Redazione
Presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2022, 13/12/2022 ore 18,30 a Mesagne
Le associazioni Mesagne Bene Comune e Street View, con il patrocinio del Comune di Mesagne e del Consorzio dell'ATS BR 4, organizzano la presentazione della trentaduesima edizione del Dossier Statistico Immigrazione 2022, che si svolgerà martedì 13 dicembre alle ore 18:30 presso le Officine Ipogee a Mesagne.
Il rapporto socio-statistico è realizzato dal Centro Studi e Ricerche IDOS in collaborazione con il Centro Studi e rivista Confronti, grazie al sostegno dell'Istituto di Studi Politici “S. Pio V” e dell'Otto per Mille della Tavola Valdese. Esso analizza il panorama migratorio in Italia alla fine del 2021, ad oltre due anni dall'avvento di una pandemia globale e nel mezzo di una guerra dalle implicazioni mondiali scoppiata alle porte dell'Europa.
I dati del Dossier sottolineano come le “3 C” di Conflitti, Clima e Covid-19 siano tra i fattori chiave per comprendere le migrazioni contemporanee. Infatti, nel 2021 i 32 conflitti nel mondo hanno congiunto i propri effetti devastanti a quelli dell’emergenza climatica e della pandemia da Covid-19, rendendo inabitabili aree sempre più vaste del pianeta. A questi fattori di espulsione si è aggiunta, di recente, la guerra tra Russia e Ucraina, che a fine settembre 2022 aveva già spinto 7,4 milioni di profughi ucraini nei Paesi UE. Del resto, i conflitti moltiplicano e aggravano – con un’intensità impressionante durante la guerra in Ucraina – le crisi alimentari. Oggi nel mondo soffrono la fame 870 milioni di persone, aumentate di 150 milioni dal 2020. A loro volta le crisi ambientali, provocate in gran parte dal cambiamento climatico, nel solo 2021 hanno generato 24 milioni di sfollati interni. Gli effetti delle condizioni meteorologiche estreme, dalla siccità alle inondazioni, dalle desertificazioni all’inquinamento, colpiscono “soprattutto i Paesi poveri e i poveri che vivono nei Paesi ricchi”. Secondo la Banca mondiale entro il 2050 i migranti ambientali, in fuga dai disastri ambientali causati dal cambiamento climatico, potrebbero arrivare a 220 milioni di persone.
Anche in Italia l'immigrazione è sempre più “climatica”. Nel 2021, infatti, i primi Paesi di origine delle persone giunte nella nostra penisola erano tra quelli che maggiormente stanno soffrendo la pressione del cambiamento climatico: Bangladesh, Pakistan, Iran, Siria, Eritrea, Guinea, Costa d'Avorio, Afghanistan, Egitto, Tunisia. Si tratta di Paesi dipendenti dal grano russo e ucraino e di aree del mondo allo stremo per la siccità intervallata da alluvioni, per l’innalzamento delle temperature medie e per le conseguenti carestie che stanno affamando decine di milioni di persone.
A far crescere il numero dei migranti forzati, infatti, ci sono i conflitti disseminati in tutto il mondo, che non provocano solo morti, sfollati e distruzione, ma generano un forte impatto ecologico che peserà anche sulle future generazioni. Ne è un esempio il conflitto in Ucraina, che ha innescato anche un’altra guerra, quella del grano e dei cereali, che a sua volta rischia di peggiorare la già precaria sicurezza alimentare in diversi Paesi del mondo. La dipendenza dal grano proveniente dai due Paesi belligeranti, unitamente alla crisi climatica in corso – in particolare per quanto riguarda il Medio Oriente, l’Africa settentrionale e subsahariana – minaccia quindi di aumentare la spinta migratoria dalla sponda Sud del Mediterraneo.
Ad accogliere l’esodo di milioni di sfollati sono, principalmente, Paesi con risorse precarie e a loro volta fragili anche da un punto di vista ambientale. Nel 2021, l’83% dei rifugiati è stato accolto in Paesi a reddito basso o medio. Eppure, negli Stati più ricchi e maggiormente responsabili della crisi climatica continua a diffondersi un allarmismo sull’arrivo in massa di profughi climatici. Sempre più denaro pubblico viene speso per militarizzare i confini piuttosto che per ridurre le cause del disastro climatico.
Commenta il presidente di IDOS, Luca Di Sciullo: “Ingiustizia climatica e ingiustizia sociale si saldano e la migrazione diventa l’unica strategia di adattamento per chi non ha altra alternativa che fuggire dalla povertà in tutte le sue forme. Non basta evitare i conflitti per risolvere la questione delle migrazioni forzate; è anche necessario imparare a convivere in maniera più sostenibile con il nostro pianeta, rovesciando l’attuale modello di sviluppo e ragionando concretamente sul diritto a migrare”.
Il Dossier Statistico Immigrazione è uno strumento conoscitivo a disposizione di tutti coloro che intendono acquisire una conoscenza esatta, organica e puntuale delle migrazioni, in Italia e nel più ampio contesto internazionale, nella consapevolezza che esse costituiscono un fenomeno imprescindibile per comprendere il nostro tempo e sempre più decisivo per il futuro delle società contemporanee.
L'incontro vedrà la presenza del presidente di IDOS, che offrirà ai partecipanti la possibilità di comprendere i punti salienti dell'edizione di quest'anno, e si arricchirà del contributo di studiosi ed esperti in materia.
Saluti istituzionali
Comune di Mesagne;
Antonio Calabrese, Presidente del Consorzio dell'ATS BR 4.
Interventi programmati
Anna Maria Scalera, Ass. Servizi Sociali Comune Mesagne
Antonio Calabrese, Presidente Consorzio ATS Br4
Luca Di Sciullo, Presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS;
Antonio Ciniero, Professore di Sociologia delle migrazioni dell'Università del Salento, redazione regionale del Centro Studi e Ricerche IDOS;
Valentina Farina, Garante provinciale per i diritti delle persone private della libertà personale;
Pietro Rossi, Garante regionale per i diritti delle persone private della libertà personale;
Anna Chiara Scalera, mediatrice linguistico-culturale del Consorzio dell'ATS BR 4.
Modera
Brunilda Tahirllari, Mesagne Bene Comune.
Durante l'evento sarà possibile effettuare gratuitamente il download del rapporto integrale dal sito www.dossierimmigrazione.it.
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Bambini e famiglie vulnerabili, il programma PIPPI diventa prestazione sociale essenziale
Un gruppo di riferimento territoriale per potenziare le azioni di intervento previste nell’ambito del progetto PIPPI 10, il programma per prevenire l’istituzionalizzazione dei bambini e sostenere la genitorialità. Si è svolto nei giorni scorsi nell’Auditorium del Castello di Mesagne l’incontro per la costituzione del team che avrà il compito di organizzare e sostenere le specifiche attività di monitoraggio e di valutazione dello stato di implementazione del progetto stesso. Grazie a PIPPI - finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a partire dal 2011 e che si avvale del supporto del Gruppo scientifico dell’Università di Padova - sono stati avviati interventi multidisciplinari che mirano a prevenire l’allontanamento dei bambini e dei ragazzi dalle famiglie in situazioni di fragilità.
“Il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2021-2023 riconosce Pippi come Livello Essenziale delle Prestazioni Sociali. Alla luce di tale novità – ha spiegato durante l’incontro il dott. Antonio Calabrese, presidente del Consorzio BR4 - gli Ambiti territoriali di Mesagne e Francavilla Fontana stanno operando in maniera integrata in un percorso di livello avanzato che possa servire da progetto “pilota” per la diffusione del modello PIPPI e la sperimentazione di buone prassi già collaudate”. All’iniziativa pubblica sono intervenute: Mina Campana, assistente sociale e referente territoriale e coach del Programma; Valentina Begaj, assistente sociale e coach del programma, l’assistente sociale Gianna Denuzzo e la pedagogista Romina Cassano, entrambe tutor di Pippi. Hanno partecipato i referenti dell’USSM - Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni Brindisi e Lecce,i rappresentanti delle Scuole e dei Servizi ASL del territorio, i soggetti del Terzo Settore e il Vicario foraneo don Gianluca Carriero.
Perseguire obiettivi condivisi utili alla creazione di un sistema di protezione intorno alle fragilità familiari che possono essere causa e condizione dell’allontanamento dei minori dai nuclei di appartenenza: con questo intento, il gruppo di lavoro continuerà ad operare, rendendo strutturali le esperienze maturate a supporto di bambini e genitori in stato di vulnerabilità, per favorire il lavoro di cura dell’infanzia. Una rete di protezione che è da intendersi come l’insieme degli interventi che mirano a promuovere condizioni idonee alla crescita, a prevenire rischi di sviluppo, a preservare e proteggere la salute e la sicurezza dei bambini.
Porto Ostuni-Villanova. Amati: “Si sta recuperando il ritardo”
“Stiamo recuperando il ritardo e spero si mantenga il termine del 31.12.2023 per il completamento del dragaggio. Nel frattempo è stato stimato il costo della messa in sicurezza, ammontante a 3,2 milioni di euro: su questo faremo di tutto per assicurare il finanziamento della Regione. Prossimo appuntamento di verifica il 30 gennaio.”
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati.
“Nella riunione del 3 ottobre scorso era stato accolto l’impegno del Comune di Ostuni nel recuperare il tempo perduto per il dragaggio, salvando così il finanziamento e l’opera.
In effetti, l’Amministrazione comunale di Ostuni ha completato la caratterizzazione del fondale, riscontrando però sedimenti con maggiore classificazione inquinante e quindi una maggiore necessità finanziaria per il trattamento di bonifica e il successivo deposito. I costi, infatti, sono aumentati da circa 2,2milioni a circa 3,4milioni. La differenza è stata comunque già colmata dal Comune di Ostuni, con una variazione di bilancio finanziata con un mutuo contratto con la Cassa depositi e prestiti.
Ora si tratta di conseguire tutte le autorizzazioni amministrative, su cui abbiamo già fissato una riunione di verifica per il 30 gennaio, e di completare le attività di assegnazione dei lavori, la cui gara partirà nei prossimi giorni.
Inoltre il Comune di Ostuni ha predisposto, così come da impegno assunto nello scorso ottobre, un progetto di fattibilità tecnico-finanziaria per la realizzazione di opere marittime per la messa in sicurezza, per un importo di 3,2milioni. Su questo punto c’è l’impegno della prima Commissione a individuare la fonte di finanziamento e porre felicemente la parola fine su un programma di riqualificazione sempre annunciato e mai realizzato.“
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Torna lo spot Cei sul sostegno alla missione dei preti diocesani
Torna lo spot Cei sul sostegno alla missione dei preti diocesani. On air fino a Natale la campagna 2022 declinata su tv, web e stampa. Tra i 33mila preti diocesani segnaliamo in Puglia, don Donato Pizzutolo, direttore della Caritas diocesana di Brindisi-Ostuni, che promuove i benefici dell'accoglienza nella comunità.
Testimoni del Vangelo, ogni giorno ci offrono il loro tempo, ascoltano le nostre difficoltà e incoraggiano percorsi di ripresa. Sono i nostri sacerdoti che si dedicano a tempo pieno ai luoghi in cui tutti noi possiamo sentirci accolti e si affidano alla generosità dei fedeli per essere liberi di servire tutti.
Le Offerte rappresentano un modo per esprimere il nostro grazie a coloro che non solo rispondono alle molte emergenze innescate dalle crisi sociali ed economiche, ma sostengono quotidianamente i propri fratelli in difficoltà. I nostri preti, infatti, sono sempre al nostro fianco ma anche noi possiamo far sentire loro la nostra vicinanza.
#UNITIPOSSIAMO è l’hashtag della nuova campagna della Conferenza Episcopale Italiana che intende sensibilizzare i fedeli e si sofferma sul valore della donazione. I sacerdoti non sono i soli protagonisti, ma condividono questo ruolo con l’intera comunità.
“La campagna 2022 fa perno sulla comunità e sul suo valore nella società. Abbiamo pensato che fosse giusto ed efficace dare spazio e visibilità - spiega il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni - non solo ai sacerdoti ma anche a quelle realtà che, grazie ai propri pastori, sono sempre più unite nei valori cristiani, e che senza il loro prezioso punto di riferimento non potrebbero sopravvivere. Lo spot ruota intorno al concetto dell’unione e degli obiettivi che si possono raggiungere insieme.”
Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna della Conferenza Episcopale Italiana, on air da novembre, si snoda tra spot tv, radio, web, stampa e racconta, attraverso scorci di vita quotidiana, il ruolo chiave della “comunità”: dalle attività del doposcuola alle partite di calcio nell’oratorio, dall’impegno dei volontari a quello degli anziani, dall’assistenza all’ascolto dei più bisognosi.
Comunità che sono vere e proprie protagoniste, motori delle numerose attività, coese intorno al proprio parroco, un amico cui rivolgersi nel momento del bisogno e con cui condividere i momenti importanti della propria vita.
Una presenza costante che esercita ogni giorno don Donato Pizzutolo, direttore della Caritas diocesana di Brindisi-Ostuni, impegnato, con la sua comunità di volontari e operatori, nella ricerca di soluzioni alle molteplici richieste di persone che attraversano periodi particolarmente critici della loro esistenza. Per don Donato, sacerdote poco più che trentenne, ordinato appena quattro anni fa, già direttore pastorale e segretario arcivescovile, è un servizio che si declina nel proprio territorio, essendo nato a San Michele Salentino, comune italiano di circa seimila abitanti nell'entroterra pugliese e a forte vocazione agricola. Ne è certamente un esempio la “Casa degli aquiloni”, la struttura di accoglienza che opera per fornire una possibilità concreta di alloggio e l'avvio di percorsi di autonomia per i migranti.
“Vogliamo sensibilizzare la città e la diocesi sul tema dell’emergenza abitativa; accompagnare e sostenere gruppi di persone disponibili ad impegnarsi in prima persona nell’accoglienza – spiega don Donato a Sabina Leonetti su Unitineldono.it –, creare un 'Osservatorio', laboratorio per monitorare la situazione della città, cogliere i bisogni più urgenti, condividere buone prassi esistenti per favorire la realizzazione del proprio unico e irripetibile progetto di vita”.
Inaugurato ufficialmente lo scorso febbraio, il progetto arriva da molto lontano. Si comincia da un’esperienza di accoglienza e condivisione già in atto dal 2017 a cura della Migrantes diocesana: chiamata appunto la “Casa degli Aquiloni”. “L'idea della “Casa” – ricorda la vicepresidente Migrantes, Sabina Bombacigno – nasce dal bisogno di tanti migranti non solo di trovare un riparo, ma anche e soprattutto di vivere uno spazio fatto di relazioni motivanti ed educanti che li possa accogliere ed accompagnare nel cammino di crescita verso la piena autonomia”. Negli ultimi cinque anni sono stati una cinquantina i migranti ospitati che ciclicamente hanno beneficiato dei servizi della struttura – a disposizione ci sono 8 posti letto – e dell'impegno dei tanti volontari, circa una ventina, che forniscono supporto su tutti gli aspetti, dalla ricerca di lavoro alle esigenze quotidiane.
Gli ospiti sono impegnati in corsi di formazione, educazione civica, economia domestica e anche conseguimento della patente di guida. La sintesi di questa iniziativa è affidata alle parole di don Donato: “Casa degli Aquiloni non è un dormitorio, né una mensa, non è neanche semplicemente una casa, ma un luogo di incontro e di relazioni. La condivisione di un tratto di strada nel tentativo di ricostruire la propria vita e riprendersi la propria dignità, perché insieme ci si rimette in cammino e si inizia a volare!”. Un progetto di accoglienza per avvicinare i migranti alla città e far sì che possano soprattutto avviare un dialogo che conduca al reciproco riconoscimento.
Ed è così che si avvertono anche i benefici per la comunità. Don Donato sottolinea l'apertura della “Casa degli aquiloni” nei confronti di un quartiere proprio nei pressi del centro storico e in una zona commerciale particolarmente popolata: “Inizialmente i condomini hanno avuto delle forti perplessità, ma poi hanno riscontrato gentilezza, garbo e civiltà negli ospiti della casa che, grazie anche alla possibilità di stipulare contratti di subaffitto all’interno della stessa, hanno potuto regolare la loro posizione documentale. La casa dunque non ha più una dimensione privata”. A quel punto, conclude il direttore, la collaborazione “tra le istituzioni, l’ambito ecclesiale e il territorio genera esperienze di accoglienza sostenibile e diffusa”.
Non solo video ma anche carta stampata per la campagna #UNITIPOSSIAMO.
“Ci sono posti che esistono perché sei tu a farli insieme ai sacerdoti” o “Ci sono posti che non appartengono a nessuno perché sono di tutti” sono alcuni dei messaggi incisivi al centro della campagna stampa, pianificata su testate cattoliche e generaliste, che ricorda nuovamente i valori dell’unione e della condivisione. Sono posti dove si cerca un aiuto, un sorriso, una mano, un’opportunità, o, semplicemente un amico. “Sono i posti dove ci sentiamo parte di una comunità”.
Sul web e sui social sono previste alcune pillole video “Perché dono”, brevi filmati in cui alcuni donatori spiegano il perché della loro scelta di sostenere i sacerdoti e il rilievo che questi assumono nelle loro vite. Giovani, adulti, anziani con l’obiettivo comune di contribuire a sostenere i nostri preti, figure umili ma straordinarie.
A supporto della nuova campagna anche la pagina in cui sono indicate le modalità per le donazioni.
Le Offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, sono espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Dal proprio parroco al più lontano. L’Offerta è nata come strumento per dare alle parrocchie più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II.
Le donazioni vanno ad integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa. Ogni sacerdote infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il proprio sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario.
Destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, le offerte permettono di garantire, in modo omogeneo in tutto il territorio italiano, il sostegno all’attività pastorale dei sacerdoti diocesani. Da oltre 30 anni, infatti, questi non ricevono più uno stipendio dallo Stato, ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento. Le offerte raggiungono circa 33.000 sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 preti diocesani impegnati in missioni nei Paesi del Terzo Mondo e circa 3.000, ormai anziani o malati dopo una vita spesa al servizio degli altri e del Vangelo.
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LAUDA EUROPE (GRUPPO RYANAIR) CERCA ASSISTENTI DI VOLO: COME CANDIDARSI
Lauda Europe, compagnia aerea del gruppo Ryanair, dà il via alla stagione invernale di reclutamento per assistenti di volo. A BARI le selezioni l’8 e 9 dicembre.
Nuove importanti opportunità sono messe in gioco da Lauda Europe, compagnia aerea del gruppo Ryanair, che ha deciso di dare il via alla stagione invernale con un reclutamento ad hoc per assistenti di volo. Proprio nella città di Bari.
Le selezioni in Italia rientrano nel recruitment programme 2022, per il quale Lauda Europe ha programmato giornate di reclutamento per nuovi assistenti di volo con base a Palma di Maiorca, Vienna o Zagabria, in vista delle prossime assunzioni.
È possibile partecipare agli Open Days in varie località italiane, tra cui l’8 e 9 dicembre a Bari. I candidati si potranno semplicemente presentare presso le location per accedere alle selezioni. Ad attenderli vi sarà la Head of Inflight di Lauda Europe Ltd, Maria Cristina Civiletti.
Gli Open Days si terranno in due sessioni giornaliere, una alle 10:00 e una alle 15:00 per ciascuna giornata:
- 8 e 9 dicembre a Bari, presso iH Hotels Bari Grande Albergo delle Nazioni, Lungomare Nazario Sauro, 7, 70121.
Dopo una breve prova di lingua inglese come pre-selezione per l’accesso ai colloqui individuali, ai candidati ritenuti idonei per accedere al corso di formazione completamente gratuito, verranno spiegate nel dettaglio le opportunità relative alla carriera in Lauda Europe e le possibilità di crescita lavorativa.
Vi è anche l’opportunità di svolgere la selezione da remoto in via telematica, scrivendo all’email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e allegando il proprio curriculum vitae.
Il corso per assistenti di volo è interamente gratuito e prevede una diaria giornaliera.
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GIORNATA SUOLO: COLDIRETTI PUGLIA, 9 COMUNI SU 10 A RISCHIO FRANE / ALLUVIONI (89%)
In Puglia 9 comuni su 10 (l’89% del totale) hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni anche per effetto del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense che aggravano lo stato di salute di un territorio già molto fragile per la cementificazione l’abbandono. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in occasione della Giornata mondiale del suolo nel denunciare gli effetti del micidiale mix dei cambiamenti climatici e della sottrazione di terra fertile capace di assorbire l’acqua.
Sono 230 su 257 i comuni pugliesi a rischio di dissesto idrogeologico e a pagarne i costi – segnala Coldiretti Puglia – oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda – rileva Coldiretti Puglia – il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni.
Il rischio idrogeologico riguarda contesti prevalentemente agricoli o naturali perché in Puglia la terra frana e si consuma anche a causa dell’abbandono delle aree rurali per fattori diversi – insiste Coldiretti Puglia - a cui si aggiungono fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate. La salvaguardia del suolo, dell’ambiente e delle produzioni agricole e agroalimentari è fondamentale per garantire un avvenire alle future generazioni.
A questa situazione – sottolinea la Coldiretti - non è certo estraneo il fatto che negli ultimi 50 anni è scomparso quasi 1 terreno agricolo su 3 (-30%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari a causa dell’abbandono e della cementificazione che rende le superfici impermeabili. Per questo – continua la Coldiretti – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne.
La sparizione di terra fertile non pesa peraltro solo sugli approvvigionamenti alimentari – sottolinea Coldiretti regionale – una situazione aggravata dai cambiamenti climatici con più di tremila eventi estremi nel 2022, tra bombe d’acqua, violenti temperali e grandinate, secondo analisi Coldiretti su dati Eswd.
Occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo attesa da quasi un decennio e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio, afferma Coldiretti nel sottolineare che è comunque positiva la scelta del Governo di investire nella manovra sul “Fondo per il contrasto al consumo di suolo”, finanziato con 10 milioni di euro nel 2023, 20 milioni nel 2024, 30 milioni di euro nel 2025 e 50 milioni di euro all’anno nel biennio 2026-2027 previsto dalla manovra. Ma sono anche necessari interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini per l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e usarla quando serve in modo da gestire gli effetti dei cambiamenti climatici e aumentare la capacità produttiva del Paese, conclude Coldiretti sottolineando che gli agricoltori italiani già oggi sono pronti a coltivare un milione di ettari in più in modo da difendere la capacità produttiva nazionale e la sovranità alimentare del Paese messa a rischio dalla guerra, dalla speculazione internazionale e dal clima che nel 2022 ha causato oltre 3 miliardi euro di danni alle coltivazioni.
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Trombe d'aria e bombe d'acqua hanno colpito duramente il Salento, con oltre 100 millimetri di pioggia caduti in poche ore in alcuni comuni provocando danni ingenti agli ortaggi invernali, alle patate, alle serre, mentre sono stati sferzati dalle tempeste di vento gli ulivi dei nuovi impianti di specie resistenti alla Xylella. E’ il risultato dei rilievi dei tecnici di Coldiretti Puglia, dopo la forte ondata di maltempo che ha colpito larga parte della provincia di Lecce, già interessata da frequenti tornado e tempeste di fulmini.
Siamo di fronte - sottolinea la Coldiretti regionale - agli effetti del mix micidiale con i cambiamenti climatici ed il moltiplicarsi di eventi estremi che si abbattono su un territorio reso più fragile dall’abbandono forzato e dalla cementificazione che nelle campagne nell’ultimo decennio ha provocato danni per oltre 3 miliardi di euro, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti. A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-30%).
Disastrosi gli effetti sui campi del clima pazzo – continua Coldiretti Puglia – che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione. In questo contesto è fondamentale riconoscere agli imprenditori agricoli un ruolo incisivo nella gestione del territorio, dell’ambiente e delle aree rurali, considerato che il rischio idrogeologico con differente pericolosità idraulica e geomorfologica – aggiunge riguarda l’81% dei comuni leccesi.
Per questo è da rivedere a fondo – afferma Coldiretti Puglia – anche il meccanismo del Fondo di Solidarietà Nazionale per le calamità naturali che così com’è non risponde più alla complessità, violenza e frequenza degli eventi calamitosi. Anche la gestione del rischio e le scelte in tema di assicurazioni in agricoltura vanno profondamente riviste – aggiunge Coldiretti Puglia - perché incidono sulla redditività e sulla liquidità delle imprese agricole, insieme alla corretta programmazione e gestione aziendale. I fenomeni estremi, oltre ad azzerare le produzioni, danneggiano piante e alberi, con una frequenza e una violenza che gli agricoltori non possono in alcun modo gestire e sopportare in solitudine.
Le evidenze climatiche di questi ultimi anni mostrano come soprattutto sulle colture più diffuse in Puglia – conclude Coldiretti Puglia - a partire da frutteti, uliveti, ortaggi in pieno campo, pomodori e cereali, sono gli andamenti climatici (pioggia persistente, mancanza di acqua prolungata e siccità, sviluppo conseguente di malattie ecc.) che determinano la diminuzione delle produzioni e quindi dei redditi.
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Mesagne. Alla Santissima Annunziata, pettole, castagne e vino
La parrocchia SS Annunziata di Mesagne organizza la pettolata del giorno dell'Immacolata. Come da tradizione l'otto Dicembre si apre il periodo natalizio con la prima pettolata. Quest'anno la pettolata avrà ancor più importanza perché l'intero ricavato della serata sarà devoluta alla Caritas parrocchiale che opera instancabilmente sul territorio parrocchiale, all'unisono con le altre realtà caritatevoli mesagnesi, per contrastare l'aumento della povertà che sta colpendo tante famiglie di nostri concittadini.
Oltre alle tradizionali pettole si potranno degustare le caldarroste e l'immancabile vino rosso!
Allieterà la serata il gruppo di pizzica Sangamaru!
Vi aspettiamo per questi “assaggi di solidarietà” nel campetto parrocchiale della SS Annunziata Giovedì 8 Dicembre dalle ore 19.30.
Il Cobas dichiara lo stato di agitazione dei lavoratori Ecotecnica
Il Sindacato Cobas dichiara lo stato di agitazione dei lavoratori Ecotecnica per una serie di problematiche irrisolte;
il Cobas è pronto a dichiarare lo sciopero dei lavoratori in quanto ha svolto con l’azienda presso la Prefettura di Brindisi il tentativo di conciliazione tra le parti, obbligatorio per poter successivamente dichiarare lo sciopero.
La Prefettura alla fine della riunione invitò le parti , Cobas ed Ecotecnica , ad un ulteriore incontro per tentare di superare i problemi posti sul tavolo dalla nostra organizzazione sindacale.
Anche in questo incontro i tentativi di soluzione andarono a vuoto.
Successivamente nel corso di un incontro al Comune esponemmo tutti i problemi che con Ecotecnica non eravamo riusciti a superare.
Il Comune di Brindisi aveva preso l’impegno di convocare l’azienda in modo tale da poter affrontare i problemi di cui ci siamo lamentati da tempo……niente di niente.
Alle continue richieste delle ultime settimane da parte del Cobas nessuna risposta.
Questi sono i problemi che abbiamo sottoposto alla Ecotecnica
-Nei mesi passati abbiamo posto con determinazione il problema della sicurezza sui mezzi.
-Ci siamo lamentati fortemente del fatto che la Ecotecnica ha inviato al Comune una “Platea Storica” dei lavoratori impiegati nel cantiere di Brindisi inserendo numerosi lavoratori provenienti dalla Provincia di lecce.
Il Cobas è un sindacato che non può essere accusato certamente di razzismo ma il suo responsabile, Roberto Aprile, finì in galera con altri 18 disoccupati per affermare il principio che i precari ed eventuali stabilizzazioni dovevano essere del territorio.
-Molti lavoratori continuano ad essere mantenuti nella ultima categoria del contratto, quella J; su nostra richiesta la Ecotecnica ci doveva presentare da mesi una lista con gli aggiustamenti dei livelli, cosa mai avvenuta.
-Stiamo collaborando con gli avvocati perché i lavoratori non trovano il pagamento dei fondi pensione, dei prestiti del quinto, gravi difficoltà a versare gli alimenti alle ex mogli .
Lo stato di agitazione è quindi quanto mai necessario.
Per il Cobas Roberto Aprile
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