dispiacere, me ne rendo conto, ma la pubblica amministrazione non può agire a passi felpati come in una seduta psichiatrica. Il tempo e il suo trascorrere sprecato portano troppo dolore e perciò va perdonato il minor uso di convenevoli per eccesso di risolutezza”.

"Non ci voleva una sfera di cristallo per capire che la Sanità brindisina – in modo particolare il Pronto soccorso dell’ospedale Perrino di Brindisi – fosse in affanno. Lo abbiamo denunciato da tempo suonando il campanello d’allarme nella speranza che non si arrivasse al collasso dichiarato nei giorni scorsi, quando la ASL ha chiesto lo stato di emergenza per i tre Pronto soccorso della provincia (oltre a quello di Brindisi anche quello di Francavilla Fontana e Ostuni). 
Sono tre strutture sanitarie che come Fratelli d’Italia abbiamo visitato su segnalazione degli operatori sanitari che vi lavorano e dei pazienti che usufruiscono dei servizi: a Francavilla siamo stati non ieri ma il 9 luglio del 2021 (un anno e mezzo fa, circa) e a Ostuni anche prima, il 12 novembre 2020, e poi ancora il 6 aprile del 2022. Infine al Perrino, l’ultima volta il 28 novembre scorso. Come consiglieri regionali di opposizione avevamo intuito da tempo che vi erano problemi abnormi, che sicuramente dipendono dalla carenza di organico, ma che nel Brindisino sta provocando una situazione più disastrosa che altrove e che finisce per mettere a rischio la salute dei cittadini. Perché alla carenza di personale negli ospedali si aggiunge quella di organico nei PPIT di Ceglie Messapica, Fasano, Mesagne, San Pietro Vernotico dove a mala pena viene assicurata la presenza di un medico su un turno su tre.
E’ evidente che siamo di fronte a una vera e propria ‘fuga’ di medici dalla Terra di Brindisi… ci sarà un motivo? Così come vorremmo capire quali sono i motivi veri dello scontro fra l’Ordine dei Medici e i vertici della Asl.
Così come è evidente che qualcuno sarà pur responsabile di tutto questo, forse, perché incapace e inadeguato al ruolo che riveste.  Per questo Fratelli d’Italia chiede l’immediato azzeramento dei vertici della Asl, mentre l’assessore alla sanità, Rocco Palese, dopo le notizie di stampa di oggi, dovrebbe trarre le conseguenze e dimettersi”.

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Epidemia COVID-19

Bollettino Epidemiologico
Regione Puglia

Dati del giorno: 02 gennaio 2023

566
Nuovi casi
3.388
Test giornalieri
0
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 186
Provincia di Bat: 41
Provincia di Brindisi: 59
Provincia di Foggia: 61
Provincia di Lecce: 152
Provincia di Taranto: 55
Residenti fuori regione: 12
Provincia in definizione: 0
17.215
Persone attualmente positive
262
Persone ricoverate in area non critica
15
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.599.732
Casi totali
13.494.388
Test eseguiti
1.573.082
Persone guarite
9.435
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 511.839
Provincia di Bat: 134.386
Provincia di Brindisi: 152.988
Provincia di Foggia: 223.043
Provincia di Lecce: 339.816
Provincia di Taranto: 215.482
Residenti fuori regione: 16.844
Provincia in definizione: 5.334

Per contribuire anche da Mesagne alla formazione del manifesto dei valori e dei principi del Partito Democratico, ci vediamo domani a partire dalle ore 18,00 presso la sede dell’associazione ”G. Di Vittorio” in via Castello XX. L’incontro, che ha l’obiettivo di far arrivare al comitato costituente nazionale idee e proposte sulla missione principale del PD, sugli strumenti e sulle procedure con i quali il PD intende realizzarla, nonché sui contenuti che devono caratterizzare il nuovo partito, è aperto alla partecipazione di simpatizzanti, elettori e cittadini che intendono esprimere il loro punto di vista sul  dibattito in corso.

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Capodanno con i botti a Mesagne dove la dea della fortuna ha fatto vincere ben 46mila 514 euro al Superenalotto presso la ricevitoria del Nuovo bar Magrì, in via Guatiero d'Ocra. Una vincita che dovrà essere divisa, però, tra 21 clienti che avevano giocato il sistema pensato dal proprietario del bar, Alessandro Magrì. Ciascuno dei 21 giocatori riceverà 2mila 214 euro. In particolare il sistema giocato ha realizzato due 5 e sfiorato il 6.

In questo caso la vincita sarebbe stata di 340 milioni di euro. Altro che bruscolini. I vincitori sono tutti clienti affezionati del Nuovo bar Magrì che c’è da giurarci continueranno a giocare per rincorrere una vincita ben più grande.vincita_Superenalotto_al_nuovo_BAR_caffè_magrì.jpg

In ogni modo la Puglia a Capodanno ha ottenuto complessivamente un monte vincite di circa 190mila euro. Il 10eLotto, infatti, ha premiato la Puglia con vincite complessive per oltre 107mila euro: la più alta è stata centrata a Squinzano, in provincia di Lecce, con un 9 Oro da 50mila euro, seguito da un 6 Doppio Oro da 30mila euro a Bari. A Taranto si è festeggiato con un 9 da 20mila euro, mentre un 6 Oro da 7.500 euro è stato realizzato a Molfetta, in provincia di Bari.

L'ultimo concorso del 10eLotto del 2022 ha distribuito premi per 27 milioni di euro in tutta Italia, per un totale di oltre 3,7 miliardi durante tutto l’anno. Sul fronte del loro sono stati vinti oltre 38mila euro, Si è festeggiato a Bari con un colpo da 23.750 euro e a Surbo, in provincia di Lecce, con altri 14.500 euro. L'ultimo concorso del Lotto del 2022 ha distribuito 8,8 milioni di euro in tutta Italia, per un totale che supera il miliardo di euro in tutto l'anno.

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L’Amministrazione Comunale ha approvato il restauro delle due tele che ritraggono Andrea I e Michele III Imperiali. L’intervento, affidato alla restauratrice Rita Cavalieri, è frutto di una inedita collaborazione con i discendenti della famiglia Imperiali che cofinanzieranno il progetto.

“In questi anni – spiega il Sindaco Antonello Denuzzo – ci siamo impegnati per restituire alla Città un patrimonio monumentale che necessitava di urgenti interventi di restauro. La Torre dell’Orologio, il basolato di via Roma, la Porta della Croce e, a breve, la Porta del Carmine, la Piazza Coperta e Palazzo del Sedile. A tutto questo si aggiunge ora il recupero dei ritratti di Michele III e Andrea I.”

L’idea del restauro è nata con il Bilancio Partecipato del 2019. In quella occasione un gruppo di cittadini, rappresentato da Giuseppe Leone, candidò un progetto per la valorizzazione dei due grandi ritratti. La proposta, che ottenne ampi consensi nella consultazione online, è stata successivamente recuperata dal Comitato “Si può fare” e ha trovato l’interesse dell’Amministrazione Comunale e dei discendenti della famiglia. Da qui, grazie al grande lavoro di ricerca, supporto e consulenza dei professionisti di “Si può fare”, è stato dato impulso ad una sinergia tra pubblico e privato per la valorizzazione delle due opere, risalenti alla prima metà del ‘700, che rappresentano le uniche testimonianze in Italia dell’aspetto dei componenti della famiglia Imperiali.denuzzo_tela.jpeg

“Il percorso che porterà al restauro delle tele – prosegue il Sindaco – vede un ruolo da protagonista dei discendenti della famiglia Imperiali e dei giovani professionisti del comitato “Si può fare”. Una operazione dal grande valore culturale che vedrà la luce non appena la Soprintendenza esprimerà il parere di competenza.”

Mercoledì 4 gennaio alle 17.00 a Castello Imperiali l’Amministrazione Comunale, la famiglia Imperiali e il Comitato “Si può fare” presenteranno l’intervento di restauro nel corso di una iniziativa pubblica cui prenderanno parte il Sindaco Antonello Denuzzo, l’Assessora Maria Angelotti, Riccardo e Francesco Imperiali, la restauratrice Rita Cavalieri, e i componenti del comitato Mirko Belfiore, Giuseppe Leone e Davide Balestra. Protagonisti della serata saranno anche le studentesse e gli studenti che frequentano le classi quarte e quinte della Scuola Primaria del Terzo Istituto Comprensivo. Nel corso dell’incontro bambine e bambini reciteranno dei brani e doneranno alcuni oggetti nati dalla loro creatività.

“Così come avvenuto con il restauro della Porta della Croce – conclude il Sindaco – abbiamo ritenuto di fondamentale importanza coinvolgere sin da subito le bambine e i bambini, i cittadini di domani, che avranno il compito di tutelare il patrimonio storico e artistico cittadino. Il principio che ci siamo dati è quello di promuovere la conoscenza per prendersi cura della nostra storia.”

Il restauro delle tele è pensato come un vero e proprio evento. La squadra di restauratori realizzerà l’intervento al Castello sotto forma di laboratorio aperto al pubblico.

La partecipazione all’iniziativa di mercoledì 4 gennaio è libera e gratuita.

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CONSUMI: COLDIRETTI PUGLIA, AVANZI FESTE A TAVOLA PER 4 FAMIGLIE SU 5; MA ANCORA IN PATTUMIERA CIBI COTTI, FRUTTA E VERDURA. Nel 42% dei casi viene buttato cibo già cotto, nel 27% frutta e verdura e nel 4% il pane, secondo un sondaggio condotto sul sito puglia.coldiretti.it.
Sulle tavole di quasi quattro famiglie su cinque (77%) si riciclano gli avanzi di capodanno e pranzo del 1° gennaio che vengono riutilizzati in cucina anche per una crescente sensibilità verso la riduzione degli sprechi per motivi economici, etici e ambientali. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ dalla quale si evidenzia che dai banchetti delle feste solo nel 9% delle case non avanza niente, mentre un 11% ha messo le pietanze non consumate nel freezer per riutilizzarle prossimamente, Il 2% dona in beneficenza e l’1% dichiara di buttare gli avanzi nel bidone. In Puglia, in cima alla lista dei prodotti che finiscono in pattumiera, nel 42% dei casi viene buttato cibo già cotto, nel 27% frutta e verdura e nel 4% viene buttato il pane, secondo un sondaggio condotto sul sito puglia.coldiretti.it.

L' alternativa alla conservazione in frigo – sottolinea Coldiretti – è la “trasformazione” degli avanzi in nuovi piatti, con la cosiddetta cucina del giorno dopo. Polpette o polpettoni a base di carne o tartare di pesce sono ottime soluzioni per recuperare il cibo del giorno prima, ma anche le frittate possono dare – sottolinea la Coldiretti – un gusto nuovo ai piatti di verdura o di pasta, senza dimenticare la ratatouille. La frutta secca in più può essere facilmente caramellata per diventare un eccellente “torrone”, mentre con quella fresca si ottengono pasticciate, marmellate o macedonie. E per dare un nuovo sapore ai dolci più tradizionali, come il pandoro o il panettone, si ricorre spesso alla farcitura con creme. Recuperare il cibo è una scelta che – continua la Coldiretti – fa bene all’economia e all’ambiente anche con una minore produzione di rifiuti.

Il carovita scatenato dalla crisi energetica e dalla guerra in Ucraina spinge dunque i cittadini – sottolinea la Coldiretti regionale – ad adottare comportamenti responsabili per salvare i bilanci, anche se il problema dello spreco resta rilevante. Proprio per aiutare le famiglie ad adottare comportamenti responsabili i cuochi contadini nei mercati di Campagna Amica hanno elaborato una serie di consigli, attingendo alle numerose ricette antispreco della tradizione contadina italiana e mostrando che mostreranno in diretta come organizzare e preparare un pasto completo a “spreco zero” ad alto tasso di risparmio per facilitare la vita quotidiana delle famiglie.

Molti dei piatti più tradizionali afferma la Coldiretti Puglia – hanno origine proprio dall’esigenza di non sprecare cibo come – prosegue la Coldiretti – le polpette di pane, la frittata di pasta, Se avanza del pane, si può optare per la classica cialda utilizzando semplici ingredienti presenti in ogni casa o la panzanella, con pomodoro olio e sale per arrivare alla tradizionale ribollita che utilizza elementi poveri come fagiolo, cavoli, carote, zucchine, pomodori e bietole già cotte da unire al pane raffermo. Anche la frutta – ricorda la Coldiretti  regionale – può rivivere se caramellata o diventare marmellata oppure macedonia., la marmellata con i frutti avanzati.

Ma la tradizione rurale insegna anche a usare come ingredienti anche quelle parti della preparazione dei cibi che solitamente si gettano. L’acqua della pasta, soprattutto se abbiamo cotto paste ripiene come gli agnolotti, è acqua arricchita dagli amidi e dalle proteine del grano. Si può dunque conservare in frigo per usarla come base per il brodo per risotti, carni, verdure in padella. L’acqua della bollitura delle verdure ha lo stesso utilizzo. E che dire del brodo delle carni e dei pesci lessati? Questi sono i liquidi più preziosi perché sono brodi ricchi delle proteine delle carni e del pesce. Vanno congelati e utilizzati per cotture successive o per piatti liquidi come le minestre.

Nonostante la maggiore attenzione il tema dello spreco alimentare resta rilevante. Ogni anno nel mondo viene gettato complessivamente quasi un miliardo di tonnellate di cibo, pari al 17% di tutto quello prodotto, con un impatto devastante sull’ambiente e sul clima, oltre che su un’economia già duramente colpita dall’emergenza Covid, secondo una analisi della Coldiretti su dati Onu.  A guidare la classifica degli sprechi sono le abitazioni private – rileva Coldiretti – dove si butta mediamente circa l’11% del cibo acquistato mentre mense e rivenditori ne gettano rispettivamente il 5% e il 2%. Un fenomeno che determina anche – conclude la Coldiretti – effetti dirompenti sull’economia, sulla sostenibilità e sul piano ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti. Si stima, infatti, che le emissioni associate allo spreco alimentare rappresentino l’8-10% del totale dei gas serra.

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E' scesa in campo la Cgil-Fp di Brindisi per tutelare i lavoratori della cooperativa Genss, che opera sul fronte della disabilità per conto del consorzio dell'Ambito territoriale Br4, che ancora non hanno ricevuto le mensilità di novembre, dicembre e la 13a.  Sulla vicenda è intervenuto in presidente del consorzio, Antonio Calabrese, che ha anicipato 200 mila euro per far fronte al pagamento di parte degli arretrati. Soldi che i dipendenti dovrebbero ricevere oggi. 

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Concerto col botto a Mesagne. Grande partecipazione al Capodanno in piazza organizzato dall’amministrazione comunale di Mesagne e affidato alla performance di “Bigmama”. Fin dalle prime ore del pomeriggio tanti giovani si sono avvicinati per assicurarsi i primi posto davanti al palco. Poi alle 23 è scoppiata la festa con la disco music e i brani gettonatissimi dei Bundabash. Ed ancora le incursioni di Mandrake, che ha divertito con grande ilarità il pubblico, e lo show dei ballerini di “Danza in disordine”. Intorno alla mezzanotte in piazza Vittorio Emanuele vi erano circa un migliaio di persone a ballare e cantare.matarrelli_sul_palco_concerto_capodanno.JPG

Grande soddisfazione per il sindaco Toni Matarrelli che ha tenuto a curare lo spettacolo fin nei minimi particolari, emettendo nei giorni scorsi anche delle ordinanze per vietare lo sparo di petardi illegali, la vendita di alcolici e la deroga alle emissioni sonore della disco music. “Abbiamo avuto una piazza piena di tanta gente come è giusto che meriti questa città che si caratterizza particolarmente per la sua accoglienza”, ha tenuto a precisare il sindaco che, inoltre, ha voluto sottolineare come è stato “bello aver visto tantissimi giovani divertirsi in modo sano nel festeggiare l’inizio del nuovo anno”.

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CLIMA: COLDIRETTI PUGLIA, MIMOSE GIÀ IN FIORE PER NATURA IN TILT CON FINTA PRIMAVERA; ALLARME GELO SU RISVEGLI DA LETARGO.

Con la finta primavera per le temperature fuori norma la natura va in tilt, con le mimose rigogliose già sbocciate in Puglia dove i fiori gialli sono pronti alla raccolta con due mesi di anticipo rispetto alla tradizionale festa della donna l’8 marzo. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti Puglia, che lancia l’allarme sul rischio che le repentine ondate di gelo notturno e delle prime ore della mattina brucino fiori e gemme di piante e alberi, impossibilitati a vivere appieno la fase di quiescenza, dopo il `risveglio´ anticipato con fioriture anomale già da novembre scorso.

Il clima minaccia l’agricoltura in Puglia che anche nel 2022 ha perso il 21% della produzione e il 6,2% in valore, secondo una stima di Coldiretti Puglia, con gli eventi climatici estremi che hanno falcidiato tutte le produzioni, a partire dalla siccità che ha ridotto allo stremo le campagne in Puglia, facendo perdere in media 1/3 delle produzioni – denuncia Coldiretti Puglia – da oltre il 50% delle olive al 35% della frutta e della verdura, del grano, delle foraggere per l’alimentazione del bestiame, del miele, del pomodoro, con gravi danni anche sugli allevamenti di cozze e ostriche e una riduzione della produzione di latte nelle stalle.

La tropicalizzazione del clima determina la maturazione precoce dei prodotti agricoli come mandorli e peschi in fiore a febbraio, mimose già pronte a dicembre e a gennaio, maturazione contemporanea degli ortaggi  e brusche variazioni climatiche con ingenti danni in campagna. Sono disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante.

Il gelo poi – sottolinea la Coldiretti regionale – colpisce le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, e broccoli. Questi ultimi reggono anche temperature di qualche grado sotto lo zero ma se la colonnina di mercurio scende repentinamente o se le gelate sono troppo lunghe si verificano danni. A preoccupare – continua la Coldiretti Puglia - è anche il balzo dei costi per il riscaldamento delle serre per la coltivazione di ortaggi e fiori che risente dell’impennata dei prezzi dei beni energetici, con gli agricoltori che si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione. L’aumento record dei costi energetici, infatti, spegne le serre e mette a rischio il futuro di alcune delle produzioni più tipiche del florovivaismo come tra gli altri il ciclamino, il lilium o il ranuncolo, con il caro bollette che ha un doppio effetto negativo – denuncia Coldiretti Puglia - perché riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’arrivo del freddo e dell’inverno. Il costo dell’energia – continua la Coldiretti – si riflette infatti in tutta la filiera agroalimentare e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione, la distribuzione ed i trasporti. Per le operazioni colturali gli agricoltori – spiega la Coldiretti regionale – sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre – continua Coldiretti Puglia – l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%), il fosfato biammonico Dap raddoppiato (+100%) da 350 a 700 euro a tonnellata, mentre prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano +65%. Non si sottraggono ai rincari anche i fertilizzanti a base di azoto, fosforo e potassio che subiscono anch’essi una forte impennata (+60%). L’aumento dei costi riguarda anche l’alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi ma ad aumentare sono pure i costi per l’essiccazione dei foraggi, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne. Il rincaro dell’energia – insiste Coldiretti Puglia - si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. Di fronte ad una emergenza senza precedenti serve – conclude la Coldiretti – responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle.

Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare, afferma Coldiretti nel sottolineare che l’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli”. Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà.  Per questo servono – conclude Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana.

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