A Mesagne ci vuole una mobilità green
Gentile Amministrazione Comunale,
da qualche giorno andare in macchina a Mesagne è abbastanza complicato, a causa dei molti cantieri stradali, che impongono deviazioni e rallentamenti.
Niente di male, considerando che questi lavori porteranno alla città un miglioramento della circolazione, o altri benefici, e soprattutto niente di inaccettabile, considerando che l’ormai prossimo completamento della circonvallazione alleggerirà certamente il traffico urbano.
Se scrivo questa lettera, è nella convinzione che, al di là di quegli accorgimenti che possono essere adottati per decongestionare le vie cittadine, è oggi necessario spingere per un vero e proprio cambiamento culturale, finalizzato a disincentivare l’uso dell’auto nel territorio comunale.
La necessità di ridurre le emissioni inquinanti e clima alteranti, i benefici di uno stile di vita meno sedentario e anche il percorso della città, candidata a capitale della cultura 2024, impongono una maggiore attenzione a un’idea di mobilità pulita e sostenibile. Fatte salve esigenze specifiche, a Mesagne gli spazi non sono così estesi da impedire di realizzare a piedi, o al massimo in bicicletta, la maggior parte degli spostamenti. L’uso esasperato della macchina è una questione culturale, e come tale va affrontato.
Vorrei suggerire all’Amministrazione Comunale un’iniziativa dell’assessorato alla mobilità della città di Bruxelles, che ha lanciato una campagna pubblicitaria finalizzata a promuovere l’uso… dei piedi! Allego in proposito un manifesto, nel quale si afferma, ironicamente, che i piedi sono aperti 24 ore su 24, e che li puoi trovare proprio sotto le caviglie. Si aggiunge che sono il mezzo più efficace per i piccoli spostamenti.
Certo, non sarà una campagna pubblicitaria a cambiare abitudini radicate, ma da qualche parte bisogna cominciare, se si vuole incidere sulla maniera in cui i cittadini immaginano se stessi, la loro città, la mobilità urbana, e a volte presentare le cose con un pizzico d’ironia è di aiuto.
Grazie per l’attenzione,
Mario Badino