Redazione

Brindisi. Sorpreso nuovamente alla guida senza patente, denunciato. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Brindisi hanno denunciato in stato di libertà un 31enne del luogo per reiterazione nella guida senza patente. Nel corso di un controllo alla circolazione stradale, l’uomo è stato sorpreso alla guida di un’autovettura di un conoscente sprovvisto di patente di guida, perché mai conseguita, reiterando nella medesima condotta già contestata dal reparto operante il 12 novembre 2020. Il veicolo è stato restituito al proprietario.

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San Pietro Vernotico. Trovato in possesso di 542 grammi di marijuana, arrestato. A San Pietro Vernotico, i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato, in flagranza di reato, un 39enne del luogo, per detenzione illecita di sostanze stupefacenti. In particolare, nel corso di una perquisizione domiciliare, l’uomo è stato trovato in possesso di complessivi 542 grammi di marijuana, parzialmente già confezionati in dosi, oltre a un bilancino digitale di precisione, il tutto occultato nella spalliera del letto. Lo stupefacente e il materiale rinvenuto sono stati posti sotto sequestro. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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San Michele Salentino. Rinvenuta una serra con 63 piante di marijuana, nonché 335 grammi di infiorescenze di cannabis indica, arrestato un 19enne. A San Michele Salentino, a conclusione degli accertamenti, i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato in flagranza di reato un 19enne del luogo, per produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. In seguito a una perquisizione eseguita nel domicilio dell’uomo i militari operanti hanno rinvenuto una serra con 63 piante di marijuana in vegetazione, dell’altezza compresa tra 160 cm e 190 cm, nonché infiorescenze di cannabis indica pari a 335 grammi, materiale per la coltivazione e per il confezionamento, il tutto sottoposto a sequestro. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la sua residenza in regime di arresti domiciliari. come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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Mesagne. Viola le prescrizioni dei domiciliari, disposta la custodia in carcere. I Carabinieri della Stazione di Mesagne hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte di Appello – Sezione Unica Penale di Lecce nei confronti di un 42enne del luogo, in atto sottoposto al regime degli arresti domiciliari. Il provvedimento scaturisce dalle accertate reiterate violazioni delle prescrizioni imposte dall’ordinanza di sottoposizione alla misura degli arresti domiciliari. Nello specifico l’uomo è stato sorpreso al di fuori dell’abitazione nonché intento a utilizzare un telefono cellulare. L’arrestato, concluse le formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Brindisi.

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Le scriventi associazioni, con nota del 23 aprile 2021 rivolgevano alla locale Capitaneria di Porto richiesta di alcune informazioni finalizzate a fornire, pubblicamente e preventivamente, inequivocabili elementi di valutazione, sugli aspetti tecnico-nautici di competenza di detto ente, in merito agli ipotizzati nuovi insediamenti in programma nel Porto di Brindisi: depositi e impianti per lo sbarco e lo stoccaggio di derivati da idrocarburi (GNL, benzine e gasolio).

            La Capitaneria di Porto di Brindisi in data 3 maggio 2021 (all. 2) forniva riscontro, facendo presente che avrebbe reso “…le proprie determinazioni di competenza in materia di sicurezza della navigazione e dello specchio acqueo portuale nell’ambito della Conferenza dei Servizi convocata dal Ministero della Transizione Ecologica” e che sarebbe stata loro cura farci partecipi delle “…determinazioni assunte in seno al precitato procedimento”.

            Detta risposta aveva deluso le aspettative delle scriventi associazioni, poiché con quanto richiesto si intendeva ottenere unicamente un utile ed  “essenziale elemento di valutazione alla collettività e ai soggetti decisori, affinché questi vengano posti preventivamente a conoscenza dei futuri scenari che si andranno a verificare, in modo che consapevolmente ognuno si assuma la piena responsabilità nell’accondiscendere a tale investimento in tutta la sua portata e in ogni sua implicazione”.

            Tale delusione è stata rappresentata alla Capitaneria a mezzo di una nota di replica inviata il 13 maggio 2021 (all. 3), nella quale si rivolgeva, tuttavia, “una ulteriore esortazione in favore di un riscontro esaustivo delle questioni poste considerandole della massima importanza nell’interesse collettivo”.

            A tutt’oggi le prefate richieste, che riteniamo legittime e non incidenti in profili di riservatezza, sono rimaste inevase. Non si comprendono i motivi per cui non si possano rendere pubbliche, se richieste in nome della trasparenza, quelle misure di sicurezza che per le norme vigenti la Capitaneria è tenuta ad adottare in base a progetti noti pubblicamente e che di certo influenzeranno le modalità di traffico portuale. Il rischio che si vuole evitare è che, ancora una volta nella presente fattispecie, nel dibattito spesso divisivo generato su temi che paiono polarizzare le esigenze ambientali e produttive, la pubblica opinione e, di conseguenza, l’opinione dei soggetti decisori venga a formarsi senza conoscere aspetti decisivi, quali la compatibilità dei nuovi traffici generati con i progetti in esame con quelli rinvenienti dalle altre attività portuali.

            La nostra richiesta non è frutto di un capriccio ma di ben precisi intendimenti. Il primo è che la cittadinanza deve essere a conoscenza di tutti gli elementi possibili per poter liberamente esprimere il proprio giudizio ma anche gli operatori portuali devono sapere, pubblicamente, quali saranno le implicazioni e le limitazioni perché un domani non abbiano a lamentarsi delle scelte fatte da altri e che ora li potrebbe vedere consenzienti sulla base di elementi insufficienti.

            Ciò che ci ha spinto a chiedere alla Capitaneria di porto di Brindisi la “simulazione” di futuri scenari (che poi comunque andranno a cristallizzarsi nell’adozione di specifiche ordinanze) è la constatazione delle dissimili valutazioni e interpretazioni di alcune norme che si sono in precedenza verificate in attesa della regolamentazione da adottare proprio da parte dell’autorità marittima. Facciamo un esempio a mero titolo esemplificativo: l’applicazione delle norme che hanno consentito l’operatività nel porto di Bari delle boe di ormeggio in andana e invece l’hanno impedito nel porto di Brindisi per dichiarate ragioni di sicurezza. Tali boe a Bari sono in funzione da circa vent’anni, a Brindisi non si sono mai volute adottare - neanche in attesa della costruzione del pontile a briccole - perché, da notizie informalmente assunte e riportate dagli organi di stampa,  la Capitaneria di Brindisi avrebbe ritenuto che non soddisfacessero i requisiti di sicurezza.

            Non potendo pensare che il Porto di Bari sia divenuto più sicuro di quello di Brindisi, per la loro differenza di conformazione e ridosso agli agenti meteomarini, ben nota quanto meno agli addetti ai lavori, queste due diverse valutazioni sono sempre state di difficile comprensione. 

            Ribadiamo la necessità che si risponda pubblicamente alla richiesta formulata e che vengano resi noti i criteri tecnici che la Capitaneria di Porto di Brindisi, ente competente per legge alla regolamentazione degli ormeggi e delle attività in ambito portuale, intende applicare per la operatività e la sicurezza di nuovi insediamenti, per i quali è già venuta in possesso dei progetti.

            I riscontri richiesti sono funzionali all’esercizio dei diritti di partecipazione ai procedimenti che le Associazioni hanno già ampiamente dichiarato che sono stati lesi o dalla mancata apertura di una reale consultazione democratica (vedasi il mancato ricorso ad un confronto aperto su uno studio di fattibilità o su una nuova VIA per quel che attiene l’ipotizzato deposito costiero) o da significativi vizi procedurali per quel che concerne le previste opere portuali sottoposte all’esame delle commissioni VIA-VAS del Ministero per la transizione ecologica. È lampante che a ben poco servirebbero i chiarimenti richiesti se forniti a valle della conferenza decisoria citata nella suddetta risposta.

     Forum Ambiente Salute Sviluppo – Fondazione “Tonino Di Giulio” - Italia Nostra – Legambiente – Medici per l'Ambiente – No al carbone – NOTAP/SNAM  Brindisi – WWF

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QUEST'ANNO IL SALENTO PRIDE ORGANIZZA UN CAMPEGGIO A PORTO SELVAGGIO (17-21 AGOSTO) E CON IL PUGLIA PRIDE, UN PRIDE A BRINDISI IL 21 AGOSTO. INOLTRE, È NATA A LECCE LA PRIMA CASA ACCOGLIENZA E CENTRO ANTIDISCRIMINAZIONE LGBTI CON IL PROGETTO L.'O.RA.CO.LO.

Ra.Ne. - Rainbow Network APS, associazione che si dedica a progettazione, eventi e turismo LGBTI, nonché a networking e co-working, è lieta di illustrare i nuovi eventi in cantiere per l'estate 2021.

Dal 17 al 21 agosto, Ra.Ne. organizzerà, in seno al Salento Pride, un campeggio LGBTI a Porto Selvaggio: attività centrale del campeggio sarà la formazione alle tematiche arcobaleno tenuta da associazioni del territorio e il trasporto per il Salento & Puglia Pride che si terrà il 21 agosto a Brindisi. Per info e prenotazioni: www.tourism.rainbownetwork.eu

Il 21 agosto, avremo finalmente il Pride a Brindisi, targato Salento & Puglia Pride. Dopo lo stop del 2020, dovuto alla pandemia COVID, quest'anno è tutto pronto per offrire alla cittadinanza brindisina un Pride che si spera sia in forma di Parata che abbraccerà la Città in un corteo di colori e rivendicazioni. Info su www.salentopride.it Evento facebook:

Si coglie l'opportunità per segnalare la nascita, a Lecce, di un Centro Antidiscriminazione e Casa Accoglienza LGBTI per supportare e ospitare persone vittima di discriminazione motivata dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere. Il progetto è denominato “L.'O.RA.CO.LO.” ed è finanziato dall'Avviso PugliaCapitaleSociale2.0, della Regione Puglia. Per informazioni: www.oracolo.rainbownetwork.eu.

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Comincia una nuova stagione per la Villa Comunale “Pietro Palumbo” di Francavilla Fontana. Nelle scorse ore la Commissione giudicatrice ha affidato la gestione del punto ristoro, dell’anfiteatro e dei servizi di manutenzione del più importante parco cittadino all’Associazione temporanea di imprese composta da Ommi Cooperativa sociale, Giba srl e Diesse srl.

“Intorno al futuro della Villa Comunale – dichiara il Sindaco Antonello Denuzzo – in questi anni si sono fatte tante ipotesi. La nostra Amministrazione ha scelto di seguire la strada della trasparenza con un bando che ha riscontrato l’interesse di alcuni imprenditori. La Villa rimarrà un luogo pubblico, con orari di apertura più ampi, servizi migliori e con un nuovo punto ristoro. In questo bando gli interessi pubblici e privati hanno trovato un punto di equilibrio che crea vantaggi reciproci. È questo lo spirito della resilienza e ripartenza di cui si parla in questa fase. Auguro buon lavoro alle tre imprese francavillesi che si sono aggiudicate la gara.”

Le tre società si occuperanno della Villa Comunale per i prossimi 15 anni pagando un canone di locazione pari a 14 mila euro all’anno, incrementato in fase di gara del 180% rispetto all’importo base previsto dal bando. Saranno a cura del gestore gli interventi di manutenzione straordinaria delle strutture in uso, i servizi di apertura, chiusura, custodia, vigilanza, pulizia e manutenzione ordinaria, compreso il verde pubblico.

La cittadinanza potrà accedere liberamente in tutte le aree del parco, usufruendo delle strutture presenti, ad eccezione dell’anfiteatro e del punto ristoro che sono concessi in esclusiva ai vincitori della gara. L’anfiteatro potrà essere utilizzato dall’Amministrazione Comunale per iniziative pubbliche per 30 giorni all’anno. Allo stesso modo, per 30 giorni all’anno, l’affidatario potrà utilizzare in via esclusiva tutte le strutture presenti nella Villa.

I proponenti hanno posto grande attenzione al tema dell’inclusione sociale, prevedendo l’inserimento nel personale di soggetti fragili che saranno coinvolti in progetti di inserimento lavorativo.

Tante le innovazioni che saranno apportate. Si comincerà con l’individuazione di un’area da adibire a dog park, per passare ad un fitto calendario di appuntamenti fissi, circa 65 all’anno, che aumenteranno l’attrattività del parco pubblico.

In questo percorso saranno coinvolte le scuole, le associazioni culturali e sportive che potranno usufruire degli spazi e progettare attività. Come punto ristoro vedrà la luce, entro tre mesi, un bar con laboratori artigianali di pasticceria e gelateria.

Gli affidatari hanno presentato, inoltre, un’offerta migliorativa con cui si impegnano ad effettuare la manutenzione straordinaria della ringhiera perimetrale e dei cancelli di accesso, la ristrutturazione dei bagni, la manutenzione delle giostrine, l’installazione di un impianto di videosorveglianza e un ampliamento di ulteriori 12 ore settimanali dell'orario di apertura.

“La gestione della Villa Comunale, che per il nostro Ente rappresentava una fonte di spesa, grazie all’ingresso dei privati diventa una occasione di sviluppo per la Città con la creazione di nuova occupazione. Scuole, Associazioni e semplici cittadini – conclude il Sindaco – da oggi hanno un nuovo luogo per ritrovarsi e assistere a iniziative o trascorrere semplicemente dei momenti all’aria aperta.”  

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GIORNATA DESERTIFICAZIONE: COLDIRETTI PUGLIA, SICCITÀ COSTA ALLA PUGLIA 70MLN/ANNO. La siccità rappresenta l’evento climatico avverso più rilevante per l’agricoltura pugliese con danni stimati in media in 70 milioni di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in occasione della Giornata mondiale della desertificazione istituita dalla Nazioni Unite per il 17 di giugno e dedicata quest’anno proprio al problema della carenza idrica.

“Vanno sfruttate al meglio tutte le risorse messe a disposizione della programmazione degli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni, perché è andata persa finora l’opportunità di ridisegnare politica irrigua e di bonifica integrale in Puglia. Un lusso che non ci si può permettere in una situazione in cui con l’emergenza Covid l’acqua è centrale per garantire l’approvvigionamento alimentare in uno scenario globale di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti e speculazioni che spingono la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

La mancanza di una organica politica di bonifica e irrigazione – aggiunge Coldiretti Puglia – comporta che lo stesso costo dell’acqua sia stato e continui ad essere caratterizzato da profonde ingiustizie. Per questo vanno rivisti gli accordi fatti con la Regione Basilicata, circa il ristoro del danno ambientale e con la Regione Molise per la realizzazione di una condotta di 10 km per drenare acqua dall'invaso del Liscione fino all'invaso di Occhito.

Gli ultimi rapporti dicono che circa il 21% del territorio nazionale è a rischio desertificazione e circa il 41% di questo territorio si trova nel Sud. “In Puglia le aree affette dal rischio desertificazione rappresentano il 57% della superficie utilizzabile e il conto pagato dall’agricoltura – insiste il presidente Muraglia - soggetta ai cambiamenti climatici e alla siccità è salato”.

Necessaria una stretta – insiste Coldiretti Puglia - per non perdere le risorse e avviare immediatamente nel 2021 il complesso piano per le infrastrutture irrigue in Puglia e le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, con un monitoraggio capillare e costante delle azioni richieste e messe in campo, secondo una tempistica certa.

Per cogliere una opportunità unica Coldiretti ha elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile – aggiunge Coldiretti Puglia - per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie, con una esigenza resa necessaria dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua.

E’ inoltre necessario – aggiunge Coldiretti Puglia – reinserire nel P.N.R.R. il miliardo di euro per le forestazioni pedecollinari ed i 500 milioni per la digitalizzazione delle reti idriche. Questi interventi migliorerebbero la condizione soprattutto di territori difficili, invertendo la  tendenza al loro abbandono, riducendo il divario fra aree del Paese, grazie all’insediamento di nuove attività produttive.

Il piano della Coldiretti sulle risorse idriche per il Recovery Plan punta alla transizione verde in modo da risparmiare il 30% di acqua per l’irrigazione, diminuire il rischio di alluvioni e frane, aumentare la sicurezza alimentare dell’Italia, garantire la disponibilità idrica in caso di incendi, migliorare il valore paesaggistico dei territori e garantire adeguati stoccaggi per le produzioni idroelettriche green in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030, un progetto ideato ed ingegnerizzato e poi condiviso con ANBI, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti con il coinvolgimento anche delle Università.

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“L’area salentina sta vivendo un momento drammatico dovuto agli effetti della Xylella, aggravati negli ultimi tempi dagli incendi, divenuti ormai quotidiani, nelle zone colpite dai disseccamenti degli ulivi. È indispensabile che l’attenzione della Regione sia costante sulle problematiche che stanno affliggendo un territorio a forte vocazione agricola, che costituisce un luogo di grande bellezza paesaggistica, in cui è vivace il turismo. Per questo ritengo inspiegabile l’assenza, nella proposta di riparto delle risorse di transizione del PSR, che ammontano a circa 508 milioni di euro, di somme dedicate alle Misure che maggiormente possano sostenere la ripresa del Salento. Una questione su cui mi sono confrontato con l’assessore all’agricoltura Donato Pentassuglia, il quale mi ha rassicurato sulla disponibilità a rimodulare la ripartizione delle risorse”. Lo dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale Cristian Casili.
In particolare, non è prevista allocazione di risorse per la sottomisura 4.1.C, essenziale per gli investimenti delle aziende agricole danneggiate dalla Xylella.
“Questa sottomisura - continua Casili - richiede di essere sostenuta con il massimo impegno finanziario, al fine di non lasciare prive di sostegno molte imprese che stanno cercando in ogni modo di ripartire e ricostruire un paesaggio agricolo martoriato. Sarebbe opportuno reperire le somme necessarie, circa 30 milioni di euro, per finanziare i progetti già ammessi in graduatoria, e che allo stato attuale resterebbero esclusi. A questo si deve aggiungere la possibile sfida di creare una nuova sottomisura della 8.1, che stimoli la forestazione produttiva anche in territorio salentino. I criteri dell'attuale sottomisura 8.1, infatti, non hanno consentito alle aziende salentine di essere ammesse al beneficio del finanziamento, essendo preferite le aree confinanti con territori già boscati. Sarebbe quindi auspicabile l’istituzione di una nuova sottomisura che abbia obiettivi di ripristino ambientale, secondo un nuovo disegno di rigenerazione del territorio, esigenza molto sentita nel Salento. Parliamo di un quadro di azioni di soccorso che sono doverose nei confronti di un’area preziosa della Puglia, che merita un posto di primo piano nel Piano di Sviluppo Rurale”.

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Torre Canne. Controlli agli stabilimenti balneari, denunciato un imprenditore. A Torre Canne di Fasano, i Carabinieri della Stazione di Pezze di Greco unitamente al Nucleo CC Ispettorato del Lavoro di Brindisi hanno denunciato in stato di libertà un imprenditore 61enne titolare di uno stabilimento balneare del luogo. In particolare, l’uomo ha violato la normativa in materia di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro per non aver aggiornato il documento di valutazione dei rischi alla luce dell’attività lavorativa svolta dai propri dipendenti.

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