In caduta libera la commercializzazione del vino

Maggio 06, 2020 708

vino in caliceBene la decisione dell’UE di prorogare di 12 mesi la

validità delle autorizzazioni per nuovi impianti o reimpianti di vigneti che sono scadute o scadranno nel 2020, un provvedimento utile a dare sollievo al settore vitivinicolo stremato in Puglia per la chiusura di bar e ristoranti e del calo degli ordini dall’estero per i problemi di logistica causati dall’emergenza Coronavirus. E’ la stima di Coldiretti Puglia del danno a carico del settore vitivinicolo con punte dal 50% fino al 90% per le cantine storicamente impegnate nei canali di vendita Ho.Re.Ca, con la richiesta alla Regione Puglia di dichiarare lo stato di calamità anche per il settore vitivinicolo. “A pesare è stata anche la chiusura forzata di ristoranti e bar e considerato lo stato di crisi abbiamo chiesto che specifiche agevolazioni fiscali e previdenziali si applichino a tutte le imprese agricole operanti nel settore vitivinicolo che ha subito effetti particolarmente negativi per l’emergenza epidemiologica COVID -19, una necessità che va sostenuta anche garantendo liquidità alle imprese del settore con interventi emergenziali a livello regionale, nazionale e comunitario senza appesantimenti burocratici”, dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. La Commissione europea ha anche autorizzato – precisa Coldiretti Puglia - la proroga di 12 mesi per i viticoltori che hanno ottenuto dai loro Stati membri le autorizzazioni per un reimpianto anticipato delle vigne e l'estirpazione deve essere effettuata al più tardi nel corso del 2020. “Lo scenario del settore vitivinicolo va analizzato – spiega Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce e responsabile del settore vitivinicolo di Coldiretti Puglia - a seconda dei canali di vendita su cui le diverse strutture di produzione e commercializzazione indirizzano le proprie produzioni. Si registra il 90% delle disdette degli ordini di vino destinato al canale Ho.Re.Ca per la chiusura di ristoranti, bar, pizzerie, mentre per quanto attiene la commercializzazione sui mercati internazionali si sono accumulati ritardi negli ordini sottoscritti prima della pandemia e il rinvio di circa il 30% degli ordini in corso di conferma durante la pandemia, con lo slittamento del pagamento delle fatture per ordini di vino già consegnato”. Lo scenario è aggravato – aggiunge Coldiretti Puglia - dal problema della manodopera, con i disagi dal punto di vista logistico e degli spostamenti e l’aggravio dei costi per fornire quotidianamente DPI e igienizzante e una sostanziale riduzione della produzione giornaliera, causata dalla rivisitazione dei carichi di lavoro, considerate le rotazioni dei dipendenti in ferie e cassa integrazione. “Abbiamo chiesto di attivare la distillazione dei vini, da attuarsi esclusivamente nel periodo antecedete alla prossima campagna vendemmiale, per svuotare le cantine e scongiurare possibili frodi durante le fermentazioni, il premio allo stoccaggio per i vini IGP e DOP o DOCG, tutte le semplificazioni che risultano tuttora inattuate e gli indennizzi alla imprese attraverso fondi regionali, nazionali e comunitari per dare liquidità immediata e la vendemmia verde”, insiste Cantele. Inoltre, Coldiretti Puglia ha chiesto di attivare prestiti di conduzione garantiti dallo Stato con una possibilità di benefici in conto capitale e/o conto interesse, da erogare direttamente alla cantina in rapporto agli ettari di superficie vitata risultante dal fascicolo aziendale alla data dell’inizio della pandemia, le proroghe scadenza autorizzazioni impianti vitivinicoli, l’attività finanziata e coordinata di promozione e valorizzazione in Italia e all’estero dei vini di Puglia, l’accelerazione dei collaudi e della liquidazione del PSR e dell’OCM e l’abbattimento totale o almeno parziale dei contributi per i lavoratori agricoli.