Redazione

Mesagne. Sorpresi con una pianta e 4 semi di canapa indiana, 1,9 grammi di hashish e 75,41 grammi di marijuana, arrestati. I Carabinieri della Stazione di Mesagne,  a conclusione degli accertamenti, hanno tratto in arresto in flagranza di reato un 42enne e una 36enne del luogo, conviventi, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, a seguito di mirato servizio per la repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti, i militari operanti hanno proceduto alla perquisizione personale e domiciliare presso la loro abitazione dove hanno rinvenuto e posto sotto sequestro una pianta di canapa indiana di 52 grammi, 4 semi di canapa indiana, 1,9 grammi di hashish e 75,41 grammi di marijuana, oltre a vario materiale utile per il confezionamento e un bilancino di precisione. Lo stupefacente era occultato in un contenitore per dolci posto in cucina. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, dopo le formalità di rito, gli arrestati sono stati rimessi in libertà.

 

Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina FacebookPuoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube.   

Per scriverci e interagire con la redazione contattaci   

Caro direttore,

Come abbiamo già spiegato pubblicamente nelle nostre pagine Facebook, non intendiamo intervenire nella “guerra del busto” dedicato al Maresciallo d’Italia Giovanni Messe. Lo mettano dove vogliono, se vogliono. È questione che non ci riguarda: il nostro compito non è quello di schierarci da una parte o dall’altra, ma raccontare senza omissioni e reticenze. Ed è ciò che facciamo da quasi un ventennio scandagliando la documentazione custodita in quei luoghi di studio che gli storici, soprattutto quelli che non scendono mai dalle cattedre, dovrebbero frequentare più spesso: gli archivi.

Chiediamo ospitalità, quindi, soltanto per replicare ad alcune affermazioni contenute nella lettera di Aldo Mola, da voi pubblicata, in cui si fa diretto riferimento al nostro libro “Le menti del Doppio Stato” (Chiarelettere, Milano 2020).

Innanzitutto, le nostre «carte», alle quali Mola fa riferimento senza specificare di che si tratta, sono documenti conservati negli archivi nazionali statunitensi (College Park), italiani (tra questi, l’Archivio Centrale dello Stato) e britannici (Kew Gardens). Dunque, fonti primarie e di grande autorevolezza, dalle quali emerge un Maresciallo molto diverso da quello celebrato in Italia.

Del suo passato fascista a noi importa relativamente, come pure delle sue idee monarchiche. Ciò che invece molti italiani ignorano è che nell’immediato dopoguerra Messe fu uno dei protagonisti – certo non l’unico – della costruzione sotto l’egida dei servizi segreti britannici e del capitano statunitense (anglofilo) James Jesus Angleton (Oss, poi Cia) di un apparato paramilitare clandestino (nulla a che fare con Gladio, che nacque dopo e che, a nostro avviso, aveva anche una sua legittimità) formato da monarchici, ex fascisti, repubblichini, squadroni della morte mafiosi, massoni; e che allungava i suoi tentacoli anche verso formazioni “rivoluzionarie” di estrema sinistra ostili alla dirigenza moderata del Pci di Togliatti.

Un “Doppio Stato” occulto e aggressivo che non aveva come obiettivo la difesa della libertà del nostro Paese da una fantomatica minaccia dell’Armata Rossa. Pericolo inesistente per gli stessi britannici e americani, ma enfatizzato ad arte proprio da quel milieu di cui Messe faceva parte. Ingigantito attraverso operazioni di guerra psicologica per creare consenso intorno ai progetti eversivi contro lo Stato legittimo, rappresentato dai governi di unità nazionale antifascista. Quel milieu perseguì in modo violento – per fortuna con scarso successo, grazie soprattutto alle amministrazioni Usa e alla tenuta dell’asse democristiani-comunisti-socialisti-laici – tre obiettivi ben precisi.

Il primo: impedire il Referendum istituzionale e l’elezione di un’Assemblea Costituente per l’approvazione della Carta dell’Italia post fascista.

Il secondo: smembrare, se fosse stato necessario, la stessa unità politico-territoriale del Paese, giocando di sponda con i servizi segreti britannici (Soe) e in collaborazione attiva con quelli francesi (De Gaulle) e jugoslavi (Tito). Tutti interessati a creare il caos per provocare l’implosione italiana e, di conseguenza, la spartizione della penisola in aree di influenza.

Il terzo: provocare un «lago di sangue», cruda espressione utilizzata in alcuni rapporti degli stessi Servizi italiani. In altre parole, la continua provocazione dei comunisti –  anche armata, attraverso l’eliminazione fisica dei loro dirigenti – per indurli a una reazione violenta e avere così il pretesto di metterli al bando.

I progetti eversivi cominciarono già nell’autunno del 1944 con il tentativo di sterminare con sessanta chili di tritolo il governo Bonomi (strage sventata in extremis dalla Ps) e si conclusero con l’attentato a Togliatti del luglio 1948, il più noto ma soltanto l’ultimo di una lunga serie che ebbe inizio già all’indomani del suo rientro in Italia e la “svolta di Salerno” (marzo-aprile 1944).

Per «vagliarne l’attendibilità e contestualizzarne generi e contenuti», volendo usare un’espressione dello stesso Mola, abbiamo sempre confrontato i documenti di College Park, Kew Gardens, dell’Archivio Centrale dello Stato e del Pci, un partito che attraverso i suoi servizi d’intelligence aveva una percezione in tempo reale di ciò che stava realmente accadendo in Italia. Piaccia o meno a Mola, le informazioni provenienti da tutte queste fonti coincidono.

Ancora qualche osservazione, scusandoci se abusiamo della sua cortesia, caro Direttore.

L’elezione di Messe in Parlamento nelle liste della Democrazia Cristiana, che Mola esibisce come prova della sua democraticità, non riabilita il Maresciallo. Semmai, evidenzia la lungimiranza della strategia della Dc per il contenimento delle spinte eversive, allo scopo di  impedire il “lago di sangue” durante la Guerra fredda. Strategia che aveva un riscontro sul versante opposto, dove Togliatti riuscì in qualche modo a governare le correnti insurrezionaliste di Pietro Secchia e dell’ala militarista del Pci.

Comprensibile la reazione un po’ stizzita di Mola. Si è formato alla scuola di Giovanni Giolitti, il grande statista piemontese che nelle sue memorie raccomandava, «molta prudenza nell’aprire gli archivi» del nostro passato per «non sfatare leggende che sono belle». Se un invito del genere viene accolto da uomini di Stato, che hanno altre cose a cui badare, può essere persino utile. Ma gli storici, i ricercatori e i giornalisti devono fare il loro mestiere, che è diverso da quello dei politici: così funzionano le cose nelle democrazie liberali.

Infine, due parole sul riferimento al «Messe Nero», cioè massone, che Mola esibisce come la “prova regina” della nostra demonizzazione del Maresciallo d’Italia. Se fosse massone o meno, a noi poco importa: contano, ancora una volta, i suoi comportamenti. Ma certo stupisce che, dopo aver a lungo scorso l’indice dei nomi della “Storia della Massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni”, più di mille pagine scritte da Mola, non compaia mai, per esempio, il nome di Giuseppe Cambareri, una sorta di Licio Gelli ante litteram a cui il milieu di Messe era connesso. Cambareri, fior di massone, fu l’uomo di collegamento fra tutte le componenti eversive del “Doppio Stato”.

Cambareri – a cui Silverio Corvisieri ha dedicato un ottimo volume (“Il mago dei generali”, Odradek, Roma 2001) – lavorava per Angleton e il Secret Intelligence Service britannico proprio negli anni in cui si stava formando il “Doppio Stato”: un prototipo fabbricato nel «laboratorio clandestino italiano» negli anni ricostruiti nel nostro libro ed esportato poi in altre parti del mondo, a cominciare dal Cile di Pinochet, nel corso della Guerra Fredda. Come si legge anche in molti studi e saggi scritti da storici, giornalisti, diplomatici e uomini d’intelligence del mondo anglosassone. E come racconta nella sua autobiografia l’ex direttore della Cia, William Colby, tanto per citare un nome.

Ma ci fermiamo qui. Meglio non sfatare troppe «leggende che sono belle».

Grazie per l’ospitalità.

Mario J. Cereghino e Giovanni Fasanella

 

Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina FacebookPuoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube.   

Per scriverci e interagire con la redazione contattaci   

Negli ultimi giorni è stata intensificata nella Città di brindisi l’attività di prevenzione con l’impiego di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Lecce.

Proprio nell’esecuzione dei compiti istituzionali, nella tarda serata di ieri, le Volanti intervenivano con solerte tempestività nel quartiere residenziale Santa Chiara dove, in via Bezzecca, era stata udita l’esplosione di un grosso petardo. Sul posto, il personale constatava la fuga di una fiat punto che, inseguita per le vie del quartiere, veniva bloccata dopo qualche minuto. L’inseguimento produceva il fermo di G.A., già noto alle forze dell’ordine, segnalato per possesso di sostanza stupefacente.

È in corso l’accertamento dei fatti da parte degli uffici investigativi della locale Questura.

----------------
Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina
Facebook. Puoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube
Per scriverci e interagire con la redazione
contattaci  

DIDATTICA A DISTANZA – ARESTA (M5S): “IN ARRIVO 36MILA EURO ALLE SCUOLE DI MESAGNE PER TABLET E CONNESSIONI”. “La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha firmato il decreto che assegna alle scuole gli 85 milioni di euro per la didattica digitale integrata stanziati dal ‘Decreto Ristori’ nel Consiglio dei Ministri del 27 ottobre scorso. I fondi serviranno agli Istituti scolastici per l’acquisto di dispositivi digitali e strumenti per le connessioni da fornire in comodato d’uso alle studentesse e agli studenti meno abbienti. “Lo afferma Giovanni Luca Aresta, deputato mesagnese del M5S.

“Gli 85 milioni –prosegue Aresta-  sono stati distribuiti tenendo conto del numero di alunni di ciascun istituto e dell’indicatore Ocse Escs che consente di individuare le scuole con un contesto di maggiore disagio socio-economico e dove sono meno diffuse le dotazioni digitali. Lo stesso parametro era stato utilizzato a marzo per la distribuzione delle risorse per la didattica digitale previste dal decreto ‘Cura Italia’. Questo nuovo stanziamento potrà consentire a livello nazionale alle scuole l’acquisto, di oltre 200mila nuovi dispositivi e oltre 100mila connessioni.”

Aresta ricorda “che sono quasi 6 milioni e 700mila euro le risorse stanziate per gli istituti scolastici della regione Puglia, di cui oltre 640 mila destinati alle scuole della provincia di Brindisi.  Sono una sessantina gli istituti della nostra provincia che potranno accedervi e riceveranno ognuno risorse proporzionate alla consistenza della popolazione studentesca.”

“Nello specifico della città di Mesagne - precisa il parlamentare- riceveranno rispettivamente 7.244 euro e 7.160 euro il 1 Circolo Didattico “G.Carducci” e il 2 Circolo Didattico “Giovanni XXIII”. All’Istituto Statale Superiore Epifanio Ferdinando sono assegnati 11.013 euro mentre per la Scuola Secondaria di 1 grado “Materdona-Moro” sono stanziati 10.677 euro. In totale gli istituti scolastici di Mesagne avranno a disposizione per il potenziamento della didattica a distanza 36.094 euro.”

“La chiusura delle scuole – conclude Aresta- rischia di rappresentare un danno irreparabile per le nuove generazioni. Se le superiori ragioni di salute pubblica ci obbligano a ciò - anche se proveremo a salvaguardare le lezioni in presenza per le scuole dell’obbligo – è necessario che tutti gli studenti abbiano eguale accesso almeno alla didattica a distanza. Questo provvedimento si muove nella direzione di colmare il divario digitale che c’è tra zona e zona, oltre ad aiutare chi, per il reddito dei propri genitori, non è in possesso dell’attrezzatura necessaria né dell’accesso alla connessione alla rete.”

 

Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina FacebookPuoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube.   

Per scriverci e interagire con la redazione contattaci   

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi martedì 3 novembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 5.955 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.163  casi positivi: 716 in provincia di Bari, 61 in provincia di Brindisi, 117 in provincia BAT, 115 in provincia di Foggia,45 in provincia di Lecce, 101 in provincia di Taranto, 7 attribuiti a residenti fuori regione. 1 caso di provincia di residenza non nota.

Sono stati registrati 12 decessi: 1 in provincia Bat, 11 in provincia di Foggia.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 573.063 test.

6.813 sono i pazienti guariti.

13.525 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 21.091, così suddivisi:

8760 nella Provincia di Bari;

2304 nella Provincia di Bat;

1408 nella Provincia di Brindisi;

4925 nella Provincia di Foggia;

1492 nella Provincia di Lecce;

2050 nella Provincia di Taranto;

151 attribuiti a residenti fuori regione;

1 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti. 

 

Dichiarazioni Antonio Sanguedolce e Pier Luigi Lopalco:

 “Il dato della Asl Bari – spiega il DG Antonio Sanguedolce - risente del recupero di numerose schede non inserite negli ultimi giorni nei sistemi informatici ed è stato riallineato nella giornata di oggi”.

“Quello di oggi - chiarisce il prof. Pier Luigi Lopalco, assessore alle Politiche della Salute - non rappresenta un picco, perché centinaia di casi riportati nel bollettino si riferiscono a positività emerse nel corso degli ultimi giorni e immesse oggi nel sistema”.

 

Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina FacebookPuoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube.   

Per scriverci e interagire con la redazione contattaci   

Nei prossimi giorni firmeranno il contratto con la Asl Brindisi 34 medici che faranno parte di cinque Usca, le unità speciali di continuità assistenziale, operative nella provincia di Brindisi per la gestione domiciliare dei pazienti Covid. Lo annuncia il direttore sanitario della Asl, Andrea Gigliobianco.

“All’avviso pubblico della Asl per medici Usca - spiega il dottor Gigliobianco - hanno partecipato in maggioranza medici con incarico di continuità assistenziale. Con questi nuovi professionisti formeremo cinque Usca che si aggiungeranno a quella già attiva sul territorio che dispone di sei medici e ha sede a Ceglie Messapica. Ogni squadra, in base alle indicazioni del decreto ministeriale - aggiunge il direttore sanitario - è composta da due medici, ma noi stiamo reclutando anche personale infermieristico per creare équipe miste con un medico e un infermiere”.

Gigliobianco sottolinea, infine, che “almeno dieci medici che hanno dato la propria disponibilità e sono stati inseriti nella graduatoria Usca verranno chiamati per rafforzare l’attività del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della Asl, particolarmente impegnato in questa fase nella sorveglianza sanitaria e nel tracciamento dei contatti dei casi positivi al Covid”.

 

Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina FacebookPuoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube.   

Per scriverci e interagire con la redazione contattaci   

Nuovi fondi a disposizione delle scuole pugliesi: oltre sei milioni di euro per l’acquisto di pc e dispostivi digitali. Per la provincia di Brindisi le risorse stanziate dal Governo sono di 660 mila euro. E’ l’on. Valentina Palmisano (M5S) ad annunciare la nuova iniziativa del Ministero della Pubblica Istruzione, che interessa l’intera Penisola. 

I fondi serviranno agli Istituti scolastici per l’acquisto di strumenti utili alla didattica digitale da fornire in comodato d’uso alle studentesse e agli studenti meno abbienti.

«La presenza del Governo in questo momento difficile è tangibile giorno dopo giorno, soprattutto in un settore di fondamentale importanza per la società, come la scuola. Un interesse dal Nord a Sud dell’Italia che coinvolge, anche, la Puglia. In particolare, poi- spiega l’on. Valentina Palmisano- per la provincia di Brindisi saranno 60 gli istituti scolastici che potranno beneficiare di queste somme». Risorse distribuite tenendo conto del numero di alunni di ciascun istituto e dell’indicatore Ocse Escs che consente di individuare le scuole di ogni ordine e grado, con un contesto di maggiore disagio socio-economico in sono meno diffuse le dotazioni digitali.

«Somme importanti che andranno alle scuole della città capoluogo, ma anche in Comuni più grandi come Francavilla Fontana, Ostuni e Fasano, e negli altri centri più piccoli. E’ stato portato avanti - conclude la parlamentare brindisina- un lavoro puntuale ed attento alle esigenze di ogni singolo territorio. Un percorso virtuoso, nonostante le immancabili difficoltà di questo contesto storico, che proseguirà anche nelle prossime settimane. Il processo di digitalizzazione all’interno degli istituti scolastici, infatti, sarà costantemente implementato per garantire a tutti le stesse opportunità».

----------------
Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina
Facebook. Puoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube
Per scriverci e interagire con la redazione
contattaci  

MESAGNE - Tenuto conto dei provvedimenti restrittivi relativi all'emergenza sanitaria in corso, la “Festa dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate” si celebrerà domani, mercoledì 4 novembre,
con una formula diversa rispetto al passato. Alle ore 10, la città di Mesagne onorerà la memoria delle vittime di guerra e il valore dei principi costituzionali di pace con la deposizione di una corona di
fiori presso il Monumento ai Caduti sito all’interno del Cimitero comunale. E’ prevista la partecipazione del sindaco Toni Matarrelli e del presidente del Consiglio Comunale, Omar Ture.
 

Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina FacebookPuoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube.   

Per scriverci e interagire con la redazione contattaci   

Brindisi, 03.11.2020    

A S.E.
Il Prefetto di Brindisi

In qualità di Segretario della CGIL di Brindisi desidero esprimere il più caloroso benvenuto alla Dr.ssa Carolina Bellantoni, inviata a rappresentare il Governo nella Provincia di Brindisi.

Un territorio complesso, con una storia di accoglienza, con straordinarie potenzialità, ma attraversato dalla crisi economica dell’ultimo decennio, oltre che da importanti riconversioni industriali, ed ora assoggettato anche agli effetti della pandemia in corso.

Da anni, purtroppo, si registrano indici negativi rispetto a situazioni di grave disagio quali, solo per citare i più significativi, povertà, disoccupazione, dispersione scolastica, criminalità organizzata. Ciò’ nonostante siamo fermamente convinti di poter superare tale condizione.

In questo contesto sarà possibile ottenere grandi risultati per il nostro territorio solo attraverso una collaborazione sinergica, e l’auspicio è che la competizione economica punti al giusto riconoscimento dei diritti dei lavoratori, in modo tale da non creare un generale impoverimento sociale della collettività.

Confido in un percorso di collaborazione tra le Istituzioni e le forze di rappresentanza sociale per la difesa dei valori della legalità, della lotta a tutte le organizzazioni criminali, della coesione sociale e del dialogo nell'interesse primario dei cittadini.

Formulo al nuovo Prefetto, in rappresentanza della Camera del Lavoro di Brindisi, le più vive congratulazioni e gli auguri di buon lavoro per il nuovo prestigioso incarico che Le è stato conferito.

Distinti saluti            

Il Segretario Generale
Antonio Macchia

                                                     

COVID: COLDIRETTI PUGLIA, SOSTEGNO AD ANZIANI CON ‘LOCKDOWN GENERAZIONALE’; SOLDI FINITI ENTRO NATALE BOMBA SOCIALE CON PENSIONI MINIME. Serve una stretta sulle azioni di sostegno agli anziani sottoposti al cosiddetto ‘lockdown generazionale’, in un momento in cui più di 1 pensionato su 3 (37,8%) finirà i soldi e si troverà senza risparmi per pagare cibo, riscaldamento e debiti vari entro Natale, innescando una vera e propria bomba sociale. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in relazione al prossimo DPCM con l’ipotesi di limitazioni per le persone che hanno più di 70 anni, le più esposte al contagio.

La crisi generata dagli effetti del Coronavirus ha peggiorato soprattutto la condizione degli anziani a basso reddito, con un esercito di nuovi poveri di cui circa 1/3 è rappresentato da uomini e donne con più di 65 anni – aggiunge Coldiretti Puglia - che non possono pagarsi un pasto completo o le bollette di luce e riscaldamento. 

“E’ grave il disagio avvertito dagli anziani lavoratori autonomi come gli agricoltori, costretti a vivere con pensioni spesso al di sotto di 515 Euro mensili e, quindi, ai limiti della fascia di povertà, e con uno Stato Sociale sempre meno attento ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie. Altro punto cruciale la chiusura di molti ospedali, ubicati prevalentemente nelle aree interne e svantaggiate, dove più forte è la presenza degli anziani, desta molte preoccupazioni nelle fasce più deboli della popolazione”, dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. “Secondo i dati dell’analisi territoriale dell’Istat sui trattamenti pensionistici, esiste inoltre una disparità di trattamenti nelle aree rurali, alla quale si aggiunge la carenza di servizi sociali che rende più complessa la vita degli anziani”, insiste Muraglia.

In Puglia sono circa 210 mila i pensionati del lavoro autonomo, tra cui ben 63 mila coltivatori diretti, con un’altissima percentuale di pensioni integrate al minimo che non superano i 515 euro al mese – aggiunge Coldiretti Puglia – che stanno vivendo un momento di grande difficoltà, ma che, nonostante tutto, sono impegnati nel presidio territoriale nelle aree rurali, dove sono spesso il motore di iniziative ed esperienze culturali e di solidarietà.

“Al fine di una migliore programmazione socio-sanitaria – spiega Angelo Marseglia, presidente dell’Associazione regionale dei Pensionati di Coldiretti – abbiamo proposto l’istituzione di un tavolo regionale della terza età presso l'assessorato al welfare, al fine di condividere le scelte per la riformulazione del piano regionale delle politiche sociali e darne piena attuazione negli ambiti territoriali pugliesi. I continui tagli apportati alla spesa sociale, la notevole riduzione del Fondo per la non autosufficienza stanno scaricando sulle famiglie l’inadeguatezza dei servizi pubblici per gli anziani e per i non autosufficienti e stanno minando la stessa qualità della vita dei nostri pensionati, una risorsa e un patrimonio da salvaguardare”, aggiunge Marseglia.

La presenza degli anziani all’interno della famiglia in generale, e di quella agricola in particolare, è stata considerata come una forma arcaica da superare mentre con la crisi – sostiene Coldiretti Puglia – si sta dimostrando fondamentale per affrontare le difficoltà economiche e sociali di molti cittadini. La solidarietà tra generazioni sulla quale si fonda l’impresa familiare è – aggiunge Coldiretti Puglia – un modello vincente per vivere e stare bene insieme e non un segnale di arretratezza sociale e culturale come è stato spesso affermato.

Le pensioni aiutano i bilanci per più di una famiglia su tre con la presenza dei nonni in casa che viene giudicata positivamente per il contributo economico e sociale che sono in grado di offrire in un momento di difficoltà.

Da qui la necessità di intervenire per recuperare il potere di acquisto delle pensioni più basse – afferma Coldiretti Puglia – eliminare ogni forma di discriminazione fra lavoratori dipendenti ed autonomi anche per quanto attiene gli assegni familiari, riconoscere un sostegno per le famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza, definire i livelli essenziali di assistenza, potenziare i servizi di prevenzione presso gli ambulatori di medicina generale allo scopo di assicurare, agli anziani a basso reddito, gli accertamenti diagnostici in forma ambulatoriale, con riduzione delle liste di attesa, dei ricoveri in ospedale e della spesa sanitaria.

Va anche riconosciuto un sostegno alle famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza. E’ evidente – aggiunge Coldiretti Puglia – l’insostenibilità sociale della situazione a carico dei coltivatori pensionati e delle loro famiglie, sui quali si vanno sempre più scaricando i disservizi e le insufficienze dell’intervento pubblico.

 

Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina FacebookPuoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube.   

Per scriverci e interagire con la redazione contattaci