E' il titolo della ricerca archivistica, per i tipi di Bt editore, che il giornalista Giuseppe Messe ha svolto nei diversi lustri di carriera, sulla carta stampata, e che questa sera alle ore 19,30 presenterà alla sua città nell'auditorium del castello Normanno-Svevo, nel cuore del centro storico. E' un libro dei ricordi, un almanacco che racconta uno spaccato della città, interessante da sfogliare ma, soprattutto, da leggere. Nelle 230 pagine Pino Messe ha raccontato oltre un quarto di secolo di vita della comunità locale. Una parte nutrita della pubblicazione è riservata alle triste vicende legate alla Sacra corona unita. Con i morti ammazzati, i tentativi di omicidi, e i soffocati segnali di legalità che già agli inizi degli anni Ottanta la città cercava di far emergere. E poi tanti cittadini che negli ultimi trent'anni hanno lasciato la vita terrena. La pubblicazione è una finestra sulla Porta Grande dove tutti i fatti, noti e meno noti, belli e brutti, sono passati trovando in Messe un attento osservatore. "Sino a quando le forze lo permetteranno continuerò a scrivere da semplice e umile cronista di periferia", ha scritto Messe nella sua presentazione del libro. Più che cronista di periferia Messe è, nel bene e nel male, un cronista di strada. I suoi scritti possono piacere o essere scomodi, essere condivisi o contestati. Resta il fatto che egli è stato, è, e resterà per i mesagnesi quel vecchio cane da guardia del potere, un arbitro, che ha tutelato per anni, in città, la democrazia. Chi non è d'accordo provi a pensare un attimo se il potere non avesse questi cani o questi arbitri a controllarlo cosa potrebbe fare. Testimonianza di tutto ciò è la pubblicazione "Mesagne 1985 - 2014, trenta anni di cronaca in Porta Grande" che il giornalista Messe, con profonda umiltà, ha consegnato alla città.
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