Inaugurato a Mesagne l'auditorium Bardaro, ma altri aspettano un pubblico riconoscimento
A 27 anni dalla morte l’Amministrazione comunale di Mesagne ha deciso, forte di una petizione di 300 firme, di intitolare l’auditorium del castello Normanno-Svevo al sindaco Elio Bardaro. Per la verità avrebbe potuto titolare il castello stesso poiché si deve proprio al sindaco Bardaro l’acquisto del maniero che tanto lustro sta portando alla città di Mesagne. Bardaro è considerato un uomo politico trasversale e riconosciuto da tutto il mondo politico dell’epoca e dai suoi concittadini come una figura aggregante, generosa, benevola, pur nella diversità di opinioni e di giudizi. L’iniziativa conclude un iter formale che tiene conto delle ragioni riportate in una petizione di cittadini così motivate: “Per aver il sindaco Elio Bardaro dedicato una parte importante della propria vita a Mesagne, attraverso il suo ruolo politico e di primo cittadino”.
Ma il sentimento collettivo travalica quelle che sono le ragioni istituzionali. E infatti la petizione non si ferma e continua: “Il sindaco Elio Bardaro è ancora presente nella memoria collettiva dei mesagnesi per lo spirito di servizio, per le sue qualità umane e per la generosità dimostrata durante la sua attività politico-amministrativa, andando a tracciare il profilo di una figura che continua a suscitare affetto e stima tra coloro che l’hanno conosciuto durante i 17 anni in cui ha svolto le funzioni di primo cittadino e i 22 in cui è stato consigliere comunale, sostenuto da un consenso trasversale”, è scritto in una nota epistolare emessa dall’ente pubblico. Tuttavia, archiviata la figura di Bardaro vi sono altri uomini illustri che andrebbero ricordati. Come, ad esempio, monsignor Armando Franco, a 100 anni dalla nascita, a cui è stato dedicato il sagrato di Mater Domini, oppure Santo Semeraro o l’avvocato Rosario De Francesco. E che dire dell’arciprete don Daniele Cavaliere o dell’indimenticabile monsignor Angelo Argentiero. Solo per citarne alcuni. Uomini che con la loro vita e il loro esempio hanno tracciato la storia della città di Mesagne. Loro, però, non hanno nessuno che possa raccogliere le 300 firme necessarie per avere un pubblico riconoscimento.
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