intorno alle ore 17 è deceduto l’ex sindaco Vincenzo Incalza, uomo di grande vedute, del dialogo, stimato dai suoi concittadini proprio per il carattere benevolo che ha caratterizzato anche le sue due legislature. Aveva 81 anni. In particolare di lui si ricorda la battaglia intrapresa e vinta, come difensore civico del Comune di Mesagne, contro la tassazione del Consorzio di Bonifica dell’Arneo. Il sindaco Incalza da tempo combatteva la sua battaglia per la vita. Lascia la moglie e quattro figli. Le esequie si svolgeranno oggi pomeriggio alle ore 16,30 nella chiesa Matrice partendo dall’abitazione della famiglia in via Duca Asparra. Nato a Francavilla Fontana, e trasferitosi successivamente a Mesagne, nella sua vita professionale è stato prima impiegato, poi dirigente e direttore generale dell’ente esattoriale cui non ha risparmiato energie. Durante tale periodo aveva strizzato l’occhio alla politica divenendo assessore della Democrazia cristiana durante la legislatura del sindaco Elio Bardaro. Una volta in pensione ha dedicato parte del suo tempo alla politica per ben due volte, infatti, si è candidato sindaco, per una coalizione di centrodestra battendo, dopo numerosi lustri di cui era alla guida della città, il centro sinistra con i candidati Cosimo Faggiano, prima, e Carmelo Molfetta, poi. Nel 2007 Enzo Incalza aveva battuto il candidato sindaco del centrosinistra, Cosimo Faggiano, con una percentuale di voti del 53,68 per cento contro un 46,32 per cento. Tuttavia, si era venuta a creare la classica situazione, in gergo conosciuta come “l’anatra zoppa”, in cui il candidato sindaco di centrodestra si era trovato a capo di una coalizione di centrosinistra, che non permise a Incalza di poter svolgere il mandato sindacale e, dopo alcune settimane, fu sfiduciato in Consiglio comunale dai consiglieri di centrosinistra. Si aprì per la città un lungo periodo di commissariamento. In ogni modo tale situazione aveva, di fatto, rinforzato le forze del centrodestra che nel 2008 ci riprovarono a ritornare a Palazzo dei Celestini guidati da Incalza. Questa volta si era trovato di fronte l’avvocato Carmelo Molfetta, a capo della coalizione di centrosinistra. L’ex primo cittadino era riuscito a batterlo al ballottaggio con una percentuale del 54,84 per cento, pari a 9.447 voti. Molfetta si era fermato al 45,16 per cento, pari a 7.778 voti. La percentuale dei votanti è stata del 68,547. Per il secondo anno consecutivo, dunque, i mesagnesi avevano espresso con chiarezza la loro volontà dicendo, attraverso la segretezza del voto, che volevano essere guidati da Incalza. Appresa la notizia i suoi amici, ex collaboratori, si sono stretti intorno alla famiglia. Nessuno ha avuto voglia di commentare la sua dipartenza. Chi lo ha voluto ricordare è stato il sindaco Pompeo Molfetta, peraltro suo medico, che appresa la notizia si è recato a porgere le condoglianze sue e della città alla famiglia. “Viviamo con profondo rammarico la morte di una persona straordinaria che ho conosciuto come persona essendo stato per anni il suo medico – ha spiegato il sindaco Molfetta -. Incalza ha affrontato il suo calvario, la sua sofferenza protratta con stile, dignità, sobrietà, rassegnazione e una fede incrollabile. Nella sua vita ha avuto un grande senso civico e rispetto per i bisogni dei cittadini. Uomo mite e buono con uno spessore umano non comune”.
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