Redazione
Finanziamento di 14 milioni di euro per il centro di Brindisi
Grazie al “Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’abitare” sono stati ammessi a finanziamento dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti i tre progetti presentati dal Comune di Brindisi, per un valore complessivo di oltre 43 milioni di euro.
Quello relativo alla riqualificazione del quartiere Centro ha già ottenuto un finanziamento di 14,6 milioni di euro. Sono ammessi quelli che riguardano i quartieri Sant’Elia e Perrino, in attesa di nuovi stanziamenti di fondi da parte del Ministero.
Il progetto per la riqualificazione del Centro prevede: la ristrutturazione dell’edificio ex Agenzia delle Entrate e della scuola Marconi come università, residenze per studenti, sale lettura e biblioteca, aule per conferenze e seminari, servizio mensa; recupero e rigenerazione del Giardino ex Parco della Rimembranza con l’area naturalistica lungo il Canale Patri; nuovi spazi culturali con il restauro del Bastione San Giacomo e del Bastione Arruinado; ristrutturazione dell’edificio della Croce Rossa Italiana come centro sanitario e postazione del primo intervento del 118; restauro di Porta Lecce con l’abbattimento di un edificio abusivo adiacente; riqualificazione della palestra “A. Oddo” (Galiano); restauro della Chiesa del Cristo con una nuova destinazione culturale.
“È un progetto importante ed è anche un risultato non scontato - spiega il sindaco Riccardo Rossi - con evidenti ricadute economiche e sociali sulla città che caratterizzeranno una città finalmente universitaria. Per farlo sappiamo che non è sufficiente portare corsi di laurea, come stiamo già facendo, ma occorre creare anche spazi di studio, socialità e salute per gli studenti. Tutto questo recuperando strutture imponenti ed importanti per questa città”.
Si ringraziano i presidenti degli Ordini provinciali degli Ingegneri, Architetti ed al Collegio dei Geometri per la collaborazione interistituzionale prestata nella redazione del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare – Area bersaglio “Centro”, i sottoscrittori dei protocolli di intesa, e tutti gli enti e le istituzioni che hanno manifestato l’adesione al programma di rigenerazione finanziato: Croce Rossa Italiana, Italia Nostra, Arcidiocesi Brindisi- Ostuni, ASL Brindisi, Provincia di Brindisi, ADISU, Regione Puglia – Sezione Istruzione Università, Soprintendenza Beni Culturali, Lega Ambiente, ASSET, WWF Brindisi.
Si ringraziano inoltre la Società Global Solar Fund per il contributo economico finalizzato alla realizzazione delle aree a verde previste dal programma di rigenerazione e tutte le associazioni di categoria che, durante la preliminare fase di partecipazione pubblica, hanno prestato il proprio assenso al programma da candidare al finanziamento del MIT.
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È inaccettabile la speculazione in atto sui prezzi dell’uva da tavola che non coprono neanche i costi di produzione in forte aumento anche a causa del maltempo, quando in Puglia non è neppure ancora entrata nel vivo la raccolta. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, nel denunciare il comportamento di alcune catene della grande distribuzione che dal 30 luglio vendono in offerta 1 chilo di uva da tavola a 0,99 centesimi, lasciando ai produttori in campagna meno di 40 centesimi al chilo.
“E’ una vergogna che a campagna non ancora partita si assista a tentativi di deprimere i prezzi di mercato dell’uva da tavola che quest’anno, complice la siccità, è di qualità straordinaria, con un grado zuccherino elevato. Serve una ulteriore stretta sui controlli e l’approvazione della legge contro le pratiche sleali fortemente voluta da Coldiretti per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali di una parte della GDO non venga scaricato sulle imprese di produzione già costrette a subire l’aumento di costi di produzione dovuti al maltempo con gelate, nubifragi e grandinate e alla difficile ripresa dopo l’anno del Covid ”, aggiunge Muraglia.
Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio – aggiunge Coldiretti Puglia - si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti, dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa.
Per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi vanno a remunerare il prodotto agricolo – denuncia Coldiretti Puglia - per effetto delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano lungo la filiera a causa degli evidenti squilibri di potere contrattuale.
“All’Assessore regionale all’agricoltura Pentassuglia e allo Sviluppo Economico Delli Noci chiediamo di convocare al più presto un tavolo di filiera prima che la campagna di raccolta dell’uva da tavola entri nel vivo – dice il presidente Muraglia - per evitare quanto già accaduto durante la campagna delle ciliegie, rilanciare il settore e tutelare il reddito dei nostri produttori, ponendo immediatamente fine a tali comportamenti scorretti”.
La Puglia è il primo produttore in Italia di uva da tavola, con il 74% della produzione nazionale e, grazie all’enorme contributo pugliese, l’Italia è il primo produttore al mondo – aggiunge Coldiretti Puglia - con il 16% sulla produzione globale e la provincia di Bari fa la parte del leone, con 10500 ettari e 2,2 milioni di quintali di produzione.
“I nostri imprenditori hanno aumentato la qualità delle produzioni e al contempo – insiste il presidente Muraglia - è stato diminuito l’impatto ambientale e la percentuale di residui, la più bassa al mondo, con pratiche agronomiche mirate, come la potatura invernale agli interruttori di dormienza, la rimozione delle prime infiorescenze e le potature in verde per la formazione di infiorescenze ritardate, la copertura dei filari, la modulazione dell’irrigazione, i trattamenti antisalini e l’inerbimento controllato, con l’impiego di manodopera altamente specializzata”.
Per sostenere le esportazioni – conclude Coldiretti Puglia - la crescita e le nuove opportunità di lavoro legate all’uva da tavola occorre investire sulla competitività del Made in Italy a partire dall’apertura a nuovi mercati esteri, attraverso l’avvio e la promozione di un progetto “Ortofrutta italiana” attraverso il quale vengano sponsorizzati i prodotti a marchio Italia sui mercati europei ed extra europei, così come stanno facendo la Spagna e la Francia.
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Furto al centro commerciale, denunciati due giovani
Fasano. Furto al centro commerciale, denunciati due giovani. Uno segnalato all’A.G. anche per guida senza patente poiché revocata. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Fasano, al termine degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà per furto aggravato un 34enne di Fasano e una 26enne di Conversano (BA). In particolare, i due, sottoposti a perquisizione personale e veicolare, sono stati trovati in possesso di alcuni generi alimentari e di un paio di scarpe poco prima asportati all’interno del supermercato “Conad” del centro commerciale “Conforama”. Nel medesimo contesto, il 34enne è stato altresì denunciato per guida senza patente poiché conduceva l’autovettura di proprietà della 26enne sprovvisto della patente di guida perché revocata, reiterando l’analoga violazione nel biennio. La refurtiva è stata riconsegnata all’avente diritto, mentre il veicolo è stato sottoposto a sequestro amministrativo ai fini della confisca.
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Tra le cento Masserie di Celie del Galdo, ossia Ceglie messapica
Domenica 25 maggio escursione in bici tra le più belle masserie di Ceglie Messapica. Guida di eccezione l’agronomo e naturalista Felice Suma
Sono oltre 100 le masserie del comune di Ceglie Messapica (Brindisi). Scrigni di storia natura e architettura. La nostra escursione in bici sarà dedicata alla scoperta di alcune tra le più belle.
Celie del Galdo era denominata Ceglie Messapica (tra il 1600 ed il 1806) per essere circondata da fitti boschi. A partire dal XVII secolo lo sviluppo di masserie a carattere prevalentemente zootecnico ha fortemente ridotto le aree boschive. Ma nello stesso tempo ne ha preservate diverse per l’importante funzione dei boschi di fornire legna, ghiande, aree di pascolo per maiali asini e cavalli. In bicicletta andremo a scoprire le fantastiche architetture in pietra prevalentemente a secco, i corpi di fabbrica e accanto a questi i diversi ambienti: stalle, fienili, frantoi, iazzi ..Programma dell’escursione:Partenza da stazione FSE Ceglie Messapica ore 9:00. Esplorazione delle contrade Scuole Pie, Falascusa, Campo Orlando, Galante, Spasumato, Pineta Ulmo, Circiello etc..
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Tre arresti della polizia di Mesagne a Latiano
Gli agenti della Polizia di Stato, appartenente al Commissariato di P.S. di Mesagne, ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, emessa in pari data dal G.I.P. presso il Tribunale di Brindisi su richiesta della Procura della Repubblica di Brindisi, nei confronti di S.M. nato nel 1992, M.C. nato nel 1964 e S.B. nato nel 1956, tutti di Latiano e indagati per i reati di atti persecutori e (la sola S.M.) anche di lesioni personali.
I gravi i fatti accertati dalla Procura di Brindisi e dai delegati investigatori del Commissariato P.S. di Mesagne, che hanno determinato il G.I.P. citato ad emettere i provvedimenti restrittivi in argomento, sono consistiti in continue minacce, molestie, ingiurie e lesioni verso un intero nucleo famigliare, fino ad arrivare ad una vera e propria violenta aggressione fisica ad una di loro, avvenuta in pieno centro a Latiano e alla presenza di numerose persone, che hanno provocato alla donna gravi traumi contusivi e distorsioni; ciò ha determinato nelle vittime uno stato di terrore e di costante ansia, tanto da farle cambiare completamente le loro abitudini di vita. Le citate persone offese, esasperate dalle continue vessazioni e impaurite per la loro incolumità (e per quella dei loro parenti), hanno encomiabilmente denunciato i fatti agli investigatori della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Mesagne, che in breve hanno raccolto i necessari riscontri alle loro dichiarazioni, informando poi con precisione la competente Procura della Repubblica di Brindisi che ha richiesto ed ottenuto dal G.I.P. l’emissione del provvedimento restrittivo nei loro confronti.
Però dalle indagini svolte è emerso che, purtroppo, molte persone informate sui fatti e addirittura “spettatrici” di aggressioni sono rimaste totalmente indifferenti rispetto ai gravi fatti notati. Tuttavia, in tutta la Provincia prosegue la meritevole opera di tutti gli Ufficiali di P.G. della Questura di Brindisi diretta ad incentivare le denunce e le segnalazioni di qualunque atto di violenza subito e/o notato.
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App Io. Per sapere sempre tutto del Comune
FASANO – Gli eventi, i comunicati stampa e le notizie del Comune di Fasano a portata di smartphone per ridurre la distanza tra amministrazione e cittadini e garantire a tutti la possibilità di essere sempre informati sulle novità che riguardano la vita di comunità.
Niente ristorante al chiuso senza tampone per 2 pugliesi su 5 con la possibilità di ingresso solo per le persone che hanno avuto almeno una somministrazione o sono guarite dal Covid. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia sull’impatto delle decisioni del Governo in merito all’utilizzo del Green Pass per incentivare le vaccinazioni e scongiurare nuove chiusure. La percentuale dei pugliesi che hanno ricevuto almeno una dose è del 60,06% (nella classifica nazionale in posizione numero 2 e sopra la media nazionale del 58,18%) mentre il 34.33% ha ricevuto anche la seconda dose (nella classifica nazionale nella posizione numero 6 e sopra la media nazionale del 32,72%), ricorda Coldiretti Puglia sulla base dei dati della Regione Puglia.
La misura del Governo – sottolinea la Coldiretti Puglia - interessa circa 20mila ristoranti, trattorie, pizzerie e i 900 agriturismi pugliesi dei quali solo poco più della metà dispone di spazi all’aperto dove tuttavia sono notevolmente aumentati i coperti grazie alle flessibilità concessa sull’utilizzo degli spazi pubblici. In difficoltà – continua la Coldiretti regionale – sono soprattutto gli esercizi situati nei centri urbani stretti tra traffico ed asfalto mentre al contrario gli agriturismi godono della disponibilità di grandi aree all’estero che consentano di garantire al meglio le distanze.
“Gli agriturismi spesso situati in zone isolate in strutture familiari, dove le distanze si misurano in ettari - con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi più sicuri dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche”, dice Filippo de Miccolis, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti. Molte aziende agrituristiche quindi – continua la Coldiretti regionale – si sono attrezzate con l’offerta di alloggio e di pasti completi ma anche di colazioni al sacco o con la semplice messa a disposizione di spazi per picnic, tende, roulotte e camper per rispettare le esigenze di indipendenza di chi ama prepararsi da mangiare in piena autonomia ricorrendo eventualmente solo all’acquisto dei prodotti aziendali di Campagna Amica.
Il turismo in Puglia impatta per 6,5 miliardi sui consumi finali, pari al 12,3% sui consumi totali – insiste Coldiretti Puglia – una ricchezza straordinaria a cui contribuisce il turismo esperienziale negli agriturismi, come dimostrato dalla quota percentuale di soddisfazione nel rapporto con il territorio. Ai primi posti di gradimento c’è l’offerta di olio di qualità all’85%, di prodotti agroalimentari all’83%, paesaggi e colori per il 75%, l’ospitalità al 72% e l’offerta vitivinicola al 70%, continua Coldiretti Puglia.
Oltre al taglio della clientela nazionale a preoccupare è anche la mancanza del turismo straniero che, dopo le positive aspettative iniziali, ha registrato una brusca frenata a causa – precisa la Coldiretti - della ripresa dei contagi in tutta Europa. La ristorazione – sottolinea la Coldiretti - è tra i settori più colpiti dalla pandemia con i consumi alimentari degli italiani fuori casa che nel 2020 sono scesi al minimo da almeno un decennio con un crack senza precedenti per bar, ristoranti, trattorie e agriturismi che hanno dimezzato il fatturato (-48%) nel 2020. Una situazione che si ripercuote a cascata – continua la Coldiretti Puglia – sull’intero sistema agroalimentare pugliese con oltre 80mila tonnellate di vino e cibi invenduti nell’anno della pandemia. La drastica riduzione dell’attività – conclude la Coldiretti Puglia – pesa infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.
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Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi giovedì 22 luglio 2021 in Puglia, sono stati registrati 7.336 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 154 casi positivi: 33 in provincia di Bari, 27 in provincia di Brindisi, 10 nella provincia BAT, 32 in provincia di Foggia, 25 in provincia di Lecce, 22 in provincia di Taranto, 1 fuori regione, 4 casi attribuiti a provincia non nota.
Non sono stati registrati decessi.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.804.129 test.
246.021 sono i pazienti guariti.
1.931 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 254.616, così suddivisi:
95.481 nella Provincia di Bari;
25.663 nella Provincia di Bat;
19.957 nella Provincia di Brindisi;
45.320 nella Provincia di Foggia;
27.314 nella Provincia di Lecce;
39.669 nella Provincia di Taranto;
836 attribuiti a residenti fuori regione;
376 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
LA PUGLIA È PRIMA IN ITALIA TRA LE REGIONI COSTIERE PER QUALITÀ DELLE ACQUE DI BALNEAZIONE
La Puglia è al primo posto in Italia tra le regioni costiere per qualità delle acque di balneazione risultate “eccellenti”, seguita da Toscana e Sardegna. È quanto emerge dal lavoro di controllo e monitoraggio condotto dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (undefined), la rete che coordina le varie Agenzie regionali per l’ambiente presenti sul territorio nazionale tra cui l’Arpa Puglia. Una attività che scaturisce dalla direttiva comunitaria 2006/7/CE, che stabilisce le regole della classificazione in tutta la Comunità Europea delle acque di balneazione nelle quattro classi di qualità: eccellente, buona, sufficiente e scarsa.
I dati relativi al monitoraggio delle acque costiere di balneazione sono stati presentati nel corso della conferenza stampa che si è svolta questa mattina al Centro regionale Mare di Bari. Hanno preso parte all’incontro il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l’assessore regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, il direttore generale di Arpa Puglia, Vito Bruno, il presidente di Legambiente Puglia, Ruggero Ronzulli. Sono intervenuti il direttore scientifico di Arpa Puglia, Vincenzo Campanaro e il direttore del Centro Regionale Mare di Arpa Puglia, Nicola Ungaro.
“La qualità del mare è determinante per la scelta dei turisti e oggi confermiamo di avere in Puglia il mare più pulito di Italia – ha dichiarato il presidente Emiliano -. Non sempre è stato così, perché ricorderete che la nostra regione in passato era spesso una maglia grigia e qualche volta anche nera da questo punto di vista. Poco alla volta con lo sforzo corale di tutti, comprese le imprese che hanno adottato misure diverse anche innovative, abbiamo raggiunto questo primato. Qui non stiamo tributando il trionfo di qualcuno in particolare, ma di una intera comunità che ha capito che il mare è la sua risorsa più importante in questo momento e con maggiore possibilità di sviluppo.
Un grande investimento – ha aggiunto - che la Regione Puglia, il dipartimento e l’Assessorato all’Ambiente, l’Acquedotto pugliese hanno fatto per risolvere tutte le possibili infrazioni europee sulle questioni legate alla depurazione delle acque. Come sapete, abbiamo proposto e ottenuto dal Ministero anche sistemi innovativi nei punti di particolare delicatezza, come Sava e Manduria e speriamo di ottenere anche Nardò. L’acqua perfettamente depurata non solo tutela il mare ma è talmente pulita che potrebbe essere ancora meglio utilizzata per altri usi, in particolare per l’agricoltura”.
“Il mare di Puglia è il più pulito d'Italia - ha affermato l’assessore Maraschio -. Una bellissima notizia, che ci inorgoglisce e ci investe di nuove responsabilità. Questo dato, frutto anche della generosità della natura, rafforza la consapevolezza che quella intrapresa sia la strada da seguire: investimenti in infrastrutture, tutela dell'ecosistema marino che porta con sé una sterminata prateria di occasioni di crescita sostenibile. Non ce le lasceremo sfuggire”.
Lungo i 1000 km circa di costa pugliese la Regione Puglia ha individuato, ai sensi dell’attuale normativa di riferimento, ben 676 “acque” (tratti) destinate alla balneazione, che corrispondono ad un totale lineare pari a circa 800 km: in particolare sono state individuate n. 254 acque di balneazione in provincia di Foggia, n. 46 in provincia di Bat, n. 78 in provincia di Bari, n. 88 in provincia di Brindisi, n. 139 in provincia di Lecce e n. 71 in provincia di Taranto (gli elenchi di tali acque, distinti per provincia, sono riportati nelle delibere di Giunta regionale dal n. 2465 al n. 2470 del 16 Novembre 2010 e s.m.i.). Arpa Puglia effettua il monitoraggio delle acque di balneazione regionali controllandone la qualità. Durante il periodo stagionale di monitoraggio (tra aprile e maggio di ogni anno), in ogni “punto stazione” sono misurati in campo diversi parametri meteo-marini, mentre in laboratorio sono analizzati i campioni per la determinazione della carica batterica, calcolata rispetto a valori soglia di due parametri microbiologici: “Enterococchi intestinali” ed “Escherichia coli”, indicatori di inquinamento di origine fecale; in relazione ai campioni raccolti, si stima che ogni anno l’Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell’ambiente effettui circa 8.500 determinazioni analitiche di laboratorio.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti dalla Puglia in tema di balneazione – ha detto Vito Bruno, direttore di Arpa Puglia -. Abbiamo costruito un sistema di monitoraggio diffuso e di alto valore scientifico, e vedere confermato dal Rapporto Nazionale SNPA che la nostra regione ha le acque costiere di balneazione più pulite d’Italia ci rende particolarmente orgogliosi di poter illustrare i dati rilevati. Questo è anche il frutto del prezioso lavoro dei tecnici di ARPA Puglia che hanno continuato a svolgere, in tutti questi mesi, il loro ruolo di controllo del territorio nonostante l’emergenza pandemica e della qualità di elaborazione scientifica espressa dal Centro Regionale Mare, quale Polo di Specializzazione dell’Agenzia istituito nel 2019. Arpa Puglia è attenta anche alla corretta informazione al pubblico e per questo, all’indirizzo web undefined è possibile, utilizzando una mappa interattiva, visualizzare la localizzazione geografica delle acque di balneazione nonché dei singoli punti di monitoraggio, a cui sono associati i risultati analitici più aggiornati; alla stessa pagina web sono inoltre riportati i dati, in forma tabellare e sotto forma di bollettino mensile, anche per i periodi precedenti a quello visualizzato”. Proprio in virtù del monitoraggio effettuato, Arpa Puglia ha in disponibilità e elabora una notevole mole di dati, che consente di fornire un quadro sulla situazione annuale e sulla serie storica (quadriennale) a proposito dello stato di qualità delle acque di balneazione pugliesi. “L’ultima classificazione ufficiale – ha spiegato il direttore generale di Arpa Puglia -, relativa al quadriennio 2017-2020, evidenzia come le acque marino-costiere pugliesi destinate alla balneazione abbiano raggiunto la classificazione “eccellente” nel 99,8% del numero totale di punti controllati, che diventa il 99,9% se si considera la complessiva estensione lineare dei tratti costieri sottoposti a monitoraggio (qui l'infografica interattiva:undefined, ndr).
Questo importante risultato porta la Puglia al primo posto in Italia tra le Regioni costiere per qualità delle acque di balneazione, seguita dalla Toscana e dalla Sardegna (entrambe con qualità “eccellente” nel 98,5% dei casi); tale risultato è inoltre corroborato dal più alto numero dei campioni esaminati, rispetto a tutte le altre Regioni, questo a garanzia della rilevanza tecnicoscientifica del piano di monitoraggio messo in campo dall’Agenzia. Inoltre, la serie storica dei dati nel periodo di applicazione della vigente normativa evidenzia come sia progressivamente migliorata la qualità delle acque di balneazione pugliesi, con il numero di tratti costieri in classe “eccellente” che continua a crescere anche nell’ultimo quadriennio (in evidenza nei grafici successivi)”.
“A questo importante risultato l’Arpa non contribuisce solo in qualità di verificatore finale che accerta le condizioni di balneabilità, ma interviene anche all’interno di una filiera costituita da gestori di impianti, in primis di depurazione dell’Acquedotto Pugliese, degli organi di controllo e di Polizia giudiziaria – ha concluso Vincenzo Campanaro, direttore scientifico di Arpa -. L’Agenzia effettua controlli sugli impianti ed esprime pareri nella fase di autorizzazione e così partecipa ad un circuito virtuoso che si è progressivamente migliorato per arrivare ad ottenere acque eccellenti”.
Come funzionano i monitoraggi delle acque
Attualmente lo stato di balneabilità delle acque in Italia è disciplinato da una norma nazionale: il Decreto Legislativo n. 116/2008 e s.m.i. (che recepisce la Direttiva 2006/7/CE – Bathing Water Directive), reso attuativo dal Decreto Ministeriale del 30 marzo 2010, quest’ultimo modificato dal D.M. 19 aprile 2018.
Per la stragrande maggioranza delle regioni italiane, la verifica di tale condizione è affidata alle Agenzie per la Protezione dell’Ambiente (Arpa), che appunto effettuano il monitoraggio delle acque per il controllo (con frequenza mensile) dei due parametri microbiologici. Non tutte le zone costiere sono comunque destinate (o destinabili) alla balneazione; infatti, di norma sono preclusi a priori i tratti caratterizzati dalla presenza di aree urbane fortemente antropizzate, portuali o aeroportuali, militari, zone “A” delle aree marine protette, o quelli interessati da scarichi o apporti di qualsiasi origine o tipologia (corsi d’acqua, canali, scarichi urbani e/o industriali, ecc.; vedasi anche il D.M. 29 Gennaio 1992).
La normativa prevede che, per essere idonee alla balneazione, le acque destinate allo specifico uso da parte dei bagnanti devono essere conformi rispetto a valori soglia dei due parametri microbiologici: per quanto attiene le acque marine e di transizione, i valori soglia da non superare sono stati stabiliti a 200 Ufc (Unità Formanti Colonie) per gli Enterococchi intestinali e 500 Ufc per Escherichia coli.
In merito ai risultati ottenuti durante i monitoraggi, qualora Arpa Puglia rilevi, nel corso del monitoraggio routinario mensile, il superamento dei limiti previsti dalla norma per Enterococchi intestinali e per Escherichia coli, comunica immediatamente l’informazione al sindaco del Comune territorialmente competente, il quale, sulla base della comunicazione, emette apposita ordinanza per l’interdizione temporanea dell’acqua di balneazione in cui si è verificato il superamento (Art. 2 – punto 4, del D.M. 30 Marzo 2010), informando la cittadinanza con i mezzi più idonei (cartellonistica, ecc.). Infatti, in accordo all’Art 15 del D.Lgs 116/2008, la competenza sull’informazione al pubblico sullo stato di balneabilità (ed eventuali divieti permanenti o temporanei) è in carico alle Amministrazioni Comunali territorialmente competenti.
Oltre alle singole verifiche di conformità, al termine di ogni stagione balneare le acque di balneazione pugliesi vengono classificate sulla base dei risultati del monitoraggio degli ultimi quattro anni, utilizzando un calcolo statistico (calcolo del 95° percentile - o 90° percentile); ne deriva un giudizio variabile tra quattro classi, “scarsa”, “sufficiente”, “buona” e “eccellente”, ai sensi del D.Lgs. 116/2008. Si evidenzia comunque che nella procedura di classificazione non vengono considerati, come previsto dalla norma, gli “inquinamenti di breve durata”, ovvero quelli che si esauriscono nelle 72 ore successive all’evento perturbativo. Proprio per questo motivo non si può escludere, anche per le acque classificate in stato di qualità “buona” o “elevata”, che si siano verificati sporadicamente dei superamenti dei limiti; infatti, se i superamenti sono relativi a “inquinamenti di breve durata”, o se in ogni caso sono rari o unici, possono non influenzare in maniera significativa il calcolo e quindi la valutazione di qualità.
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