Vendemmia: quantità poca, ma di gran qualità

Agosto 19, 2024 611

Poca uva, ma di ottima qualità. Si può ridurre in queste poche parole l’andamento enologico della vendemmia 2024 che è iniziata nei primissimi giorni di agosto con il taglio delle uve precoci, ad esempio lo Chardonnay, e quelle per la base spumante. Complessivamente il calo, per le uve a bacca bianca, dovrebbe aggirarsi intorno al 30 per cento confronto alla produzione degli anni precedenti, escluso il 2023 poiché caratterizzato dal flagello della peronospora. In ogni modo, è bene attendere la fine della vendemmia per stilare il bilancio consuntivo. Naturalmente il calo produttivo è dovuto alla siccità che da diversi mesi sta asfissiando il Salento. Ma, c’è da sottolineare che se da una parte si sta avendo un sostenuto calo produttivo dall’altra si sta riscontrando una gradazione zuccherina molto alta che fa presagire che il prodotto che si sta ottenendo negli stabilimenti vinicoli sarà di ottima qualità.

Di conseguenza si spera in remunerativa commercializzazione dei vini in ambito nazionale e internazionale. “Quest’anno, così come lo scorso anno, la produzione viticola sarà fortemente condizionata dai cambiamenti climatici poiché usciamo da un lungo periodo di siccità che ha inciso sull’evoluzione fenologica delle viti – ha spiegato Giovanni Ripa, presidente provinciale di Coldiretti -. Inoltre, dove non è stato possibile effettuare alcuna irrigazione di soccorso, riscontriamo delle piante con un forte stress idrico che manifestano una serie di difficoltà a portare a compimento la maturazione. Al contrario dove è stato possibile effettuare una irrigazione di soccorso riscontriamo piante in ottima salute con un processo di maturazione equilibrato. Il lungo periodo di siccità ha purtroppo condizionato l’andamento fenologico delle piante determinando un forte anticipo di maturazione”. In alcune realtà territoriali le aziende agricole, d’intesa con le strutture di vinificazione, stanno vendemmiando la notte per abbassare il rischio dello stress termico. È importante programmare con gli stabilimenti – ha proseguito il presidente Ripa – la quantità di uva da ricevere giornalmente, gli orari di ingresso, il tutto per agevolare il processo di vinificazione delle uve”. In alcune zone del Brindisino le aziende stanno provando a vendemmiare anche piccole quantità di uve a bacca rossa come il Negramaro, il Susumaniello e il Primitivo che hanno subito un particolare stress termico. “Si tratta di vitigni, dove non è stato possibile attuare un’irrigazione di soccorso e che rischiano di non arrivare a compimento”, ha precisato Ripa. La gradazione zuccherina delle uve campionate in campo ad oggi si aggira mediamente ad oltre 18 gradi.

“Se non ci saranno sorprese – ha confermato Ripa - nei prossimi giorni avremo un prodotto di ottima qualità dal quale produrremo dei vini eccellenti che dovrebbero incrementare il prezzo di vendita. È l’augurio che faccio a me e a tutti i colleghi viticoltori”. Valutazioni simili ci arrivano anche da Confagricoltura. “Non è un quadro omogeneo quello che si presenta oggi sul fronte viticolo – ha affermato il presidente della Federazione nazionale Vino di Confagricoltura, Federico Castellucci - e mai come quest’anno è difficile fare previsioni generali attendibili, sebbene le premesse siano nel complesso buone. Ciò che accomuna il comparto è invece la preoccupazione per l’andamento del mercato, con la conferma dei segnali di flessione di inizio anno che non aiutano a smaltire le giacenze, nonostante gli scarsi volumi della vendemmia 2023”.

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Il presidente onorario di Cantine Due Palme, Angelo Maci, è già al timone della sua nave e in questi giorni sta vendemmiando le uve precoci.
“Questa annata verrà certamente ricordata come una delle più precoci di sempre, la vendemmia si apre con 15 giorni di anticipo rispetto allo scorso anno per le uve chardonnay ed il Negroamaro destinato alle nostre basi spumante”.
Quali sono presidente le cause di questo anticipo.
“Le cause vanno ricercate nelle anomalie climatiche che hanno interessato questa annata: le scarse piogge, le alte temperature e la grande esposizione solare che ha caratterizzato l’intera fase vegetativa e di maturazione deli nostri vigneti. I venti freschi e secchi provenienti da nord stanno favorendo areazione fra la vegetazione e i grappoli, cosa molto positiva poiché diminuisce l’umidità sfavorendo gli attacchi fungini e promuove una buona maturazione del grappolo”.
La siccità tuttavia rappresenta un problema sempre più evidente.
“Certamente, in molti casi è necessario ricorre all’irrigazione per permettere alla vite di non soffocare e questo grava sulla sostenibilità della filiera oltre che sui costi di gestione”.
Secondo lei cosa bisognerebbe fare.
“È necessario investire nella ricerca per trovare soluzioni atte ad adeguare la viticoltura ad un sempre più concreto cambiamento climatico. A tale scopo 3 anni fa abbiamo avviato, in collaborazione con l’Università degli studi Lecce, i Vivai Rauscedo e l’Assessorato Regionale, un progetto di ricerca che ha previsto la realizzazione di un vigneto sperimentale di 3 ettari, in cui sono state piantate diverse combinazioni di vitigni autoctoni ed internazionali e portinnesti caratterizzati da adattamento a condizioni di scarsa disponibilità idrica. Il nostro obiettivo è quello di individuare la combinazione che meglio si adatta alle nuove sfide climatiche per replicare poi in pieno campo”.
Che risultati state avendo.
“Già ad oggi si possono apprezzare incisive evidenze: le prove sperimentali sono arrivate a maturità senza irrigazione e fra le diverse combinazioni si apprezzano differenze evidenti e siamo quindi fiduciosi che gli studi che stiamo svolgendo porteranno a grandi risultati. Nel campo sperimentale sono oggetto di studi anche le nuove varietà resistenti ad oidio, peronospora e botrite. Organizzeremo quanto prima una conferenza stampa in presenza di tutti gli enti coinvolti per presentare ufficialmente il progetto e comunicare i primi dati raccolti”.
Torniamo a noi. Come sono i primi prodotti enologici ottenuti.
“Le prime fermentazioni dei mosti di Chardonnay e Negroamaro atto a base spumante a cui stiamo assistendo svelano ottimi profumi, hanno un buon tenore di azoto ed acidità sostenuta. Anche per le varietà a bacca rossa si assiste ad una buona maturazione, al rapido aumentare del grado zuccherino si accompagna un buon tenore di acidità totale, fondamentale per la produzione di vini longevi e di alta qualità. Salvo imprevedibili capricci di madre natura, si preannuncia un’ottima vendemmia”.

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