COLDIRETTI PUGLIA, BENE SEQUESTRO 34 TON CONSERVE CON FALSA INDICAZIONE ‘IGP CARCIOFO BRINDISINO’

Marzo 26, 2024 991

CONTROLLI: COLDIRETTI PUGLIA, BENE SEQUESTRO 34 TON CONSERVE CON FALSA INDICAZIONE ‘IGP CARCIOFO BRINDISINO’ E OLTRE 2 TON  ORTAGGI STRANIERI; STRETTA PIANO STRAORDINARIO PER GRANO

Bene le operazioni dell’ICQRF contro i pirati del Made in Italy con il sequestro in Puglia di 34 tonnellate di conserve vegetali con diverse irregolarità, tra cui l'evocazione della IGP Carciofo Brindisino sull’etichetta di migliaia di sottoli, che sarebbero finiti nel mercato nero delle produzioni protette, così come gli ortaggi e i funghi stranieri spacciati per tricolore, per cui serve anche una stretta al piano straordinario di controlli sul grano straniero che arriva per mare. E’ Coldiretti Puglia che plaude all’operazione dell’ICQRF Sud est, in collaborazione con i NAS dei Carabinieri di Taranto, per il sequestro di 34 tonnellate di conserve vegetali a causa di varie irregolarità, tra cui l'evocazione della IGP Carciofo Brindisino, nell'etichettatura di migliaia di confezioni di conserve, ma anche ai controlli operati dai Carabinieri del Comando Tutela Agroalimentare che hanno portato al sequestro in tre diverse operazioni di 902 kg di carciofi, provenienti dalla Tunisia per mancata tracciabilità, 745 kg di zucchine provenienti dal Marocco, in cattivo stato di conservazione e 593 kg di funghi di origine cinese per violazioni inerenti all'etichettatura.

La stretta sui controlli è fondamentale anche nei porti, dove sono ingenti gli sbarchi quotidiani di grano di provenienza estera, dal grano di Putin a quello turco ma anche canadese fatto seccare con il glifosato, anche intercettando le triangolazioni, considerato che già  nel 2023 le importazioni di grano russo e turco sono aumentate rispettivamente del +1164% e del +798%, secondo un’analisi del Centro Studi Divulga, un fenomeno mai registrato nella storia del nostro Paese, per cui i prezzi del grano italiano sono crollati del 60% su valori al di sotto dei costi di produzione che mettono a rischio il futuro di migliaia di aziende agricole.

Dai carciofi egiziani all’uva e alle arance del sud Africa, mai così tanto cibo straniero è arrivato in Puglia che risulta  la prima regione del sud per importazioni di prodotti agricoli e agroalimentari dai Paesi extra UE con un aumento del 66% nel 2023 che hanno raggiunto quasi i 3 miliardi di chilogrammi di prodotti agricoli contro 1,7 miliardi del 2022, una concorrenza sleale – insiste Coldiretti Puglia – alle produzione agroalimentari del territorio e ai redditi degli agricoltori.

Ma a pesare ci sono anche gli accordi commerciali agevolati che portano in Italia prodotti coltivati spesso con l’uso di pesticidi vietati nell’Unione Europea – denuncia Coldiretti – che fanno concorrenza sleale ai prodotti italiani, deprimono i prezzi pagati ai produttori e rappresentano una minaccia per la salute dei cittadini. Si va dal riso asiatico che viene coltivato utilizzando il triciclazolo, potente pesticida vietato nell’Unione Europea dal 2016, ma entra in Italia grazie al dazio zero, alle lenticchie canadesi, anch’esse fatte seccare con il glifosato, che rappresentano i 2/3 del totale importato nel nostro Paese. Ci sono poi le arance egiziane, oggetto di notifiche dal Rassf, il sistema di allerta rapido dell’Ue, per la presenza di Clorpirifos un pesticida bandito nell’Unione Europea dal 2020; le nocciole turche su cui pesa anche l’accusa del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti di essere coltivate con lo sfruttamento del lavoro minorile; i limoni argentini coltivati usando pesticidi tra cui propiconazolo, vietato dal 2019. Senza dimenticare il concentrato di pomodoro cinese che costa la metà di quello tricolore grazie allo sfruttamento dei prigionieri politici e fa abbassare le quotazioni del prodotto nazionale.

I cibi e le bevande stranieri sono oltre dieci volte più pericolosi di quelli made in Italy, con il numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari oltre i limiti di legge che in Italia è stato pari al 6,4% nei prodotti di importazione, rispetto alla media dello 0,6% dei campioni di origine nazionale, secondo i dati dell’ultimo Rapporto pubblicato da Efsa nel 2023 relativo ai dati nazionali dei residui di pesticidi.

E’ necessario un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano gli standard che devono rispettare gli agricoltori in Italia – conclude Coldiretti - garantendo il principio di reciprocità delle regole, poiché questa concorrenza sleale mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole.

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