La pandemia da Xylella sconvolge la provincia di Brindisi
Il panorama olivicolo della provincia di Brindisi inizia ad assomigliare al desolante deserto creatosi, già da tempo, in provincia di Lecce con gli olivi essiccati dalla xylella e il comparto distrutto. Per cercare di arginare questa pandemia olivicola la Coldiretti ha chiesto a tutte le istituzioni interessate un maggiore coinvolgimento. Purtroppo, i dati sull'avanzata della xylella che giungono dai monitoraggi effettuati nel territorio a nord brindisino, da Ostuni a Fasano, sono il triste sintomo dell'avverarsi di una tragedia annunciata, sono anni che gli olivicoltori denunciamo questa strage silenziosa, che ogni giorno mangia chilometri di agricoltura e tradizione olivicola. “La burocrazia e la mancanza di decisioni a livello politico non fanno che agevolare questo percorso”, ha esordito il presidente provinciale di Coldiretti, Filippo De Miccolis Angelini -. Ormai attendiamo da anni fondi per rilanciare l'olivicoltura e per eseguire innesti e diversificazione colturale che, in ogni caso, non possono prescindere da un'adeguata informazione sul territorio da parte delle istituzioni. I ristori dei danni servono, ma non risolvono se non dando un temporaneo sollievo”. Secondo il presidente di Coldiretti è necessario che il “bando degli innesti dia attenzione prevalentemente agli ulivi con carattere di monumentalità ed a quelli che ricadono nella Piana, poiché senza di essi la Puglia non sarà più la stessa: oggi chi da Ostuni volge lo sguardo al suo magnificente panorama non può che rimanere incantato da questa distesa che trasuda storia e lavoro, in cui sapientemente per secoli il mondo agricolo è riuscito a disegnare un paesaggio produttivo”. Economie millenarie messe in crisi, non solo dalla xylella, bensì da una burocrazia incomprensibilmente lenta.
Eppure il presupposto di questo paesaggio è l'agricoltore, senza un'agricoltura che sia capace di dare reddito ed un futuro ai giovani, non ci sarà nessuno a tutelare il paesaggio esistente ed a curare il rilancio di questa terra. “Gli innesti – ha proseguito De Miccolis Angelini - possono essere una speranza, ma se fatti in tempo, quindi su piante non compromesse e, soprattutto, se eseguiti nei mesi giusti, quindi nel periodo tra marzo e maggio. Se i nostri governanti non si muovono subito rischiamo che anche quest'anno vada sprecato, anno in cui per questa misura è stato destinato solo 1 milione di euro”. Un contributo che i produttori hanno contestato. “Certamente – ha aggiunto il presidente - il contributo che viene proposto è stato da noi contestato perché esiguo, tanto più che per chi si accinge a praticare gli innesti si profilano anni di cure alle piante, ma senza alcun ritorno economico”. La realtà, nonostante le varie promesse istituzionali, è di solitudine. “Tutti sembrano essere estimatori e titolari del paesaggio olivicolo pugliese, ma nella battaglia per salvarlo gli agricoltori vengono lasciati tristemente soli, in quella che dovrebbe essere per tutto il popolo pugliese una sfida prioritaria”, ha tenuto a sottolineare il presidente De Miccolis -. La sveglia per destarci e salvare questo territorio è suonata da tempo, ma la xylella avanza nell'indifferenza dei più, alimentata dalla solita valanga di burocrazia”.
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