investito ufficialmente del suo incarico istituzionale che già c’è un grosso problema da risolvere: le dimissioni del presidente del “Mesagne calcio 2011”, Vincenzo Todisco. Egli, infatti, ha annunciato la decisione “irrevocabile” di cedere la società e di non iscrivere la squadra al prossimo campionato di Eccellenza. “Essendo il “Mesagne Calcio 2011” un bene dell’intera città, ci si aspettava uno scatto d’orgoglio da parte degli abitanti, imprenditori e semplici tifosi, per porre in salvaguardia quello che forse si pensava fosse uno tra i più importanti patrimoni che la storia calcistica ci ha regalato”, ha confidato i patron del calcio mesagnese. Al presidente Todisco, partenopeo di nascita ma mesagnese di adozione, si deve il ritorno del grande calcio in città. Così, dopo 19 anni vissuti a fare calcio, il presidente Todisco, lascia, perché non può più guidare una società calcistica, dovendosi accollare da solo, tutte le spese che vanno adempiute, e cioè l’acquisto di materiali, gli stipendi dei calciatori, il costo delle trasferte, e tanto altro ancora. Compresa la manutenzione ordinaria del campo di contrada Tagliata. A ciò bisogna aggiungere i ticket che la società deve versare al Comune per utilizzare la struttura sportiva. Compresi i debiti rivenienti dalle stagioni pregresse. A fronte di ciò i ricavi sono sempre più esigui e non bastano per coprire i costi di gestione. Tante situazioni congiunturali che hanno “costretto” il presidente a gettare la spugna. Lo incontriamo durante una pausa del suo lavoro di imprenditore. E’ visibilmente emozionato per la decisione, sicuramente sofferta, che ha dovuto prendere: "Dispiace arrivare a questa scelta, ma sono arrivato ad un punto di non ritorno. Sono stati anni importanti e pesanti per certi versi, vissuti intensamente, spesso arrivando a sacrificare la famiglia e il lavoro. Ma si arriva ad un momento in cui bisogna necessariamente fermarsi e mettere un punto. Non si può più andare avanti nell'incertezza”. Quindi Todisco ha aggiunto: “Oggi giorno fare calcio è diventato sempre più impegnativo a livello economico. I giocatori già in queste categorie ti chiedono molti soldi, perché per tanti di loro si tratta dell'unica entrata in famiglia. Non si può più continuare a fare calcio da solo, o con l'aiuto di pochi sponsor. Non si può fare calcio con una media di 100 paganti nelle gare interne. Adesso ho bisogno di staccare, il mio entusiasmo per questi e altri motivi non è più quello di alcuni anni fa”. Il presidente ha detto di lasciare per “dare spazio a chi vuole continuare a fare calcio, sempre per amore della maglia gialloblu, che da sempre è stata per me motivo di orgoglio e passione in questi lunghi 19 anni. Voglio ringraziare la mia famiglia e i miei collaboratori, per la vicinanza costante e positiva, sempre al servizio della squadra della propria città. Adesso mi prenderò un po' di riposo, non escludo un mio ritorno nel mondo del calcio, magari con un progetto che mi veda coinvolto insieme ad altri imprenditori, oppure semplicemente ripartendo dal basso, da un progetto meno dispendioso e logorante".
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