Redazione
Asl Brindisi. Campagna vaccinale anti Covid, il report sulle dosi somministrate al 13 gennaio 202
Campagna vaccinale anti Covid, il report sulle dosi somministrate al 13 gennaio 2022. Secondo l'ultimo report a cura dell'Unità operativa di Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione della Asl Brindisi, dal 27 dicembre 2020 al 13 gennaio 2022 sono state somministrate 882.659 dosi di vaccino, di cui 334.487 prime dosi, 307.285 seconde dosi e 180.887 terze dosi; mediamente, sono state somministrate 2.291,5 dosi per giornata di vaccinazione.
Il 66,2% (544.715) delle prime dosi è rappresentato da Pfizer, il 20,3% (167.189) da Moderna, il 10,5% (86.087) da AstraZeneca, l'1,5% (12.093) da Janssen (Johnson&Johnson) e l'1,5% (12.575) da Pfizer pediatrico. Il dato delle prime dosi risulta così distribuito: il 52,8% a persone al di sotto dei 60 anni; il 25,1% agli anziani; il 12,3% ai soggetti fragili; il 4% al personale sanitario; il 2,6% al personale scolastico; l’1% alle forze dell'ordine; il 2,2% ad altre categorie. Questa la distribuzione delle seconde dosi: per il 53,3% ai soggetti al di sotto dei 60 anni; per il 27,1% agli anziani; per il 10,9% ai soggetti fragili; per il 4,2% al personale sanitario; per il 2,6% al personale scolastico; per l'1,2% alle forze dell'ordine; per lo 0,7% alle altre categorie. Questa, infine, la distribuzione delle terze dosi: il 34,3% agli anziani; il 40,6% a persone al di sotto dei 60 anni; il 13,4% ai soggetti fragili; il 4,8% al personale sanitario; l'1,7% al personale scolastico; l'1,2% alle forze dell'ordine; il 4% alle altre categorie.
Fino al 13 gennaio i residenti o domiciliati in provincia di Brindisi vaccinati con la prima dose sono 327.041, di questi 297.791 con la seconda dose e 171.892 con la terza dose, con una copertura vaccinale pari rispettivamente all'88,7%, all'80,7% e al 49,7%. La copertura vaccinale con la prima dose relativa ai residenti con più di 80 anni di età è pari al 97,6%, al 94,8% per il ciclo completo e al 77,1% per la terza dose.
Sono 115.406 le dosi erogate finora dai medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, di cui 41.855 (38%) in ambito domiciliare. Il 17,9% (20.664) delle dosi è stato somministrato a soggetti over 80, il 25,6% (29.587) a soggetti della fascia di età 70-79 anni, il 25,2% (29.098) a soggetti con età tra 60 e 69 anni e il 30,5% (35.142) a soggetti sotto i 60 anni. I soggetti fragili rappresentano la categoria a rischio vaccinata prevalentemente dai medici di famiglia (67.826; 58,8%), seguita dai soggetti con età superiore a 60 anni (28.029; 24,3%), dai caregiver (2.347; 2%) e da altre categorie (17.204; 14,9%).
PLASTICA MONOUSO: VIETATA LA VENDITA DA OGGI 14 GENNAIO 2022 (SALVO ESAURIMENTO SCORTE)
PLASTICA MONOUSO: VIETATA LA VENDITA DA OGGI 14 GENNAIO 2022 (SALVO ESAURIMENTO SCORTE). È stato pubblicato in G.U. il D.Lgs. 8 novembre 2021 n. 196, che contiene misure volte a prevenire e ridurre l’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente. La nuova normativa entra in vigore il prossimo 14 gennaio 2022, si tratta del decreto attuativo della direttiva (UE) 2019/904.
È vietata l’immissione sul mercato dei prodotti di plastica monouso, dei prodotti di plastica oxo-degradabile, degli attrezzi da pesca contenenti plastica, una volta esaurite le scorte.
Per il dettaglio, si faccia riferimento ai prodotti elencati nella parte B dell’allegato al Dlgs 196/2021
I principali prodotti soggetti a queste restrizioni sono:
1. Bastoncini cotonati
2. Posate
3. Piatti
4. cannucce
5. agitatori per bevande
6. aste da attaccare a sostegno dei palloncini
7. contenitori per alimenti in polistirene espanso
8. contenitori per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi
9. tazze o bicchieri per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi
La messa a disposizione di prodotti in violazione del nuovo decreto legislativo è punita con una sanzione da 2.500 a 25.000 euro, che si applica anche nel caso di prodotti con caratteristiche difformi o privi dei requisiti di marcatura.
Si rimanda al decreto legislativo 8 novembre 2021 n. 196 per ulteriori approfondimenti.
Artigiani e commercianti del settore alimentare potranno contattare gli uffici di Confartigianato per avere un elenco dettagliato dei prodotti che da oggi è vietato vendere.
Malessere tra i Carabinieri pugliesi
Malessere tra i Carabinieri pugliesi. Nsc: «11° RGT Puglia cantiere senza operai». «Sono tante e diverse le criticità presso l’11° Reggimento Carabinieri Puglia che influiscono sul benessere e sulla serenità dei militari impiegati nei diversi reparti. Non escludiamo che queste spesso siano alla base di gravi malesseri tra i Carabinieri».
A renderlo noto è la segreteria regionale della Puglia del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC) che presto invierà una missiva agli organi competenti.
«Alcune decisioni – precisa il sindacato - assumono carattere rilevante in quanto demotivanti nei riguardi del personale, che dovrebbe invece essere incentivato nello svolgere le proprie mansioni, vivendo in modo sereno la propria attività lavorativa. Tra le varie criticità vi è la mensa del reggimento che, per motivi di manutenzione, risulta chiusa da oltre due anni. Questo comporta che i militari per fruire del pasto, debbano percorrere circa 700 metri a piedi, essendo precluso l’accesso alle vetture. Un disagio non indifferente considerando che per il tragitto, consumazione del pasto e ritorno in sede per indossare l’uniforme e l’arma in dotazione, sono concessi solo 30 minuti. I militari che iniziano il turno a cavallo con l’orario di apertura della mensa, non riescono a fruire di tale diritto. Sempre in tema mense – continua il sindacato – problematiche evidenti si registrano anche presso il comando compagnia carabinieri di Trani, dove sono state indicate diverse carenze che vanno dalle scarse porzioni, mancata esposizione del menù e assenza di porzioni monodose di sale, olio e aceto che invece dovrebbero essere garantite in ottemperanza alla normativa anti covid».
I disagi per i militari si evidenziano anche relativamente ai servizi di ordine pubblico.
«In particolare – spiega NSC – il personale impiegato per il supporto alla territoriale, molto spesso si trova a ricoprire servizi di controllo del territorio, senza regole di ingaggio adeguate. Per di più, al personale in servizio di ordine pubblico, il comandante fa svolgere il servizio in divisa ordinaria, rendendo di fatto fatui l’utilizzo dei D.P.I. previsti per lo specifico servizio, per non parlare poi del distaccamento nella provincia BAT, in cui il personale lamenta pessime condizioni alloggiative ancora oggi irrisolte».
Una serie di problematiche piuttosto sofferte dal personale che portano la segreteria regionale della Puglia a porre l’accento sull’importanza del benessere e della serenità lavorativa dei militari utile per un corretto espletamento del servizio.
«Attualmente il RGT Puglia è un cantiere “senza operai” dove vige una percettibile pesantezza che segna gli animi, rovina lo spirito e non rende armonioso il quotidiano».
A tal proposito, la richiesta della segreteria regionale pugliese del Nuovo Sindacato Carabinieri, chiede che sia presto dato riscontro alle problematiche elencate proprio per garantire serenità sul lavoro ai carabinieri quotidianamente impegnati sul territorio a tutela della sicurezza collettiva.
La Segreteria Regionale NSC Puglia
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Dangelo comandante della polizia provinciale
Con Decreto presidenziale n. 1 del 13.01.2022, a firma del presidente Riccardo Rossi, la Provincia di Brindisi ha provveduto a rendere il Servizio di Polizia Locale, già in essere con Delibera di Consiglio Provinciale n. 41/9 del 01.07.1998, ancora più efficiente ed efficace, completando così un iter organizzativo iniziato alcuni mesi addietro.
Esplosione di Covid 19 in Puglia. Oggi sono 24.406 i positivi di cui 2.601 in provincia di Brindisi
Dati del giorno: 14 gennaio 2022
Dati complessivi
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La scrivente FP CGIL si oppone con forza all’idea di sopprimere, anche temporaneamente, il servizio di ausiliariato supporto logistico all’ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana.La scrivente FP CGIL si oppone con forza all’idea di sopprimere, anche temporaneamente, il servizio di ausiliariato supporto logistico all’ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana.Il servizio, istituito da poco, 1 novembre, dopo un iter lunghissimo oggi rischia di scomparire per cause ancora sconosciute. La logistica interna, cosi come accade in altre realtà del territorio Brindisino è diventato un servizio indispensabile alla buona organizzazione. Gli addetti si occupano del trasporto pazienti all’interno del nosocomio, dell’approvvigionamento dei farmaci e di altri servizi essenziali per le U.O. Cosa più importante: consentono agli operatori delle stesse U.O. la permanenza fissa al fianco dei pazienti ad essi affidati.Le otto unità presenti nel presidio di Francavilla Fontana sono estremamente funzionali alla buona organizzazione, anzi possiamo affermare con certezza assoluta che andrebbero incrementate.La chiusura del servizio avrà ripercussioni su tutte le attività di reparto e ambulatoriali, in un momento di grave pandemia restiamo sgomenti difronte ad una scelta che non trova giustificazioni, ma è solo figlia di una logica che non risponde alla razionalizzazione delle risorse umane.Come OO SS ci saremmo aspettati una riflessione e una discussione accurata sulle possibili risposte alla pandemia, dall’utilizzo dei dispositivi di protezione fino all’incremento delle risorse umane.La discussione e il confronto — con tempistiche più larghe, ma necessarie — sono forse da sopprimere ? Possibile che la risposta della direzione sanitaria alla situazione attuale sia quella di sopprimere un servizio essenziale, ritenendolo superfluo? Cartesio avrebbe risposto così: «Dubium sapientiae initium», il dubbio è l’origine della sapienza.La FP CGIL Brindisi chiede:L’immediato ripristino del servizio ausiliariato e supporto logistico. La scrivente ribadisce con forza la necessità di evitare le gravissime ripercussioni di tipo organizzativo al personale delle U.O. e ai pazienti. La FP CGIL si riserva di tutelare il personale in tutte le sedi.
Un bracciante morto nei campi all'anno è una vergogna intollerabile, Della Porta: «Si faccia chiarezza»
Said Cissa, 22 anni Gambiano, morto nell'ottobre 2020, dopo essere stato investito mentre andava in bici tra Carovigno e San Vito dei Normanni. Camara Fantamadi 27 anni del Mali, morto a giugno del 2021, nella frazione di Tuturano, dopo essere stato a lavoro nei campi sotto il sole cocente. Toure Saidou, 27 anni della Guinea, ritrovato cadavere in un casolare dopo essere stato a lavoro nei campi dove - dicono i suoi colleghi – si sentiva già male.
Un morto all'anno. Una scia di decessi intollerabile in un Paese che sulla carta si dice civile ma, nei fatti, si ritrova a registrare una vergogna senza fine. Uno stillicidio di una barbarie inaudita che lascia sgomenti, che impone a tutti non solo una seria riflessione ma anche un obbligo di accertamento della verità dei fatti che hanno portato all'ennesimo decesso di un bracciante agricolo.
«Chiediamo che sia fatta luce sulla morte del 27enne – dice il segretario della Flai Cgil di Brindisi Cosimo Della Porta – perché non ci siano morti di serie “A” e di serie “B”. Chiediamo che si verifichi se il decesso di questo giovane bracciante sia legato alle sue condizioni di lavoro nei campi, perché non possiamo fare finta che nulla sia accaduto solo perché si tratta di un immigrato. E' mostruoso il fatto che una persona che si senta male a lavoro, non riceva soccorsi e venga ritrovata due giorni dopo in un casolare, senza vita. E' un fatto di una disumanità e di una gravità inaccettabile. Da sempre la Flai Cgil di Brindisi lotta al fianco dei lavoratori agricoli, di qualsiasi colore sia la loro pelle, per i diritti e per il rispetto delle condizioni di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Diritti che vengono puntualmente “violentati”. Siamo stati primi in Italia a Brindisi cosi come a Foggia nella istituzione della “Sezione territoriale della Rete del lavoro agricolo di qualità” è quanto mai urgente che questo strumento diventi definitivamente operativo perché tutta la filiera sia controllata ed i lavoratori tutelati. Probabilmente se la “Rete” fosse operativa tragedie del genere avrebbero potuto essere evitate. Torniamo a chiedere per l'ennesima volta all'Inps la convocazione di una cabina di regia per uscire da questa impasse per rendere il lavoro nei campi più sicuro e tutelato».
A Della Porta, fa eco il segretario generale della Flai Cgil Puglia, Antonio Gagliardi.
“Un fatto grave quello della morte di Toure Saidou, che colpisce le coscienze e che desta preoccupazioni e dubbi. Alcuni tratti della vicenda ricalcano episodi già vissuti, come Paola Clemente, la bracciante morta di fatica sotto un tendone di uva nel territorio di Andria, ma anche tanti lavoratori stranieri morti di stenti. In tutte le situazioni ricorre l’omessa o la scarsa tempestività dei soccorsi, spesso per celare lavoro grigio o nero, come verosimilmente pensiamo sia nel caso del povero Toure. Ci stringiamo ai familiari e ci uniamo alla loro richiesta affinché la magistratura possa fare piena luce su quanto accaduto. Pensiamo che morire per lavoro, prima ancora di lavoro, sia un’emergenza che va stroncata ad ogni costo. Gli strumenti normativi esistono: è il tempo di impiegarli”.
Cosimo Della Porta Antonio Gagliardi
Segretario Generale Segretario Generale
Flai-Cgil Brindisi Flai-Cgil Puglia
La scrivente Segreteria Nazionale è fortemente preoccupata per la sorte della piattaforma logistica e del futuro occupazionale dei lavoratori addetti che hanno profuso grande impegno e professionalità, in questi anni, e ancor prima della cessione del ramo di Azienda da parte del Gruppo Ferrero a Stef Italia. Preme sottolineare brevemente che il sito logistico di Mesagne ed i lavoratori che lì vi operano sono il risultato di un accordo sindacale, sottoscritto anche dalla Filt Cgil, conseguente alla cessione di ramo d’Azienda della logistica che nel 2016 Ferrero S.p.A. ha ceduto a Stef Italia, con esso altri tre siti Pisa, San Benedetto e Lamezia Terme. Nell’accordo sindacale si parla di un impegno da parte di Ferrero a concedere l’appalto per la gestione dei servizi logistici relativi alla distribuzione per un periodo di 6 anni a Stef Italia S.p.A., lo stesso contratto di servizio avveniva sul presupposto della stabilità occupazionale, nonché per valorizzare la professionalità e l’esperienza maturata dai dipendenti della stessa Ferrero. Rimane del tutto inspiegabile l’iniziativa assunta dalla Ferrero S.p.A. che ha prorogato il contratto di servizio per tutti i siti interessati tranne che per Mesagne, mettendo in forte difficoltà le prospettive occupazionali dei lavoratori interessati a cui, come da accordo sindacale, si applica il CCNL della Logistica, Trasporto Merci e Spedizione. La Segreteria Nazionale della Filt Cgil ritiene che l’Azienda Ferrero S.p.A. si debba far carico del destino occupazionale dei lavoratori interessati, già suoi dipendenti, al fine di non disperdere il patrimonio di conoscenze e competenze, ma anche per continuare ad avere la stessa qualità di servizio ed evitare che altri soggetti con improbabili capacità tecniche ed altrettanto finanziarie subentrino al solo fine di ridurre gli organici, lasciando a casa questi lavoratori. In attesa di riscontro si inviano cordiali saluti. Il Segretario Nazionale Filt Cgil Michele De Rose
Covid - 19. Oggi sono complessivamente 3.218 i casi positivi di cui 312 in provincia di Brindisi
Dati del giorno: 13 gennaio 2022
Dati complessivi
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È slittata di due settimane la data entro la quale la commissione esaminatrice, delle candidature delle 23 città italiane candidate a divenire “Capitale italiana della cultura 2024”, farà la sua scelta. Una mole di documentazione presente nei 23 dossier ha indotto il presidente della commissione a chiedere al ministero della Cultura una proroga sui tempi di istruzione delle pratiche. Pertanto il prossimo primo febbraio la commissione comunicherà le 10 città finaliste ed entro il 15 marzo le convocherà per un’audizione pubblica di presentazione del dossier. Infine, entro il 29marzo 2022 invierà al ministero il nome della città ritenuta più idonea a essere insignita del titolo di “Capitale della Cultura 2024”. Intanto, a Mesagne c’è una certa fibrillazione per i tempi che si sono allungati e l’ansia la fa da padrona. E, come capita di constatare intorno alle grandi questioni, si discute di quello che ci sarà da organizzare nel caso in cui il nome della città dovesse risultare tra le dieci finaliste.
Un’ipotesi, quest’ultima, che conferirebbe definitiva consacrazione ad una proposta culturale che è più di un semplice progetto, inteso come classico programma di intenti da realizzare, rappresentando – al tempo stesso – anche molto più di un vademecum di appuntamenti. “La ragione dell’entusiasmo di un’avventura respirata dal territorio con tanta energia, e per tutto il periodo che ha preceduto la formalizzazione dell’invio al dicastero competente, risiede nella particolarità del percorso che si è tracciato”, ha spiegato il sindaco Toni Matarrelli. Gli effetti di tanta vivacità in città continuano. E la prova è la curiosità con cui la gente chiede se vi siano novità in merito, alla luce della recente istituzione della giuria che si sta occupando della designazione della capitale culturale d’Italia del 2024. E dalla quale, naturalmente, nulla trapela.
Ma facciamo un passo indietro per comprendere come quest’evento, quello della candidatura, abbia destato sincero interesse tra tanti, mesagnesi e non solo. “Le feste di candidatura con cui la città ha simbolicamente aperto le porte alla conoscenza delle sue bellezze storico-monumentali, il calendario incalzante di date e tavoli tematici attraverso il quale l’Amministrazione comunale, il gruppo di progettazione guidato dall’architetto Simonetta Dellomonaco e quello di autorevoli sostenitori hanno dato vita a momenti di grande partecipazione, hanno lasciato un segno profondo anche per le prospettive di impegno futuro”, ha tenuto a precisare il primo cittadino. L’occasione, nel suo insieme, ha realizzato la migliore evoluzione possibile di ciò che è stato messo in campo. “E’ soprattutto per questo – ha proseguito Matarrelli - che il lavoro svolto resterà come traccia preziosa già a partire da questo 2022. La ragione fondamentale per la quale si è scelto di candidare Mesagne a Capitale italiana della Cultura per il 2024 si nutre di una consapevolezza che è maturata durante i numerosi momenti di riflessione ed elaborazione comunitaria: Mesagne ha una storia importante da raccontare, un resoconto collettivo di cambiamento attraverso il quale si ha l’ambizione di poter spiegare un modello che si è fatto sistema. E di cui l’innovazione sociale e quindi economica rappresentano una sorta di trampolino di lancio per la promozione stessa del territorio”.
Per Marco Calò, consulente politico alla Cultura, “tutto ciò è il risultato non scontato e che si alimenta, in modo costante, grazie agli esempi di vivace intraprendenza che arrivano da una comunità che ha saputo riscattarsi, investendo su sé stessa e su peculiarità che la rendono unica”.
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