Mesagne. Il dramma della solitudine degli anziani

Settembre 02, 2020 1253

Un dramma della solitudine stava per consumarsi a Mesagne nella giornata di domenica quando una nonnina ultraottantenne ha telefonato al centralino dei carabinieri per chiedere aiuto poiché voleva suicidarsi. Probabilmente, però, più che un tentativo di suicidio la signora voleva richiamare su di sé un po' di attenzione. I militari, impegnati in altri servizi, hanno girato l’intervento alla polizia locale che immediatamente si è recata nell’abitazione della signora e dopo averla tranquillizzata hanno allontanato un grosso coltello che era sul tavolo. Al termine dell’intervento la signora è stata presa in carico dagli assistenti sociali del Comune di Mesagne. Purtroppo ancora una volta nell’era del consumismo e del Covid-19, che ha ulteriormente discriminato il pianeta anziano emarginandolo, si è costretti a scrivere pagine di cronaca locale legata alla solitudine, molte volte interiore, in cui è costretto a convivere il mondo degli anziani. In questo contesto si è svolto l’episodio di cui ci apprestiamo a dare conto. È domenica mattina a Mesagne, giornata di festa. In città la temperatura è piuttosto alta perciò diversa gente ha deciso di andare al mare nella speranza di un refrigerio. Una giornata di spensieratezza, ma non per tutti. Infatti, intorno alle ore 9 è giunta una telefonata al 112 da parte di una nonnina di 82 anni che al telefono minacciava di ammazzarsi poiché stanca di vivere in quelle condizioni. Il carabiniere ha cercato di calmare la donna mentre contestualmente inviava una richiesta di intervento al comando della polizia locale di Mesagne. In breve tempo la pattuglia di pronto intervento della polizia locale, con due agenti, ha raggiunto l’abitazione della donna ubicata nel cuore del centro storico di Mesagne. Fortunatamente la porta era aperta e la separava dal vicolo solo una tenda. Una volta in casa gli agenti hanno tranquillizzato la signora facendola sentire a proprio agio. Un coltello, con una lama da 30 centimetri, era sul tavolo affianco alla signora. Un vigile urbano lo ha preso ed allontanato mentre la signora ha iniziato a raccontare le sue preoccupazioni riuscendo a “scaricarsi” con questi due estranei che per oltre un’ora sono stati i suoi angeli custodi. La nonnina gli ha confessato che la settimana precedente i servizi sociali del Comune l’avevano fatta ricoverare in una casa di riposo. Lei, però, lì non ci voleva stare e aveva fatto ritorno a casa. Qui, si era lasciata andare. Non cucinava, non dormiva, non aveva voglia di fare nulla. Così, per porre fine a quella triste esistenza aveva deciso di ammazzarsi. Ma, in un barlume di lucidità, aveva deciso di chiedere aiuto. Gli agenti, particolarmente commossi da quel racconto e intravedendo in quell’anziana donna la propria nonna, l’hanno fatta sedere fuori dall’abitazione e poi si sono seduti al suo fianco riempiendola di calore umano. L’hanno fatta parlare, sfogare, rasserenare. Tanto è bastato alla nonnina per rianimarsi e accettare del cibo da parte dei vicini. Quando la signora si è ripresa i vigili l’hanno calorosamente salutata e sono andati via. Il caso è stato preso in carico dai servizi sociali del Comune che, per la verità, già seguivano l’anziana.