Capodanno: in Puglia si brinda con spumanti rosé

Dicembre 30, 2015 2966

spumante RoseA Capodanno in Puglia si brinderà

con vini e spumanti rosé, che in tre anni registrano un balzo record del + 122% (fonte UIV), rappresentando il 40% della produzione nazionale con oltre 1 milione di bottiglie l’anno. In sintesi 1 bottiglia su 4 di rosé ‘Made in Italy’ è pugliese. Sempre i rosati fanno registrare una crescita dei consumi superiore al 13%, in controtendenza rispetto al dato generale, secondo il quale negli ultimi 50 anni il consumo di vino è sceso da 70 litri pro capite all’anno a 36-37 litri e la media continua a scendere dell’1% annuo. “E’ il tempo di fare un bilancio degli ultimi trent’anni – commenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - che hanno visto il settore impegnato in una seria rivoluzione colturale e culturale che lo ha reso il testimonial dell’agroalimentare pugliese competitivo ed evoluto. Il finanziamento grazie a bandi regionali degli impianti di spumantizzazione ha consentito l’ulteriore valorizzazione delle nostre uve e dei nostri vini e fa il paio con una attività, che dal blocco dei diritti di reimpianti fuori regione, passa per tutte le misure sulla modernizzazione e l’innovazione in cantina. I vini spumanti che un tempo erano costretti a migrare oggi sono prodotti direttamente in Puglia, chiudendo una filiera di eccellenza che ha aperto straordinarie prospettive di mercato”. Il buono stato di salute del settore è testimoniato anche dalla crescita delle esportazioni che nei primi 9 mesi dell’anno ha segnato un + 5,9% (Fonte ISTAT). “Il vino oggi testimonia un processo di rigenerazione realizzato da un sistema di imprese che si è posto l’obiettivo – ha aggiunto Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia - di offrire nel bicchiere un intero territorio fatto del patrimonio genetico dei suoi vitigni, delle sue ricchezze endogene, del clima, di paesaggio, di testimonianze artistiche e naturali. Si tratta di un patrimonio di innovazione e competitività acquisite che va tutelato dagli attacchi dell’agropirateria che colpisce anche la Puglia ed i nostri vini sono a forte rischio imitazione. Ecco a cosa servono i marchi di qualità, a difenderci dagli attacchi dei falsari e a valorizzare la tipicità e la localizzazione del prodotto. La rintracciabilità ed i marchi, peraltro, non sono meri principi teorici e filosofici, piuttosto valori economici che le imprese agricole e l’intero territorio di produzione devono recuperare”. Oggi serve un ulteriore cambio di passo. Restano aperte sia come Paese Italia che come Regione Puglia le questioni legate al rispetto delle regole circa la tutela delle indicazioni geografiche e dei marchi, alla determinazione di un giusto rapporto qualità-prezzo per tutte le fasce di prodotto, alla definizione e conoscenza dei dati produttivi e di mercato, alla migliore utilizzazione dei risultati della ricerca anche per contrastare gli effetti del clima impazzito e alla necessità di promuovere su scala internazionale le produzioni pugliesi in modo meno frammentario ed episodico. Il vino è un motore economico che in Italia genera nove miliardi di fatturato annuo e impiega più di un milione di persone. Il settore ha portato a casa un grande risultato sul fronte della semplificazione, un testo unico che accorpa tutte le disposizioni che disciplinano la materia del comparto vitivinicolo, prima contenute in svariati testi normativi.