è intervenuto a Bisceglie, presentando il suo libro: «In guerra con il passato. Le falsificazioni della storia», edito da Rizzoli. In una intervista al Corriere del Mezzogiorno del 27 agosto 2017 ha affermato: «Visitare la storia e il passato, formandosi categorie per comprendere meglio quello che è successo in altre epoche, ci aiuta a capire il presente e ad avere gli strumenti per leggere la realtà, senza vagare come un mare di dispersi dopo una esplosione atomica». A proposito poi della Giornata della memoria delle vittime del Sud in seguito all’Unità d’Italia che tanto ha fatto e sta facendo discutere, ha detto: «Un giorno della memoria che metta l’annessione del Sud sullo stesso piano di foibe o Olocausto mi sembra eccessivo, ma che vada dedicata una attenzione pubblica più equilibrata a questo capitolo storico mi sembra una esigenza più che auspicabile. Che vada ospitata nei libri di storia “anche” la versione di chi ritiene che l’Unità sia stata una annessione con forzature mi sembra importante». Al riguardo vorremmo ricordare l’articolo scritto da Enzo Poci, e pubblicato dal nostro giornale nella sezione «Rubriche, cose e memorie di Mesagne», dal titolo «La giornata della memoria, l’Unità d’Italia, il sud e il brigantaggio», che raccomandiamo alla lettura dei signori docenti delle scuole di ogni ordine grado in modo da poterne discutere con gli alunni. In questo articolo l’Autore mette in evidenza che l’Unità d’Italia si doveva fare, però non così come è stata fatta. L’approvazione poi della legge Pica per debellare il brigantaggio è stata una legge iniqua e in quella occasione il neo Stato Italiano ha dimostrato di non essere uno stato liberale. Elenca inoltre alcune modalità con cui la stessa Unità è stata realizzata e che possono essere oggetto di riflessione.
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