Redazione

COVID: COLDIRETTI PUGLIA, GUERRA ALLA BILANCIA POST FESTE NATALIZIE; SALE FINO A 3 KG PESO DA SMALTIRE. 

E’ salato in Puglia il conto del tour de force alimentare delle Feste che ha portato aumenti di peso ai tempi del Covid fino a 3 chili per effetto del consumo di circa 25mila chilocalorie. E’ quanto stima la Coldiretti Puglia, in occasione del primo fine settimana dopo l’Epifania che “tutte le feste si porta via”, lasciando a molti pugliesi uno sgradito ricordo.

“Per le festività di Natale e Capodanno i pugliesi hanno speso 120mln di euro per i cibi e le bevande, con un calo del 32% rispetto allo scorso anno a causa principalmente della chiusura di ristoranti, trattorie, pizzerie, pub e agriturismi per l’emergenza Covid ma anche delle ridotte disponibilità economiche delle famiglie colpite dalla crisi economica legata alla pandemia. C’è stato al contempo un vero e proprio boom del fai da te casalingo, con pasta, dolci e pizze che hanno accompagnato quotidianamente i pugliesi nei giorni di festa”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

L’effetto del maggior consumo di cibi calorici abbinato a bevande alcoliche è aggravato dal fatto che – sottolinea la Coldiretti Puglia – l’abbuffata per le festività è stata anche accompagnata dalla sospensione delle attività sportive e da una totale sedentarietà con le lunghe soste a tavola anche se con il numero ridotto di commensali che hanno azzerato il movimento fisico e favorito l’accumulo di peso.

Per aiutare le buone intenzioni la Coldiretti ha stilato una lista dei prodotti le cui proprietà terapeutiche e nutrizionali sono utili per disintossicare l’organismo e per accompagnare il rientro in salute alla normalità dopo gli stress dei viaggi e dei banchetti natalizi.

In questa stagione – continua la Coldiretti regionale – tra la frutta da non dimenticare ci sono arance, clementine, mele, pere e kiwi mentre per quanto riguarda le verdure quelle particolarmente indicate sono broccoli, cavoli, spinaci, cicoria, radicchio, zucche e zucchine, insalata, finocchi e carote. Tutte le insalate e le verdure vanno condite – sottolinea la Coldiretti – con olio extravergine d’oliva, un antiossidante per la concentrazione di polifenoli che facilita l’assunzione delle vitamine liposolubili, come la A, la D, la E e la K, combatte l’invecchiamento dell’organismo e favorisce l’eliminazione delle scorie metaboliche, e abbondante succo di limone che purifica l’organismo dalle tossine, fluidifica e pulisce il sangue, è un ottimo astringente e cura l’iperacidità gastrica.

Le arance – informa la Coldiretti – sono una notevole fonte di vitamina C che migliora il sistema immunitario e aiuta a fronteggiare l’influenza che ha già portato 1,5 milioni di italiani negli ambulatori, favorisce la circolazione, ossigena i tessuti e combatte i radicali liberi.

“Mangiamo le clementine pugliesi, i carciofi e i broccoli a Km0 – insiste il presidente Muraglia – per aiutare i produttori di un segmento in crisi con ortaggi e frutta venduti in campagna a pochi centesimi, ma che fanno tanto bene alla salute”, dice Muraglia.

Le mele per il loro modesto apporto calorico e per la prevalenza del potassio sul sodio sono capaci di svolgere un’azione antidiarroica e di regolare la colesterolemia. Ancora, le pere che oltre ad avere un buon potere saziante, contenendo zuccheri semplici come il fruttosio, fibra, molta acqua e poche calorie, sono adatte per chi soffre di intestino pigro.

I kiwi ricchi di vitamina C, fosforo e potassio sono particolarmente indicati per migliorare il funzionamento dell’intestino, i semini neri in esso contenuti, infatti, ne stimolano le contrazioni. Tutta la verdura a foglie verde scuro come spinaci e cicoria – continua la Coldiretti – contiene acido folico, gruppo vitamine B, essenziale nella formazione dei globuli rossi del sangue per la sua azione sul midollo osseo. Ancora, l’insalata conferisce volume e potere saziante con un apporto calorico estremamente limitato ed assicura anche un certo contributo di vitamine, calcio, fosforo e potassio.

Le carote sono ricche di vitamina A, indispensabile per la salute degli occhi e della pelle, i finocchi, risultano ottimi per combattere la nausea, la digestione difficile e la stitichezza. Nella dieta non vanno trascurati piatti a base di legumi (fagioli, ceci, piselli e lenticchie) perché contengono ferro e sono ricchi di fibre che aiutano l’organismo a smaltire i sovraccarichi migliorando le funzionalità intestinali ma – conclude la Coldiretti – sono anche una notevole fonte di carboidrati a lento assorbimento, che forniscono energia che aiuta a combattere il freddo e il gelo.

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Qualsiasi strategia usata dalle Amministrazioni comunali, che si sono succedute a Palazzo dei Celestini, non è servita a combattere le colonie di piccioni presenti nella città di Mesagne. Animali che svolazzano specialmente nel centro storico, e nelle immediate vicinanze, imbrattando di guano le abitazioni con grande disappunto dei residenti. Neanche l'ultima strategia utlizata dall'assessore all'Ambiente ed Ecologia, Maria Teresa Saracino, la presenza di due falchi, ha sortito l'efffetto sperato. L'esempio è la foto scattata questa mattina sulla facciata della chiesa Matrice dove i piccioni riposano beatemente. Che dire su questa partita il risultato è certo: Piccioni 1 - Amministrazione 0.

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È una questione di giorni e poi riprenderanno i lavori della circonvallazione di Mesagne per eseguire il completamento e costruzione del secondo e terzo lotto. I lavori sono già stati appaltati dalla Provincia di Brindisi alle due ditte che li dovranno eseguire. In questo modo si completerà un asse viario di primaria importanza per la viabilità interna della città di Mesagne che ne gioverà sia in termini di inquinamento acustico sia ambientale. Inoltre, potrà essere realizzato il tanto agognato piano traffico che dovrebbe portare giovamento alla mobilità interna.  Dunque, il tempo di chiudere le verifiche amministrative sulla documentazione delle due ditte stradali e poi prenderà il via la costruzione degli ultimi due tratti della circonvallazione di Mesagne. Il primo lotto interesserà il tratto di strada che va da via Sandonaci a via San Pancrazio mentre il secondo lotto completerà il tratto tra via San Pancrazio e via Torre Santa Susanna. Complessivamente per i due lotti l’investimento della Provincia di Brindisi è di 1 milione e 400 mila euro. Nel novembre scorso il sindaco, Toni Matarrelli, e l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto D’Ancona, avevano incontrato il presidente della Provincia di Brindisi, Riccardo Rossi, dal quale avevano avuto assicurazioni sull’inizio dei lavori previsto per le prime settimane del 2021.

Così è stato. Soddisfatto per la tempistica l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto D’Ancona: “Il completamento della circonvallazione è per noi una panacea poiché decongestionerà moltissimo la nostra città dal traffico in entrata e in uscita proveniente dai paesi dell’hinterland. Ci sono ancora alcuni dettagli da definire, ad esempio lo sbocco diretto sulla Statale 7, ma anche su tale fronte stiamo lavorando con il sindaco Toni Matarrelli”. Soddisfatto dell’inizio dei lavori Mimmo Stella, consulente politico del primo cittadino per il centro storico: “Dopo anni, finalmente, la circonvallazione di Mesagne potrà essere completata. A breve, quindi, si potrà iniziare a lavorare su un piano del traffico che potrebbe contribuire, oltre che a decongestionare il traffico in città, anche a tutelare alcune vie e piazze storiche come via Epifanio Ferdinando, via Borgo antico, la chiesa barocca di Santa Maria in Betlemme, racchiusa tra le piazze, Garibaldi e Cavour che sono da sempre, in perenne sofferenza”. Tuttavia, per la piena fruibilità della strada ci sono da apportare alcuni interventi importanti come, ad esempio, lo spostamento di alcuni pali elettrici dalla sede stradale. Inoltre, sul terzo lotto vi sono degli alberi di olivo secolari, che saranno spostati in altro luogo, C’è anche una grotta di presunta epoca basiliana, servita anche come rifugio per i briganti, scoperta e messa in evidenza dal naturalista Franco Bianco, preoccupato per la distruzione di questa testimonianza storica del territorio.

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OLIO: COLDIRETTI PUGLIA, IN 10 ANNI OLIO +21% MA SENZA MAGAZZINI DI STOCCAGGIO; BENE 5MLN DA MINISTERO PER MUTUI BANCARI. Negli ultimi 10 anni è cresciuta la produzione media di olio del 21% in Puglia, la regione che produce oltre il 50% dell’extravergine italiano, a cui non ha corrisposto una visione strategica, a differenza di quanto avvenuto in Spagna, rispetto alla realizzazione dei magazzini di ammasso e stoccaggio dell’olio e ad una promozione coordinata della filiera dal campo alla tavola. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Puglia sull’andamento del settore olivicolo e oleario in Puglia, in occasione del via libera alla ristrutturazione del settore oleario, con il provvedimento del Ministero delle Politiche Agricole che destina 5 milioni di euro per gli interessi maturati nel 2019 dalle aziende olivicole sui mutui bancari contratti entro il 31 dicembre del 2018.   

“Bene il decreto firmato dal Ministro delle Politiche Agricole Bellanova, in linea con la necessaria strategia coordinata di rigenerazione del settore olivicolo e oleario, a cui va associata una programmazione di lungo periodo per fronteggiare le frequenti crisi di mercato di olive e olio”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. “Resta l’urgenza di costruire finalmente il Piano Olivicolo Nazionale, quando in Spagna ne hanno già fatti 5 e di rivedere – insiste il presidente Muraglia - i rapporti all’interno della filiera, coinvolgendo in prima istanza proprio la grande distribuzione, perché il prezzo allo scaffale di olio extravergine di oliva a 3 euro a bottiglia è inaccettabile”.

“Nonostante la sensibile flessione produttiva registrata nel 2020 che ha dimezzato il raccolto con 101mila tonnellate di olive prodotte, il segmento ha guadagnato in valore rispetto all’anno scorso superando i 650 milioni di euro”, aggiunge Muraglia, segnalando che il settore oleario “è forse quello che ha resistito meglio all’emergenza sanitaria, con un lieve calo dello 0,5% delle esportazioni di olio extravergine pugliese all’estero nei primi 9 mesi del 2020, quando la domanda estera di olio imbottigliato è arrivata soprattutto dagli Usa (+28) e dalla Francia (+42%)”, insiste il presidente Muraglia.

L’Italia è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media negli ultimi 5 anni di 504 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 483 milioni di chili e dagli Stati Uniti con ben 320 milioni di chili.

“A livello regionale e nazionale vanno programmate e realizzate campagne quinquennali di comunicazione, strutturali e adeguatamente finanziate, che promuovano in maniera strategica e coordinata il prodotto simbolo della Puglia che è l’olio extravergine di oliva. Il settore ha bisogno di liquidità e sostegno senza burocrazia”, aggiunge Muraglia.

A sostenere la domanda mondiale sono certamente gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione.

Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio – aggiunge Coldiretti Puglia - si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti, dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa. Tra i prodotti alimentari venduti in offerta più frequentemente ci sono  quelli simbolo della dieta mediterranea che non possono mancare sulle tavole degli italiani e hanno un effetto calamita sui clienti a partire proprio dall’olio di oliva.

Per questo serve intensificare l’attività di controllo e vigilanza anche per evitare che vengano spacciati come nazionali prodotti importati ma è anche necessario al più presto il recepimento della direttiva (UE) 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali del 17 aprile 2019 – continua Coldiretti - per ristabilire condizioni contrattuali più eque lungo la catena di distribuzione degli alimenti, con l’introduzione di elementi contrattuali e sanzionatori certi rispetto a prassi che finora hanno pesantemente penalizzato i produttori.

Occorre approvare la proposta di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, presidente del comitato scientifico della Fondazione Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti, perché i contratti tra gli attori che operano lungo le filiere del cibo sono presupposto di valore per le produzioni locali, di remunerazione dignitosa per gli imprenditori agricoli e di qualità per i consumatori.

A favorire gli arrivi di olio straniero dall’estero è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati – denuncia Coldiretti - è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile. Inoltre spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi che richiamano all’italianità fortemente ingannevoli. I consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.

Un olio extravergine di oliva (EVO) di qualità – conclude Coldiretti Puglia – deve essere profumato all’esame olfattivo deve ricordare l’erba tagliata, sentori vegetali e all’esame gustativo deve presentarsi con sentori di amaro e piccante, gli oli di bassa qualità invece puzzano di aceto o di rancido e all’esame gustativo sono grassi e untuosi. Riconoscere gli oli EVO di qualità significa acquistare oli ricchi di sostanze polifenoliche antiossidanti fondamentali per la salute.

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Oggi a Mesagne si contano 2 nuovi casi a fronte di 6 guariti. Sono 52 le persone attualmente positive, di cui 3 in ospedale ma comunque in buone condizioni generali.

In data odierna il Presidente della Commissione Sanità della Regione Puglia Mauro Vizzino accompagnato dal sindaco di Mesagne Toni Matarrelli hanno incontrato a Roma il Vice Ministro della Salute Pierpaolo Sileri. L’iniziativa è stata promossa dall’onorevole Gianluca Aresta ed era finalizzata ad un primo momento di confronto sull’attuazione territoriale di politiche sanitarie, anche in tema di investimenti nel settore della ricerca e della medicina del territorio.

Ovviamente non sono mancati ampi e dettagliati riferimenti allo stato di emergenza determinato dal covid 19 ed alla situazione epidemiologica riferita alla Puglia. “Da parte del Vice Ministro – afferma il Presidente Vizzino - abbiamo riscontrato ampia disponibilità al dialogo che sarà ancora più approfondito nel corso della visita che lo stesso effettuerà a Mesagne, accogliendo l’invito del sindaco Matarrelli e dell’on. Aresta”.

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi venerdì 8 gennaio 2021 in Puglia, sono stati registrati 11.020 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.349 casi positivi: 400 in provincia di Bari, 122 in provincia di Brindisi, 98 nella provincia BAT, 338 in provincia di Foggia, 120 in provincia di Lecce, 268 in provincia di Taranto, 2 residenti fuori regione, 1 caso di residenza non nota.

Sono stati registrati 27 decessi: 9 in provincia di Bari, 2 in provincia BAT, 1 in provincia di Brindisi, 11 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 3 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati  1.099.615 test.

42.409 sono i pazienti guariti.

53.922 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 98.952, così suddivisi:

38.104 nella Provincia di Bari;

11.228 nella Provincia di Bat;

7.270 nella Provincia di Brindisi;

21.601 nella Provincia di Foggia;

7.808 nella Provincia di Lecce;

12.308 nella Provincia di Taranto;

540  attribuiti a residenti fuori regione;

93  provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

Sono state pubblicate le istruzioni con la tempistica finale per accedere al bando Isi-Inail Agricoltura 2020. Dal 14 e fino al 25 gennaio sarà possibile prendere parte alla seconda fase secondo le modalità tecniche per l’inoltro della domanda online, come da indicazioni Inail. Le imprese che hanno raggiunto o superato la soglia minima di ammissibilità prevista, salvata definitivamente la propria domanda e acquisito il codice identificativo potranno accedere allo sportello informatico e iniziare la procedura di registrazione in vista del definitivo “click day” previsto per il prossimo 28 gennaio. Per la misura sono stanziate risorse pari a 65 milioni di euro, finalizzate ad investimenti nel settore agricolo in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Il finanziamento in conto capitale va da un minimo di 1.000 euro ad un massimo di 60.000 euro e copre il 40% delle spese ammissibili al netto dell’IVA, valore che per i giovani agricoltori sale sino al 50%.

“L’obiettivo è incentivare le micro e piccole imprese che operano nella produzione primaria dei prodotti agricoli ad acquistare macchinari ed attrezzature di lavoro con soluzioni innovative per abbattere in maniera significativa le emissioni inquinanti e, al contempo, conseguire la riduzione del livello di rumorosità o del rischio infortunio o di quello derivante dallo svolgimento di operazioni manuali – dichiara la deputata pugliese Francesca Galizia, componente M5S in Commissione Agricoltura alla Camera –. A disposizione delle aziende pugliesi ci sono 2.843.727 euro suddivisi in due assi di finanziamento: uno indirizzato alla generalità delle imprese agricole, per cui sono previsti poco meno di 2 milioni di euro e uno riservato ai giovani agricoltori, organizzati anche in forma societaria, a cui sono dedicati 870mila euro. Invito le nostre imprese agricole – conclude la deputata Francesca Galizia (M5S) – a non lasciarsi sfuggire questa opportunità per il rinnovo macchinari. Aiutiamo l’ambiente, creiamo innovazione e garantiamo maggiore sicurezza sul lavoro”.

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Nonostante la crisi generata dalla pandemia, export da record in Puglia con un aumento del 18,8% per i prodotti dell’agricoltura e del 3,8% per l’agroalimentare, dove solo il vino segna un trend in controtendenza con il calo del 10,6% delle esportazioni, una perdita causata dall’emergenza Covid che ha raffreddato i mercati con la chiusura forzata dei ristoranti anche all’estero che ha fatto crollare le vendite di vino di qualità nei canali Ho.Re.Ca internazionali. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dell’analisi dei dati ISTAT, che segnalano una buona performance esportativi della Puglia che, però, ha bisogno di essere sostenuta dal Patto per l'export che valorizzi il ruolo di traino svolto da settore agroalimentare con una grande sinergia del sistema Paese coinvolgendo tutti gli attori fondamentali come Cdp, ICE, Sace e Simest. 

“Bisogna recuperare spazi e rapporti con i mercati esteri che hanno subito una battuta d’arresto durante il lungo lockdown a causa del Covid. Intanto, Il bonus ai ristoranti che utilizzano prodotti 100% Made in Italy è importante per sostenere l'intera filiera agroalimentare nazionale dal campi alla tavola che subisce una perdita stimata in 8 miliardi nel 2020 per mancati acquisti di cibi e bevande, a partire dal vino che ha risentito del crollo del turismo e del drastico ridimensionamento dei consumi fuori casa provocati dall’emergenza coronavirus”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Il taglio dei brindisi delle festività natalizie e di fine anno a tavola per effetto del coprifuoco, della chiusura dei ristoranti e dei limiti ai festeggiamenti nella case rischia di dare il colpo di grazia ai consumi di vino e spumanti che nel 2020 fanno registrare un crollo fuori casa del 38% per una perdita complessiva di quasi 230 milioni di euro, aggiunge Coldiretti Puglia.

“Grazie alla azione di Coldiretti sono state adottate varie misure finalizzate a dare liquidità ai produttori e ridurre le giacenze di vini e di uve della nuova vendemmia ma anche sgravi contributivi, incentivi all’acquisto di vino e prodotti italiani, ma vanno finanziate e promosse altre misure incentivanti per sostenere il settore”, afferma Gianni Cantele, responsabile della Consulta Vitivinicola di Coldiretti Puglia

Gli effetti dell’emergenza Covid si ripercuotono sul mondo del vino che per la prima volta in 30 anni in Puglia registra una frenata anche dell’export con un calo dello 0,2% in valore nei primi sei mesi del 2020 con una storica inversione di tendenza, considerato che fino a marzo le esportazioni dei vini pugliesi segnavano +20% rispetto allo stesso periodo del 2019.

“Con quasi 4 cantine su 10 (39%) che fanno registrare difficoltà a seguito dell’emergenza occorre intervenire rapidamente per sostenere le esportazioni, alleggerire le scorte, ridurre i costi e tagliare la burocrazia – aggiunge Cantele – con il preciso dovere di pensare a strumenti per il settore che semplifichino, siano agili e flessibili ed immediatamente fruibili”.

Il successo dei vini di Puglia è il risultato di un mix vincente di fattori che partono dalle potenzialità del terroir e delle varietà autoctone – aggiunge Coldiretti Puglia - passando per le capacità imprenditoriali dei vitivinicoltori pugliesi che hanno portato al boom dei rosati pugliesi, che con un balzo del 17% risultano i più venduti, al secondo posto della classifica di gradimento, seguono solo i rosè della Provenza. La Puglia si sta imponendo anche con gli spumanti, dove grande è la capacità di innovazione dei produttori pugliesi che hanno puntato, soprattutto, sulla distintività e sul legame con il territorio e la cultura locale per vincere la competizione sul mercato globale, facendo concorrenza a territori storicamente imbattibili. La popolarità a internazionale di eccellenze varietali uniche quali Primitivo, Negroamaro, Susumaniello e Nero di Troia, con il successo di vini DOP quali il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino e il Castel del Monte, per citarne solo alcuni, hanno fatto del settore vitivinicolo pugliese – insiste Coldiretti Puglia  - il riferimento per vocazione, capacità di raccontare e promuovere al meglio il territorio, innovazione e grande propensione all’internazionalizzazione.

Il Covid ha inferto un colpo pesante al settore che si aggiunge – precisa Coldiretti Puglia – a quello derivante da blocchi o limitazioni di altre attività che sono direttamente o indirettamente connesse al consumo di vino, come feste, matrimoni, convegni, congressi, fiere e spettacoli.

A livello nazionale la Coldiretti è impegnata nella campagna #iobevoitaliano per promuovere gli acquisti ma serve anche sostenere le imprese con massicci investimenti pubblici e privati anche per la ripresa delle esportazioni con il vino che rappresenta un elemento di traino dell’intero Made in Italy sui mercati mondiali, attraverso un piano strategico per l’internazionalizzazione necessario per sostenere la ripresa.

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NUCLEARE: COLDIRETTI PUGLIA, PARADOSSO IN SALSA PUGLIESE COL DEPOSITO RADIOATTIVO IN AREE PARCO E NATURA 2000 MA E' VIETATO BRUCIARE STOPPIE POTATURA.

E’ paradossale che si immagini di violare l’area Parco e Natura 2000 in Puglia con un deposito di scorie nucleari, quando gli agricoltori non possono bruciare le stoppie dei residui di potatura e sono vincolati nelle aree protette da una lunga serie di vincoli imposti dall’UE per preservare siti di straordinario valore naturalistico, ambientale e paesaggistico. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, che stigmatizza la scelta di individuare Altamura, Laterza e Gravina, tra i siti potenzialmente idonei alla costruzione del Deposito nucleare nazionale, in occasione della riunione dei Sindaci ricadenti nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia con il management dell’area protetta.

“Si tratta di 3 aree circoscritte in zone SIC, ZSC e ZPS e proprio nel Parco nazionale dell’Alta Murgia le attività agroalimentari possono considerarsi tra quelle di maggiore rilevanza economica dell’area distrettuale murgiana che abbraccia la Puglia e la Basilicata con agricoltori eroici che si impegnano quotidianamente a tutelare l’ambiente e il paesaggio”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

E’ concentrato nell’area distrettuale pugliese il 31,6% degli addetti alle imprese lattiero-casearie della Puglia e in quella materana il 21,7% di quelli lucani. Lungo la filiera agroalimentare – aggiunge Coldiretti Puglia - operano 6.298 agricole, 127 di trasformazione, mentre gli addetti sono valutabili in circa 5000 unità, di cui 3000 circa operano nelle fasi agricole, 1000 nella fase industriale e 1000 nella fase terziaria della filiera lattiero-casearia.

“Chiediamo una presa di coscienza e una forte partecipazione al tema, dopo le gravi vertenze ambientali che affliggono il territorio pugliese dall’ILVA di Taranto alla centrale Enel di Cerano, dalla invasione di foreste di pali eolici alle ecomafie, “problemi” che condizionano non solo il reddito e lo sviluppo dell'agroalimentare e del turismo, ma pregiudicano la vita stessa dell’individuo", insiste con forza il presidente Muraglia.

Coldiretti sottolinea l’importanza di un processo trasparente per la necessaria messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, dove le necessarie garanzie di sicurezza – precisa Coldiretti - vanno accompagnate da una forte attenzione al consumo di suolo evitando nuovi insediamenti con il riutilizzo e la bonifica di aree industriali dismesse. L’allarme globale provocato dal Coronavirus – aggiunge Coldiretti Puglia - ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza che vanno difese e valorizzate per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero e creare nuovi posti di lavoro.

La Puglia può contare su 623 specie autoctone vegetali a rischio di estinzione, 276 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 11 prodotti DOP, 9 IGP e 29 vini DOC e 6 IGP, in una regione come la Puglia in prima linea per l'agricoltura green, dove deve essere rispettato e tutelato – conclude Coldiretti Puglia - il territorio, garantendo la sicurezza alimentare e ambientale ai cittadini-consumatori.

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