scritta dallo storico Marcello Ignone ed edito da “Sulla rotta del sole”, che domenica alle ore 10,00 sarà presentata presso l’auditorium del castello Normanno-Svevo di Mesagne. È il primo “Dizionario Mesagnese” in assoluto. Opera complessa e ponderosa che racchiude il lavoro di anni con gli obiettivi di preservare l’identità del dialetto mesagnese, valorizzarlo e potenziarlo; far conoscere il dialetto agli stessi Mesagnesi e, soprattutto, alle nuove generazioni; difendere il dialetto dall’ingiuria del tempo e dall’arbitrio dei singoli. “Lo scopo del Dizionario Mesagnese – ha spiegato il professor Ignone - è di garantire la corretta fruizione del dialetto e la conservazione dei termini tradizionali, allo scopo di evitare storture ed arbitrii, facendo meglio aderire fonia e grafia, lingua e cultura, storia e tradizioni del popolo mesagnese”. Il Dizionario contiene oltre 8500 lemmi dialettali mesagnesi, l’etimologia di quasi tutte le voci dialettali, migliaia di modi di dire e proverbi tipici mesagnesi, migliaia di esempi tratti dalla viva realtà mesagnese, le indicazioni grammaticali più comuni, le prime grammaticali del dialetto mesagnese, i soprannomi tipici del contesto culturale mesagnese e centinaia di riferimenti alle storie e alle tradizioni popolari. All’incontro di domenica parteciperanno Mario Loizzo, presidente del Consiglio regionale della Puglia; Cosimo Faggiano, presidente dell’associazione “Di Vittorio” che ha contribuito alla realizzazione dell’opera; Antonio Matarrelli, sindaco di Mesagne; Angelo Sconosciuto, dell’Istituto Culturale Storia e Territorio di Mesagne, che accompagnerà i presenti alla lettura dell’opera. Tutti gli esempi dialettali riportati nel Dizionario derivano direttamente dalla realtà mesagnese, esito originale di ricerche sul campo, testimonianze e studi durati anni. “Il dialetto mesagnese, infatti, è carente di documenti scritti e non ha testi che parlino di se stesso; per questa ragione, la ricerca ha privilegiato le forme espressive comuni del popolo mesagnese che ha tramandato oralmente la sua cultura e con essa anche la sua stessa lingua”, ha concluso l’autore Marcello Ignone.
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