Tempo di funghi, il consiglio del micologo
Con l’arrivo dell’autunno nei brindisini arriva la passione per i funghi. È tradizione, infatti, in provincia di Brindisi di fare delle gite fuori in cerca di funghi da abbinare a castagne e al vino novello. In ogni modo per andare a funghi è bene avere un buon bagaglio di conoscenza micologica oppure affidarsi a gente esperta. Evitare, quindi, di raccogliere funghi quando non si conoscono. Purtroppo, ogni anno si ripetono molti casi di intossicazioni legate al consumo di funghi, alcune di queste anche molto gravi: “con i funghi non si scherza e qualsiasi distrazione o leggerezza può trasformare una bella giornata all’aria aperta in un incubo”, ha esordito Carlo Agnello, micologo di fama internazionale. I funghi vanno raccolti da mani esperte e i principianti si devono sempre accompagnare a persone con esperienza. Insomma “fungiari” non ci si improvvisa. “Occorrono anni ed anni di bosco, imparare a raccogliere solo le specie che si è imparato a riconoscere perfettamente e che siano state identificate sul terreno con assoluta certezza”, ha consigliato l’esperto. Oramai in tutte le regioni d’Italia la raccolta è disciplinata da leggi e non fa eccezione la Puglia. Nella nostra regione bisogna farsi rilasciare dal proprio comune di residenza il “Permesso di raccolta” della durata triennale, presentando un “Attestato di idoneità alla raccolta dei funghi epigei” che si ottiene frequentando un corso della durata di 12 ore con esame finale. Il permesso, così ottenuto dal proprio Comune, da diritto alla raccolta fino a 3 chili sull’intero territorio regionale: ovviamente bisogna stare molto attenti a non accedere anche accidentalmente in boschi, parchi, riserve tutelate da leggi, dove si rischiano pesanti conseguenze. “La prima delle raccomandazioni – ha proseguito Carlo Agnello - è di accettare regalie solo da chi si conosce essere un bravo e coscienzioso raccoglitore: lo scorso anno ci sono stati diversi casi di avvelenamento con ricorso alle cure ospedaliere per funghi regalati a vicini e parenti da raccoglitori incoscienti. Per acquistare il prodotto spontaneo è buona abitudine richiedere la certificazione delle specie poste in vendita, rilasciata a questi dal Centro di Controllo Micologico dell’Asl”. In assenza di funghi spontanei in vendita o in alternativa, esistono dei buoni prodotti provenienti da coltivazioni, primo tra tutti per qualità il cardoncello di ferula.”
Se comprate lo champignon comunissimo nei supermercati, non consumatelo crudo in insalate o in carpaccio, ma cuocetelo sempre perché la cottura allontana delle sostanze tossiche per accumulo presenti nel fungo allo stato crudo”, ha aggiunto il micologo. Tuttavia, è giusto ricordare che i funghi non vanno consumati in quantità abbondanti e in pasti ravvicinati, crudi o non adeguatamente cotti, dai bambini, dalle donne in gravidanza o in allattamento e dalle persone non in buono stato di salute”. “I funghi vanno consumati freschi e ben integri: mai sovramaturi, vermati, intrisi d’acqua, quando presentano anche piccole parti ammuffite”, ha concluso Agnello. Se dovessero insorgere disturbi dopo il consumo è necessario recarsi immediatamente al pronto soccorso, possibilmente portando i residui prelevati dal cestino dell’immondizia o gli avanzi del pasto e cercando di fornire quante più notizie possibili, utili agli ispettori micologici ed ai medici.
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