in onore della Vergine del Carmelo, patrona, protettrice e avvocata della città di Mesagne. Sono ben 498 anni che, sotto il regno di Carlo V, che la città chiamò i frati Carmelitani per costruire un convento accanto ad una diruta chiesetta del 1305 dedicata a San Michele Arcangelo; i frati Carmelitani si adoperarono subito per ampliare la chiesetta e costruire il convento. Sia l’autorizzazione regia che quella papale per l’apertura del convento risalgono al 1521. Com’era costume dei rati Carmelitani, questi dedicarono una delle cappelle alla Vergine del Monte Carmelo. In questi secoli sono tante le tradizioni che sono state istituite. Come, ad esempio, per le strade appendere i lampioncini colorati illuminati che accolgono processioni e devoti che per tre giorni festeggiano la Matonna ti lugliu. Oppure portare a spalla la statua della Vergine che era una ghiotta occasione per chi avesse da espiare un voto o semplicemente volesse mostrarsi al paese; per questo c’era competizione, anticamente a suon di sacchi di grano, tra chi si proponeva di portare la statua. La fešta era anche occasione per sfoggiare l’ultimo vestito alla moda, spesso cucito apposta. Il pranzo era da giorno importante: racù ti brascioli ti pašturedda o ti iaddu per condire li štacchioddi ti cruessu, le orecchiette, e sopra una generosa spolverata ti casuricotta. Durante la fešta era tradizione consumare la menza pagnotta e la scapeci; la menza pagnotta era mezzo filoncino di pane tagliato a metà, imbottito con tonno, mortadella, provola piccante e un peperone lombardo tago sottoaceto; la scapèci altro non era che pesce azzurro marinato in aceto e ricoperto con pan grattato, aglio e zafferano; talvolta per la povera gente era la sola occasione per mangiare certi cibi. La fešta era tenuta in piazza Porta Crandi, largo Scarano, l’attuale villa comunale, e lungo la via della stazione ferroviaria. E poi le luminarie, i fuochi d’artificio, le giostre e la cassa armonica, occasione per ascoltare le bande musicali e il pezzo particolare suonato da qualche banda famosa. La cassa armonica, prima collocata a llu Sitili, fu spostata a lla Porta Crandi per necessità di spazio. “Anche oggi dura tre giorni, ma non è più la fešta per eccellenza, occasione annuale che richiamava tutti i Mesagnesi, anche quelli emigrati all’estero o nelle città del nord Italia, e tanti forestieri delle città vicine”, ha chiosato lo storico Marcello Ignone. Alle ore 19,30 c’è la processione con il simulacro della Vergine che dalla Basilica minore del Carmine porterà processionalmente la statua nella Collegiata. In piazza Porta Grande è previsto l’antico rito della consegna delle chiavi della città alla Madonna da parte del sindaco Matarrelli.
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