Rosselli e il superamento della lotta di classe

Serafino Scalera Ottobre 14, 2024 227

Coniugare il pensiero socialista alle esigenze del liberalismo classico è un percorso presente nella storia delle dottrine politiche e che trova il suo compimento nel socialismo liberale. Da una parte il liberalismo classico, che trova i suoi più illustri rappresentanti in personalità come John Locke, Montesquieu, Voltaire, Alexis de Tocqueville, John Stuart Mill, ecc. si schiera in difesa della libertà individuale e delle libertà civili contro l'ingerenza dello Stato e di altri poteri; per il riconoscimento dei diritti naturali dell'uomo, come la vita, la libertà, la proprietà privata, il perseguimento della felicità e la resistenza all'oppressione; il libero mercato e la libera concorrenza come meccanismi di regolazione dell'economia; il cosmopolitismo e il pacifismo come ideali di convivenza tra le nazioni; contro ogni forma di totalitarismo e fascismo.

Dall'altra abbiamo invece che il socialismo classico prevedeva la conversione della società capitalista in una di stampo socialista. Guardando le due diverse posizioni essi appaiono inconciliabili e irriducibili ad un'istanza d'incontro. Eppure tali posizioni sono state ricondotte al socialismo liberale, che nel panorama italiano trova il suo maggiore interprete in Carlo Rosselli, considerato da molti il vero padre del socialismo liberale italiano e grande oppositore del regime fascista. Il socialismo liberale ha come fulcro un sistema economico misto nel quale vi è la presenza di una pianificazione economica statalizzata, accoppiata ad un'economia di mercato in cui si registra la presenza di proprietà privata e proprietà statale e in cui il processo politico-economico della società sia maggiormente democratizzato.

Un antesignano del socialismo liberale è senza ombra di dubbio John Stuart Mill, uno dei più grandi economisti della storia, con il suo liberalismo economico temperato. Per Stuart Mill le società capitaliste si sarebbero dovute evolvere verso processi di socializzazione tramite l'unione di imprese autogestite e imprese private. Ma il socialismo liberale si presenta in prima battuta come una rivoluzione morale, non a caso il pensiero di Rosselli è impregnato della dottrina sociale della Chiesa Cattolica, e come tale vede nel marxismo una minaccia che corrode la società.

Una rivoluzione che si compie nella coscienza dei “migliori”, nella quale non vi può essere socialismo senza democrazia. Un socialismo liberale in cui la libertà è il primo presupposto del singolo, così come della collettività. In buona sostanza possiamo dire che la proposta politica di Rosselli immagina il superamento della lotta di classe e del determinismo economico marxista in una forma di socialismo che si innesta sul concetto di libertà civile, economica e politica; così facendo non si presenta come il superamento del liberalismo classico, ma piuttosto come il suo erede. Infatti Rosselli dirà che “Il socialismo non è che lo sviluppo logico, sino alle sue estreme conseguenze, del principio di libertà. Il socialismo è liberalismo in azione, è libertà che si fa per la povera gente” che non va confuso con la socialdemocrazia che è un'altra storia.

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Ultima modifica il Lunedì, 14 Ottobre 2024 08:00